Una serata clamorosa, quasi storica verrebbe da dire, quella vissuta nella notte NBA andata in scena soprattutto tra i palazzetti di Atlanta e Philadelphia, dove erano di scena le migliori due squadre del momento, i Boston Celtics per la Eastern Conference ed i Golden State Warriors per la Western. Due rimonte, entrambe alquanto clamorose, la seconda dei campioni in carica soprattutto: se in casa degli Hawks la squadra di Stevens ha centrato la quindicesima affermazione consecutiva ribaltando il 35-20 del primo quarto firmato da Schroder e soci, i Warriors hanno fatto di più, subendo un clamoroso 47-28 nel primo quarto prima di chiudere sul -22 il primo tempo complessivo; il terzo quarto della squadra di Kerr entrerà nella storia: 47 i punti messi a referto, ma soli 15 subiti, con un +32 che ribalta la sfida e la consegna nelle mani di Curry e compagni.
Atlanta Hawks - Boston Celtics 99-110
Gara dai due volti quella andata in scena alla Phillips Arena, dove gli Hawks di coach Mike Budenholzer sfruttano un avvio fin troppo remissivo, forse contraccolpo dell'impegno fisico e mentale contro i Warriors, dei Boston Celtics di Brad Stevens. Intensità, ritmo e percentuali altissime da una parte, tutto l'opposto per gli ospiti, che fatta eccezione per i 10 punti firmati da Brown ed Irving nei primi tre minuti vengono sommersi per il resto della frazione dal parziale di 16-0 collezionato da Bazemore e Schroder. Irving prova a scuotere i suoi con Rozier, ma è l'inizio della seconda frazione a svegliare definitivamente i Celtics: Smart e Morris suonano la carica, dimezzano lo svantaggio in un amen e le due triple del corpulento esterno valgono addirittura il -4. Il coach di casa è costretto a richiamare in campo Schroder, le cui scorribande danno nuova linfa all'attacco di casa: Babbitt ne approfitta di conseguenza, nonostante l'inerzia si sia spostata in favore dei Celtics (50-44 all'intervallo).
All'appello per Boston mancano Horford e Tatum, i quali entrano in partita nei primi cinque minuti della ripresa e, in collaborazione con i soliti Brown ed Irving, chiudono il gap sul 65 pari a metà frazione. L'attacco di Atlanta fatica a trovare le soluzioni del primo quarto, ma soprattutto a riprendere fiducia ed entusiasmo. Ne approfittano cinicamente i Celtics, che dopo la tripla del pareggio di Brown sfruttano la seconda di fila per mettere la freccia del sorpasso. Collins, Babbitt e Belinelli rispondono, ma sono i liberi di Tatum a dare il vantaggio agli ospiti alla sirena. Dedmon e Green tengono a galla i padroni di casa, con la sfida che sembra poter viaggiare verso la fine sui binari dell'equilibrio: non è così, perché Irving prende per mano i suoi e firma gran parte del parziale di 10-2 che spacca in due la contesa. Morris e Brown mettono la ciliegina sulla torta, Boston fa 15.
Philadelphia 76ers - Golden State Warriors 116-124
Così come ad Atlanta, anche a Philadelphia si giocano due partite in una. La prima, quella del primo tempo, vede i Sixers di Brett Brown partire con le marce altissime. Golden State resta in partita per i primi quattro minuti (13-11) sorretta dalle giocate di Curry e Durant, con Thompson che accorcia soltanto in contropiede. Sono tuttavia i padroni di casa ad avere il pallino del gioco in mano e, dalla tripla di Embiid, ne approfittano scappando via nel punteggio: Covington si infiamma e manda a bersaglio tre triple, mentre Simmons ci aggiunge le sue giocate in penetrazione trascinando i Sixers a fine primo quarto sul 47-28. L'attacco ospite tiene a galla le speranze di Kerr e ritrova un minimo di fluidità nel secondo periodo, con Thompson e Durant che accorciano le distanze. Simmons dalla parte opposta è tuttavia un rebus per la difesa dei campioni in carica e, all'intervallo, il vantaggio di Phila si mantiene stabilmente sulle venti lunghezze.
Alla ripresa delle ostilità si gioca tutt'altra partita, ai ritmi congeniali all'attacco e più in generale al gioco dei Golden State Warriors. Si corre, tanto, in contropiede: Durant ne approfitta con il gioco da tre punti con annesso urlo che scuote gli ospiti, Curry inizia a bombardare da oltre l'arco dimezzando lo svantaggio. Entra in partita anche Nick Young, che sulla falsariga del trenta, e chiaramente di Durant, spara da tre con la stessa estrema facilità con la quale i Sixers erano scappati nel primo quarto. L'attacco di Brown si inceppa, Simmons viene imbrigliato così come le speranze dei Sixers, che mettono a referto soltanto 15 punti nel terzo periodo. Di contro, invece, Golden State gioca sul velluto, bissando i 47 punti del primo quarto dei padroni di casa e ribaltando la contesa come un calzino: dal -22 dell'intervallo si passa al +10 di fine terzo. Redick, Simmons ed Embiid provano a cucire lo strappo ritrovando un minimo di fiducia, ma sono West e Livingston a rispedire al mittente i tentativi di rimonta. Thompson firma l'allungo decisivo fino a sfiorare i venti punti di vantaggio, prima del finale di garbage time.