Dopo la strepitosa esibizione di LeBron James al cospetto dei Washington Wizards, i Cleveland Cavaliers sono tornati a perdere in casa, sul parquet amico della Quicken Loans Arena, contro una delle squadre meno temibili - record e roster alla mano - della lega. Altro giro, altra sconfitta, stavolta contro gli Atlanta Hawks di Mike Budenholzer, sgabbiati via meglio già dal primo quarto e avanti nel punteggio dall'inizio alla fine, nonostante un tentativo di rimonta tardivo da parte dei vicecampioni NBA. 

L'argomento dell'approccio alle gare è diventato oggetto di discussione nel post-partita, quando negli spogliatoi un veterano come Dwyane Wade (25 punti in uscita dalla panchina) ha richiamato l'attenzione sul tema, chiedendo al quintetto titolare di iniziare con maggior concentrazione sfide che altrimenti si complicano, anche per la fiducia concessa agli avversari: "Non è un segreto che cominciamo le partite in maniera orribile - le sue parole, riportate da Dave McMenamin di Espn - e oggi Atlanta è andata via subito. Il nostro impegno e la nostra concentrazione erano assenti alla palla a due: ecco perchè poi sei costretto a provare a recuperare, a perdere tantissime energie per rimontare dalle sedici alle diciotto lunghezze di distacco. E' dura farlo per tutta la sera. Ne siamo tutti consapevoli nello spogliatoio, ma i titolari devono iniziare meglio. Prima o poi vorrei che quelli del primo quintetto si arrabbiassero con noi della second unit perchè abbiamo sprecato un vantaggio. Sto aspettando quel giorno. Siamo stati spesso sotto di dieci punti, e ho detto ai ragazzi che ogni volta che sono entrato in campo, c'era almeno un solco in doppia cifra da cercare di colmare. Abbiamo fiducia nella nostra second unit, ma non vogliamo che vada sempre così, quantomeno non ogni volta". Sulla stessa lunghezza d'onda un'altra riserva, Channing Frye: "Dobbiamo giocare in maniera più dura ed essere molto ma molto più attenti ai dettagli, avere addosso un miglior senso di urgenza, perchè ora come ora stiamo facendo schifo". Difficile per i Cavs puntare il dito contro un solo giocatore, anche se Kevin Love è stato tra i peggiori con gli Hawks, perchè tutti i componenti dello starting five hanno avuto un plus/minus negativo, persino LeBron James (-4 in 41 minuti di gioco, altra mezza maratona per il Prescelto). Diversi i problemi di Cleveland, che però ha dalla sua il fattore tempo: la regular season è appena cominciata, e c'è tutto il tempo per comprendere che bisogna entrare in campo in tutt'altra maniera. 

"Non c'è stata energia - spiega LeBron James al termine della partita (26 punti, 13 assist, due stoppate, ma anche sei palle perse per lui contro Atlanta) - siamo stati pessimi dal punti di vista dell'impegno e, anche se poi provi a svoltare, non riesci a sistemare tutto in una sola gara. E' qualcosa che sta durando da un po' di tempo, dobbiamo trovare il modo di uscirne. Stasera ci siamo ricascati ancora, non vogliamo cercare colpevoli o capri espiatori, ma ognuno di noi ha bisogno di salire di livello nel suo gioco, per offrire delle prestazioni degne di quelle che vorremmo fornire". Dice ovviamente la sua anche il capo allenatore di una squadra che sembra spesso autogestita, Tyronn Lue: "Penso che ogni singola sera abbiamo il dovere di rispettare i nostri avversari - le parole del coach - e di avere addosso un senso d'urgenza, non nel quarto quarto, o negli ultimi sei minuti, ma dall'inizio alla fine. E' qualcosa che è già accaduto lungo la cavalcata degli ultimi quattro anni di questa squadra. Quando alcuni giocatori sono fuori, oppure quando giochiamo contro squadre dal record negativo, dobbiamo capire che gli avversari cercheranno comunque di competere e di giocare duro. Se non riusciremo a pareggiare la loro energia, saremo sempre sconfitti". A chi gli chiede se non si sente responsabile di queste partenze lente, per aver schierato sei quintetti titolari diversi nelle prime dieci partite di regular season, Lue risponde così: "Non lo so, faccio parte di questo mondo da vent'anni: questi ragazzi sono uomini adulti. Bisogna solo dire la verità: ci sono squadre che giocano duro, con giocatori - come stasera Isaiah Taylor e Taurean Prince - che hanno voglia di competere. Anche se non sappiamo bene chi siano questi giocatori, dobbiamo comunque rispettarli".