Scatterà questa sera una nuova era per la Nazionale italiana di basket, che inizierà il proprio percorso di qualificazione ai Mondiali in programma tra due anni, in programma in Cina. Si riparte da uno dei luoghi che nascondono il maggior dolore recente per Italbasket, da quella Torino in cui un anno fa arrivò la dolorosa eliminazione nella corsa verso le Olimpiadi di Rio de Janeiro, con il torneo pre-olimpico in cui ci si portava dietro una certa dose di ottimismo, sfumato con la sconfitta nella calda finale contro la Croazia di Aza Petrovic. Si riparte da Torino per dare la caccia ad un posto per la rassegna iridata, e lo si fa contro una Nazionale come la Romania che non ha vere e proprie punte di diamante, ma può certamente rappresentare un rivale ostico da superare se gli azzurri non scenderanno sul parquet con la giusta concentrazione e con la voglia di vincere che deve essere propria di Italbasket non solo in questo impegno inaugurale del girone, ma per tutto il prosieguo del cammino verso Cina 2019, con il prossimo step che sarà rappresentato proprio dalla Croazia.

Prima di approcciarsi alla sfida contro la Romania, coach Meo Sacchetti ha effettuato le sue prime vere e proprie scelte da commissario tecnico, scremando il gruppo di giocatori a disposizione dai 16 chiamati inizialmente ai dodici che affronteranno la sfida di Torino. Per l'allenatore pugliese sarà la prima uscita ufficiale da guida tecnica della Nazionale italiana, quindi una certa dose di emozione che però non gli ha tolto la lucidità di fare delle scelte mirate per il roster che affronterà il primo impegno nella corsa verso un posto alla rassegna iridata del 2019. Esclusi per la gara del PalaRuffini Diego Flaccadori, Raphael Gaspardo, Marco Giuri e Brian Sacchetti da parte di un uomo che ha già fatto cose importanti da giocatore di una Nazionale a suo tempo straordinaria, e che ora dovrà occuparsi della ricostruzione. Una ricostruzione che, almeno per questa prima fase, non potrà contare su buona parte dei big, come gli 'americani' Gallinari e Belinelli e gli 'europei' Datome e Melli, ma comunque con giocatori sempre impegnati in campionato.

Da sedici a dodici. Foto: Italbasket - Facebok
Da sedici a dodici. Foto: Italbasket - Facebok

E allora spazio a giocatori che vogliono tornare a ritagliarsi uno spazio importante in Nazionale, in primis come Alessandro Gentile che torna in azzurro dopo l'esclusione per scelta tecnica da Eurobasket 2017, a causa di una stagione - quella scorsa - in cui ha viaggiato tanto, ha cambiato tre canotte ma ha giocato con il contagocce. E poi ci sono Pietro Aradori, Amedeo Della Valle e Achille Polonara, che dopo tante battaglie vissute insieme in quel di Reggio Emilia sono stati divisi nel corso dell'estate ma si ritrovano insieme per difendere l'azzurro. Ci sono gli italiani di adozione come Abi Abass, Paul Biligha e Christian Burns, con questi ultimi due visti all'opera con la consueta grinta e con la loro innata fisicità durante gli ultimi Europei, e soprattutto con un Ariel Filloy che a 30 anni sembra aver trovato non solo la maturità cestistica ma anche la capacità di fare cose fuori dal mondo (a Milano ne sanno qualcosa). Ci sarà spazio per il ritorno in azzurro per Andrea Crosariol e per la prima di Antonio Iannuzzi, ci sarà spazio per il miglior passatore del campionato, ovvero Luca Vitali. E ci sarà spazio per Simone Fontecchio, un talento puro pronto per esplodere.

Di fronte, come detto, ci sarà la Romania. Non esattamente un rivale dal grado di difficoltà trascendentale, ma sicuramente una squadra che proverà a giocare soprattutto sulle debolezze che l'Italia potrebbe tirare fuori nel corso della partita. Una squadra che gioca quasi interamente nel proprio campionato nazionale, fatta eccezione per tre elementi: Vlad Moldoveanu, tesserato per i turchi del Demir Insaat Buyukcekmece; Emanuel Cate, che gioca per il Prat Juventud in Spagna; Rares Uta, impegnato quest'anno con l'Ulsa Ciudad de Valladolid. Ma quello che con ogni probabilità è il rivale più duro nella selezione romena, è il coach, un uomo che il movimento cestistico italiano conosce molto bene. Zare Markovski ne ha vissute davvero di tutti i colori nel nostro campionato: non si contano le esperienze vissute dal coach macedone, che ebbe un primo contatto con l'Italia andando ad allenare Sassari in A2 nel lontano 1991 e ha proseguito attraverso Reggiana, Avellino (due volte), Bologna (sia Virtus che Fortitudo), Olimpia Milano, Pesaro, Venezia e infine Caserta. Una vecchia volpe che potrebbe dare fastidio agli azzurri, i quali devono pensare solo a un obiettivo: vincere.

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