Nonostante una distorsione alla caviglia che lo ha costretto a saltare quattro gare consecutive, l'inizio di regular season di Derrick Rose in maglia Cleveland Cavaliers è stato sicuramente positivo. Lampi di atletismo e buone giocate per questo ventottenne che ha dominato l'NBA fino a diventarne il più giovane MVP nel 2011 (a ventidue anni), e che ora si ritrova in squadra con LeBron James, pronto a lottare per il titolo e per un riscatto personale che non ha trovato con i Chicago Bulls nè con i New York Knicks.
Su Rose continua però a pendere la spada di Damocle degli infortuni, se è vero che, come riportato da Dave McMenamin di Espn, i suoi minuti restano contingentati. Non più di ventotto/trentuno a partita, come dimostrato anche dall'esibizione di Washington contro i Wizards. Nella gara dello show di LeBron James, alla Capital One Arena, Rose ha messo a referto venti punti, tredici dei quali nel primo quarto (in dieci minuti di gioco), altri sette nei restanti diciannove minuti concessigli da coach Tyronn Lue. Ma il limite dei minuti non sembra spaventare l'ex Bull, convinto di poter dimostrare ancora il suo valore ad alti livelli, nonostante i dubbi sulla sua integrità fisica: "Fatemi dire che sono solo felice di far parte di questa squadra - le sue parole - di qualcosa che ritengo essere speciale. Per quanto riguarda i minuti contingentati, non posso farci nulla, ma con tutti gli infortuni di cui sono stato vittima in passato, è qualcosa a cui sono abbastanza abituato. Qualsiasi cosa la squadra e lo staff tecnico vogliano da me, la farò: sono qui per aiutare il gruppo e per andare nella giusta direzione". A Cleveland l'obiettivo è quello di preparare Rose per farlo giungere nelle migliori condizioni possibili ai playoffs: "So di non aver mai giocato fino a giugno, quindi proverò ad essere attento a qualsiasi cosa. La mia caviglia non è ancora perfettamente a posto, e nel secondo tempo della partita di Washington è diventata rigida. Ma mi sento meglio, cercando di mettere insieme un quarto alla volta, nei secondi tempi dovrò trovare un modo per rendere l'articolazione più flessibile. Magari facendo più riscaldamento, o qualcosa del genere. Contro i Wizards non ero a posto nel quarto quarto, ma mi fidavo dei miei compagni di squadra: è uno dei motivi per i quali sono qui. Abbiamo un gran bel gruppo".
Rose si prende anche gli elogi del suo capo allenatore, Tyronn Lue: "Penso che il suo ritmo abbia davvero cambiato la partita. Ogni volta che gli avversari provavano a fare un parziale, lui riusciva a rispondere con facili layup, sin dall'inizio della partita. Credo che il suo ritmo ci abbia aiutato a mantenerci sempre coraggiosi e aggressivi". Sulla stessa falsariga LeBron James: "Ha giocato minuti importanti - le parole del Prescelto sul suo nuovo compagno di squadra - mi è sembrato davvero elastico, e il suo tiro in sospensione è entrato. Ha attaccato nel pitturato, ha solo avuto un piccolo problema nel ricadere a terra dopo un salto. Anche se avrebbe voluto rimanere in campo per più tempo, tutto ciò che ci ha dato è stato importante, era ciò di cui avevamo bisogno". Il Rose di questa prima parte di stagione, al netto dell'infortunio alla caviglia, sembra in effetti un po' più esplosivo del giocatore scolastico visto in maglia New York Knicks. Rimane ovviamente lontanissimo dagli standard da MVP e pre-infortunio al legamento crociato del ginocchio, ma il lavoro fatto in estate per recuperare dall'intervento chirurgico al menisco sembra dare i suoi frutti. Più compatto nel tiro in sospensione, sia dalla media che dalla lunga distanza (tirare dall'arco non è comunque mai stata la sua specialità), Rose ha di certo ritrovato una buona velocità di base, e una condizione atletica più che accettabile, dato il suo pregresso in materia. Difficile stabilire cosa accadrà quando Isaiah Thomas tornerà a pieno regime (non prima del 2018), ma sicuramente il Rose di questo inizio di stagione è tornato a sentirsi un giocatore di pallacanestro, in attesa di provare a ritrovare fiducia e continuità. A Cleveland le aspettative su di lui non sono altissime, fattore che potrebbe aiutarlo a fare meglio del preventivato, per dare una nuova svolta alla sua carriera.