K.o. per una distorsione alla caviglia sinistra, Kevin Durant non è sceso in campo nella notte con i suoi Golden State Warriors contro i Brooklyn Nets al Barclays Center di New York (al suo posto in quintetto l'israeliano Casspi). Una scelta precauzionale da parte di coach Steve Kerr, che ha preferito non rischiare l'MVP delle ultime NBA Finals in vista della sfida di mercoledì che i Dubs affronteranno a Oklahoma City, contro i Thunder di Billy Donovan e dei Big Three.
Una gara mai normale, quella della Chesapeake Energy Arena, per Durant, grande ex in maglia Thunder, dopo l'addio e le conseguenti polemiche e discussioni dell'estate 2016. L'infortunio alla caviglia è occorso a KD nella vittoria in rimonta di Philadelphia contro i Sixers, e il riposo concessogli a Brooklyn è stato così spiegato da coach Steve Kerr: "Due giorni di stop dovrebbero dargli una chance di guarire - le sue parole, riportate da Chris Haynes di Espn - e di essere pronto per mercoledì: ecco il senso della sua assenza oggi a Brooklyn". Durant rimane però in dubbio per lo showdown di OKC, anche perchè lo staff medico e tecnico di Golden State non ha alcuna intenzione di rischiare un giocatore fondamentale per una gara - ancorchè di cartello - di regular season. Nel frattempo, senza KD, i Warriors hanno vinto sul campo dei Nets, grazie a 39 punti di Stephen Curry (fuori però per falli negli ultimi minuti del quarto quarto), resistendo alla rimonta finale di una Brooklyn indomita. "Non molte squadre possono competere con noi sul piano della corsa - le parole di Draymond Green a fine partita - abbassando il ritmo, pensavamo di avere più possibilità di vincere. Difendere senza commettere fallo è qualcosa di cui parliamo sempre, ma sotto questo punto di vista non abbiamo fatto un buon lavoro oggi". Questa invece la lettura della gara di Steve Kerr, che deve fare i conti con una squadra che gioca con le marce e che sembra voler accelerare solo in certe fasi delle partite: "Stasera abbiamo dovuto resistere alla loro rimonta e fortunatamente in attacco abbiamo eseguito bene anche dopo l'uscita dal campo di Steph". "Non penso che la squadra stia gestendo le sue energie - gli ha fatto eco ancora Green - ma sappiamo come rimanere concentrati e serrati in alcuni momenti delle partite. Non c'è bisogno necessariamente di dirci di fare click, ma basta guardarci per capire che si deve fare di più".
Grande protagonista, Stephen Curry, autore di 39 punti e della seconda prestazione consecutiva sopra le righe dopo la serataccia vissuta al TD Garden contro i Boston Celtics: "Mi piacerebbe avere la possibilità di giocare di nuovo quelle due azioni che mi sono costate il quinto e il sesto fallo - le sue parole - ma sono contento dell'aggressività che ci ho messo in quei due possessi. Ovviamente non sono felice di essere uscito per falli, ma è la dimostrazione che ho provato a tenere alta l'intensità per tutta la durata della gara. Che KD sia in campo o meno, dobbiamo giocare tutti con la stessa aggressività, non importa chi si prenda più tiri e chi meno, perchè quando ti mancano i suoi venticinque punti, devi trovare il modo di segnare". Un Durant che ha confermato ai giornalisti presenti di non sapere se sarà a disposizione della sua squadra per la trasferta di Oklahoma City: "Non sono sicuro di esserci, procederò giorno dopo giorno, per vedere come andranno le cose". Alla Chesapeake Energy Arena di OKC, i Warriors troveranno dei Thunder feriti, reduci dalla rimonta subita a San Antonio contro gli Spurs di Gregg Popovich, e con un record complessivo di sette vittorie e otto sconfitte. Oklahoma City è attualmente ancora un cantiere con la scritta lavori in corso, soprattutto in attacco, dove Billy Donovan sta provando a far coesistere Russell Westbrook, Carmelo Anthony e Paul George. Finchè la palla gira e tutti sono coinvolti, i Thunder sono pericolosi contro qualsiasi avversario, mentre quando la squadra si affida agli isolamenti delle sue stelle, nascono i problemi, amplificati da tante gare perse in finali punto a punto (proprio come all'AT&T Center). La sfida tra Golden State e OKC sarà interessante anche da questo punto di vista, oltre che per la presenza o meno di Kevin Durant, ex di certo non amato dai tifosi della sua vecchia franchigia, che non gli hanno perdonato di aver scelto un'altra strada su cui proseguire la sua carriera.