"Io e Lonzo abbiamo un bel rapporto, abbiamo iniziato a conoscerci l'un l'altro nella summer league, ora ci troviamo bene insieme, siamo molto vicini, condividiamo buona parte della giornata noi due insieme ad altri nostri compagni. Ha molta pressione addosso, questo è palese, ma riesce a gestirla bene, è un ragazzo in gamba, ha le spalle larghe".

Rispetto a Lonzo Ball, rookie scelto alla seconda chiamata dai Los Angeles Lakers nel corso del Draft tenutosi lo scorso giugno che sta mantenendo un rendimento costante, ma leggermente sotto alle aspettative di inizio anno, è un altro il rookie a brillare nella città angelina, ovvero Kyle Kuzma. Scelto con la 27^ pick, ha iniziato ad indossare i colori gialloviola senza avere addosso quella pressione che invece ha avvertito sin da subito Ball. Dopo la notte del Draft, Kyle Kuzma era da tutti etichettato “l’altro rookie”, sul quale coach Walton aveva tutte le intenzioni di lavorarci, ma non si aspettava neppure minimamente di poter disporre già di un giocatore completo, formato, insomma di un 'giocatore NBA-ready'.

Leader della second unit insieme a Jordan Clarkson, l'infortunio di Larry Nance jr gli ha spalancato le porte dello starting five, responsabilità che la matricola classe 1995 si è assunta senza alcun problema. Rendimento alto, 14.9 punti, 6.8 rimbalzi ed 1.4 assist ad allacciata di scarpe. Prestazioni superlative per un ragazzo che ha dimostrato di avere un carattere forte, sangue nelle vene, che non si è lasciato minimamente intimorire dal grande salto tra i professionisti. Al portale d'informazione americano 'The Undefeated', Kuzma ha rilasciato interessanti dichiarazioni in merito al suo inizio di regular season, brillante, e non solo. Tanto hype intorno alla sua figura, il diretto interessato però è intento a restare con i piedi per terra: "Lavorando duramente, tutto si può ottenere. Fino ad un pò di tempo fa non ero molto considerato, ora molte persone nell'NBA hanno preso nota".

Fonte: Los Angeles Lakers official Twitter
Fonte: Los Angeles Lakers official Twitter

Queste prime apparizioni in maglia Lakers gli hanno completamente cambiato la vita: "Ovunque io vada, tutti mi notano. Prima camminavo per le città, nessuno mi conosceva, ora invece è tutto cambiato, la gente mi ferma per strada vuole scambiare chiacchiere, fare foto. Devo spostarmi diversamente, specie a Los Angeles dove sono maggiormente conosciuto. E' tutto nuovo per me, la notorietà non l'ho mai avuta prima". Nè Duke e nè Kentucky, Kuzma non è tipo da grandi college: "Provengo da Reebok, a Philadelphia, la mia cosa più grande in assoluto. Non ho giocato in una squadra di grandi dimensioni. Solo piccoli team, ricordo ancora quando ho militato in una squadra chiamata l'Orgoglio di Dorian, altri tempi ma meravigliosi. Ho giocato per loro in due o tre tornei. Erano una squadra di Reebok. Sono stato impegnato sempre per la zona".

Fonte: Los Angeles Lakers officiale Twitter
Fonte: Los Angeles Lakers officiale Twitter

Origiario di Flint, nel Michigan, Kyle Kuzma ricorda la sua infanzia ed i luoghi dove è cresciuto: "Lì non nascondo che era molto difficile da vivere. C'erano innumerevoli tentazioni per le strade. C'era molta negatività con la violenza, era pericoloso viverci. Poi l'odio razziale era così forte d far venire i brividi. Io non ho viaggiato molto, perchè non ne avevo la possibilità, ma facendolo ora posso dire che è bellissimo".

Tanti sacrifici, che alla fine sono valsi a qualcosa. Dopo anni d'apprendimento, ecco l'NBA. Scelto alla ventisettesima chiamata dai Brooklyn Nets, è stato poi ceduto immediatamente ai Los Angeles Lakers durante la serata insieme al centro Brook Lopez in cambio della guardia D'Angelo Russell e del 'pesante' contratto del pivot russo Timofey Mozgov. Scelto al primo turno, quasi non ci sperava KK: "Ero incredulo, in quegli attimi stavo coronando un sogno di una vita. Non ci credevo. Ho potuto finalmente affermare <>, una cosa pazzesca. Se solo ripenso a quegli attimi, mi vengono i brividi". Ottimo impatto con la nuova lega, il sgreto è presto detto: "Il duro lavoro. La mia etica del lavoro. La mia fiducia. Il mio approccio. Cerco di non agire come un rookie. Cerco di comportarmi con un veterano che gioca in NBA da 10 anni. Voglio essere speciale". Una fiducia scovata nelle piccole cose: "Sono sempre stato molto fiducioso nel mio gioco e in me stesso. Quando si lavora così bene, così come sto facendo io in queste settimane, ti passa ogni tipo di paura,