Il sistema di gioco al potere. Eseguono i Boston Celtics di Brad Stevens. Al netto delle enormi difficoltà e degli infortuni che stanno falcidiando il roster a disposizione dell'ex tecnico di Butler University, non sembra arrestarsi la voglia irrefrenabile di andare oltre le avversità e di vittoria della squadra del Massachussets. Ancora una vittoria, la decima di fila, nella notte italiana contro i Los Angeles Lakers, nella sfida mai banale tra le due franchigie più vincenti della storia della NBA tutta. Il tutto, compreso il primato nella Eastern Conference, senza poter contare su uno dei due acquisti estivi, Gordon Hayward, e nella sfida contro i gialloviola persino su Al Horford e Jayson Tatum.
Nonostante tre gravi assenze, che avrebbero condizionato qualsiasi roster e qualsiasi prestazione, i Celtics sono riusciti a porvi rimedio grazie alla sagacia tattica ed alle soluzioni proposte da Stevens, il quale pur sottolineando l'impossibilità di sostituire un giocatore del calibro di Horford, ha messo in condizione Baynes di eguagliare il massimo in carriera in termini di punti - 21 - e i farlo nell'arco di 22 minuti giocati. Al suo fianco un brillante Morris, tornato anch'egli da un infortunio e decisivo sia da oltre l'arco che difensivamente. "Non mi aspetto che Morris sostituisca Al, così come non mi aspetto che lo faccia Baynes o altri. Non dobbiamo rimpiazzare Horford come giocatore, ma in termini di apporto che fornisce alla causa. Non possiamo aspettarci da nessuno in rosa che giochi come fa lui nelle due metà campo. Dobbiamo sopperire a questa assenza, come a tutte, di squadra: lui fa nove rimbalzi di media a partita, gli altri dovranno mettersi in condizione di prendere nove rimbalzi in più ed assicurarci questa produzione. Stesso dicasi per quanto produce in termini realizzativi".
Discreta, quindi, in tal senso, la risposta del duo Morris-Baynes, che ha confezionato nella sfida contro i Lakers 39 punti complessivi. Tanti chiaramente i complimenti da parte dei compagni di squadra nei confronti del centro australiano, che non ha fatto rimpiangere Horford: "Ha fatto una grande partita - ha detto Irving - sostituendo perfettamente Al e capendo immediatamente cosa ci serviva per portare a casa la vittoria. E credetemi non è affatto facile capire come e dove Al fa la differenza in attacco e difensivamente per noi. Tuttavia sia Aron che Morris hanno messo il loro timbro sulla gara, risultando decisivi per la vittoria". "Dobbiamo farci trovare pronti a qualsiasi cosa, qualsiasi infortunio - ha chiosato Stevens riguardo la situazione lunghi - ma sono chiaramente contento per quanto visto dai ragazzi stasera".
Infortunio di Horford che non è una novità per i Celtics, i quali hanno preferito dopo lo scontro al capo rimediato con Bazemore in quel di Atlanta, di tenere a riposo precauzionale il centro ex Hawks. Stesso trattamento riservato a Jayson Tatum, costretto a giocare soli nove minuti della sfida contro i Lakers prima di abbandonare il parquet e la sfida a distanza con Brandon Ingram, entrambe ex Duke Blue Devils. Per il rookie, uno dei migliori con Simmons di questo avvio di stagione, una distorsione alla caviglia che non sembra preoccupare più di tanto. A tal proposito, Stevens ha così parlato dell'accaduto: "Ci ha chiesto di uscire, e per non rischiare lo abbiamo tolto dal campo. E' tornato negli spogliatoi e mi è stato detto che era meglio non fargli continuare la partita. Verrà riesaminato domani con maggiore cura. Speriamo non sia nulla di serio". Nel caso di Tatum, Stevens ha potuto fare affidamento sull'energia e sul talento di Marcus Smart e Terry Rozier, i quali chiamati in causa non si sono tirati indietro anzi, hanno contribuito rispettivamente con 9 e 14 punti al decimo successo di fila dei Celtics.