Lo avevamo lasciato dolorante, il 17 ottobre, giorno della prima gara ufficiale degli Houston Rockets, sul parquet dei Warriors, sofferente ad un ginocchio. Il destino beffardo lo ha frenato proprio sul più bello, quando la palla ha iniziato a scottare, e le nottate avevano iniziato ad avere un senso. Opening night, Oracle Arena: Chris Paul dopo le prime fasi del match avverte dolore all'articolazione incriminata, si fa curare ma niente, alza bandiera bianca. Out a causa di un ginocchio ammaccato, quello sinistro a far capricci ed a tenerlo lontano dai parquet per un mese. Ora, con circa 30 giorni di ritardo, la sua stagione può avere inizio, perchè questa notte, in casa dei Suns, i Rockets si esibiranno con CP3, ristabilitosi e desideroso di dare il suo contributo.

Senza Paul i Rockets sono tornati alla strutturazione dello scorso anno, quella con James Harden a gestire la stragrande maggioranza dei possessi in attacco, orchestrando ogni singola azione dei texani. Il resto del roster ha giocato secondo le sue indicazioni, soprattutto piazzandosi oltre l'arco ad attendere lo scarico giusto per piazzare la tripla, meno contestata possibile. Undici vittorie, quattro sconfitte, un record strapositivo nel lasso di tempo nel quale l'ex point guard dei Clippers è rimasto in penombra, risiedente in infermeria. Segno evidente che coach Mike D'Antoni, anche dovendo fare a meno del 'colpo da novanta' messo a segno dal front-office dei Rockets quest'estate, ha saputo dare un'identità precisa di squadra alla sua creatura, compito tra l'altro non particolarmente difficile in quanto l'ex Baffo, in questo primo mese di regular season, ha calcato lo stesso spartito dello scorso anno, quando il Barba è stato sempre impegnato da playmaker, con risultati più che soddisfacenti.

"E' pronto, penso che a Phoenix giocherà". Queste le parole di D'Antoni prima dell'allenamento previsto a Houston mercoledì. Poi l'allenatore ha proseguito, senza peli sulla lingua: "Quello che abbiamo fatto fino ad ora non conta. Dalla prossima gara avremo una nuova squadra, quando metti una grossa roccia in uno stagno ci sono grandi ondate. Ora non ci resta che capire come evolverà il nostro gioco con Paul in campo, ci vorranno almeno 2-3 partite per valutare bene il tutto". D'Antoni, dunque, ha anticipato un periodo di adattamento, dato che con Chris Paul il gioco dei 'razzi' ovviamente cambierà. Ci sono meccanismi e automatismi da trovare tra due giocatori abituati ad avere a lungo il pallone in mano. Ma se la dirigenza di Houston ha scelto Paul in off-season - decisione certamente ponderata dal front-office capeggiato dal general manager Daryl Morey - avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo, dunque ora la parola passerà al campo, come sempre giudice supremo su ogni altra cosa. Appuntamento alla Talking Stick Resort Arena, ore 04:30 italiane. Paul è tornato, i Rockets hanno una stella in più.