Una settimana dopo il gravissimo infortunio di Gordon Hayward, il futuro a breve-medio termine dei Boston Celtics sembra meno fosco. Il k.o. dell'ex giocatore degli Utah Jazz rimane una perdita gravissima per coach Brad Stevens, ma con la sua assenza dal parquet (stimata per tutta la stagione), i biancoverdi stanno mettendo in mostra con continuità il talento dei due giovani Jaylen Brown e Jayson Tatum, due ali apparentemente simili tra loro, in realtà complementari nel gioco dei Celtics. 

Un saggio delle loro capacità si è avuto questa notte, nella gara interna vinta da Boston contro i derelitti New York Knicks, con quarantacinque punti segnati in combinata (23 di Brown e 22 di Tatum, con il primo a dare spettacolo nel primo tempo, e il secondo nella ripresa). Se la crescita di Brown, giocatore al secondo anno dopo essere stato scelto con la terza moneta assoluta al Draft 2016 era nell'ordine delle cose, il modo di coprire il campo di Tatum, rookie da Duke, è assolutamente sorprendente. Giocatore verticale ed estremamente atletico per il ruolo, Jayson sta dimostrando di essere uno dei migliori - se non il migliore - prospetto uscito dall'ultima lottery del Barclays Center. Nessun timore reverenziale, solo rispetto per la lega e per la maglia che ha indosso. Per il resto, tanto coraggio e talento da vendere, per certi versi più cristallino del compagno Jaylen, più forte fisicamente, ma tecnicamente maggiormente grezzo. E a Boston ci si chiede già se i due potranno essere d'aiuto in primavera, quando le partite conteranno davvero, o se su di loro sarà necessario costruire un progetto di più ampio respiro, di due o tre anni insomma. Risponde Kyrie Irving, costretto dall'infortunio di Hayward a calarsi nella parte del veterano e leader tecnico dei biancoverdi: "E' difficile porre un limite al talento di questi due ragazzi - le parole dell'ex playmaker dei Cavs, riportate da Chris Forsberg di Espn - sinceramente non avevo così tante aspettative su di loro. Volevo solo vederli giocare e dimostrare a se stessi e agli altri che erano in grado di avere un impatto su questa squadra, oltre che fare esperienza. Le aspettative su di noi erano alte come collettivo, ma ora Gordon Hayward si è infortunato e anche Tatum e Brown sono diventati giocatori attesi. Diventeranno i peggiori critici di se stessi, intanto io sono il loro primo tifoso qui".

"In questa lega la differenza tra essere un grande giocatore e uno nella media sta nella continuità e nella solidità, tutte cose che continuerò a spiegare ai ragazzi. Devono solo essere se stessi e continuare a migliorare giorno dopo giorno". Parole simili anche quelle di Al Horford, lungo giunto a Boston nell'estate del 2016, all'epoca free agent in uscita dagli Atlanta Hawks, che si concentra sull'impatto difensivo di Tatum e Brown: "Sono qui e stanno facendo vedere le loro impronte in questo momento - dice Horford - sono molto orgoglioso di loro. La maggior parte delle persone guarda la metà campo offensiva, ma è difensivamente che sono sorprendenti. Sono sempre attivi in difesa, riuscendo ad essere al posto giusto al momento giusto. Quindi è fantastico vederli avere successo in attacco, ma è la difesa il punto sul quale mi concentro con loro: stanno facendo davvero un gran lavoro". Non sembra montarsi la testa uno dei diretti interessati, Jaylen Brown: "Mi sono ripromesso di rimanere con i piedi per terra ogni giorno. Quest'estate ho trascorso del tempo con Thierry Henry, famoso ex calciatore, ed una delle cose che mi ha detto è stata esattamente questa, cioè di considerare ogni giorno alla stessa maniera. E infatti ogni giorno devo giocare per dimostrare cosa mi differenzia dagli altri, cercando di fare sempre del mio meglio, senza prendermi momenti di pausa". Enormi i margini di miglioramento di Brown, che solo ieri ha compiuto ventuno anni, ma già guida e amico del più giovane Tatum, che non sembra avere dubbi su un futuro luminoso insieme: "Con il passare del tempo continueremo a migliorare e a trovarci sempre più a nostro agio sul campo".