A distanza di dieci giorni dall'inizio della regular season NBA, la panchina di Jeff Hornacek è già in bilico. Secondo quanto riportato infatti da Ian Begley di Espn, l'ex allenatore dei Phoenix Suns sarebbe in discussione dopo i risultati di preseason (solo sconfitte, cinque) e le prime tre gare di stagione regolare, perse contro Oklahoma City, Detroit e Boston. Ecco perchè il derby di stanotte rappresenterà un nuovo esame per i suoi New York Knicks, attesi a un'annata difficile, ma di certo non intenzionati a finire nel libro dei record dalla parte sbagliata.
Via l'alibi e parafulmine Carmelo Anthony, i Knickerbockers si sono riscoperti privi di una reale anima tecnica, eccezion fatta per quella rappresentata dal giovane Kristaps Porzingis. Il complesso del roster non brilla per talento diffuso, ma il frontoffice di New York ha intenzione di procedere in maniera aggressiva sulla via del rebuilding. Magari sacrificando anche Hornacek, che in poco più di un anno alla guida dei Knicks ha dovuto affrontare difficoltà di tutti i tipi, dal perenne caso Carmelo Anthony, alle lune di Derrick Rose, al siluramento di Phil Jackson, all'infortunio e poi alla sospensione per doping di Joakim Noah, passando per i problemi ambientali, esemplificati la scorsa stagione dallo sfogo pubblico dell'ex giocatore Charles Oakley. Steve Mills, presidente delle operazioni cestistiche della Grande Mela, e il suo braccio destro Scott Perry, general manager, hanno lasciato intendere di voler vedere miglioramenti durante l'arco della stagione, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione dei singoli giocatori, in buona parte giovani, e la difesa, tasto dolente ormai da un anno. Le prime tre partite di regular season, oltre a quelle di prestagione, non hanno certo deposto a favore di Hornacek e del suo staff tecnico, se è vero che i Knicks hanno perso con tutti, e sono attualmente l'unica squadra della lega senza neanche una vittoria all'attivo. Con un'eventuale sconfitta stanotte, al Madison Square Garden contro i Brooklyn Nets di Kenny Atkinson, il loro record peggiorebbe, con il rischio di ritrovarsi poi 0-7 dopo le gare con Cleveland, Denver e Houston.
Non mancano però le attenuanti a coach Hornacek. Innanzitutto le assenze, quelle di Joakim Noah e di Frank Ntilikina (il giovane francese dovrebbe però tornare in campo oggi), in secondo luogo la difficoltà di motivare un gruppo che non vede prospettive davanti a sè, tanto è vero che lo stesso frontoffice della franchigia starebbe cercando di acquisire tramite trade dai Phoenix Suns la point guard Eric Bledsoe (in cambio di chi è ancora difficile dirlo). Il ritorno a cifre contrattuali iperboliche di Tim Hardaway Jr. non ha certo aiutato l'immagine dei Knicks nella bufera della ricostruzione, così come le difficoltà nell'individuare un playmaker esperto e presentabile. Eccezion fatta per Ntilikina, proveniente dal campionato francese e acerbo per l'NBA, i vari Ron Baker, Ramon Sessions e Jarrett Jack non sono sinora sembrati adatti a nascondere i problemi strutturali del roster sugli esterni. Doug McDermott, proveniente dai Thunder nell'affare Anthony, non è certo un giocatore capace di creare da solo un vantaggio all'attacco, nè in grado di fare la differenza in difesa. Ed è proprio nella loro metà campo che i Knicks vogliono vedere progressi: difficile però quando si hanno in squadra elementi come Enes Kanter, turco mai predisposto a una buona difesa, Michael Beasley e tutte le point guard già citate. Rimangono Willy Hernangomez, Kyle O'Quinn e Mindaugas Kuzminskas, elementi utilizzati con il contagocce, un po' per scelta tecnica un po' per problemi fisici. Il solo Courtney Lee non può bastare come giocatore a due dimensioni, buon tiratore e difensore di livello, soprattutto se il resto della squadra è mentalmente disconnesso. Da stanotte si saprà di più del futuro di Hornacek, non di quello dei Knicks, destinati a un'annata di grande sofferenza.