"Leaving was never my proud, leaving New York never easy" cantavano i REM nel lontano 2004. Tredici anni dopo è toccato a Carmelo Anthony, per lavoro, lasciare la Grande Mela, anche se l'ex ala dei Knicks sembra averlo fatto decisamente a cuore molto più leggero. New York alle spalle, anzi al cospetto. Perché la NBA da questo punto di vista è crudele, spietata: l'esordio in maglia Thunder di Melo non poteva che essere contro la sua ex franchigia, quei Knicks spazzati via nella nuova casa del nativo di Red Hook. 22 punti, non una prova esaltante al tiro, ma sufficiente per archiviare la pratica grazie alla collaborazione di Paul George e Russell Westbrook.
Non poteva che iniziare meglio l'avventura ad Oklahoma City per Anthony, il quale ha aperto la gara con una tripla da distanza siderale, commentandola così nel post partita: "Sono stato sorpreso nel vedere che il mio primo tiro fosse così aperto. Ero solo. Sono stato felice di vederlo entrare, con il primo tiro alle spalle e con esito positivo è stato più facile concentrarsi sul resto della gara". Inevitabile tuttavia non parlare anche del suo passato e degli avversari odierni, nonostante la volontà di Melo sia quella di voltare pagina: "Quel capitolo è chiuso. Chiuso vi dico. Non vorrei più sentire parlare dei Knicks. Dobbiamo soltanto focalizzarci e concentrarci sui Thunder e guardare avanti e vorremmo farlo come squadra, come un unicum che si muove assieme. Per quanto riguarda il capitolo New York, è chiuso".
Un passaggio anche su quel che riguarda l'attacco, apparso molto equilibrato ed efficace, sebbene la necessità resti quella di valutarlo contro una difesa di ben altro calibro: "Offensivamente è chiaro che molto dipende da noi, dai tiri che prendiamo. Credo di poter parlare per me, per George, siamo stati presi per prendere quei tiri. Il nostro obiettivo è restare concentrati e creare spazi per poter prendere quei tiri. Dobbiamo iniziare a sentirci a nostro agio con questo tipo di soluzioni. Solitamente guardavamo giocare Westbrook, ora essere dalla stessa parte del fiume e poter beneficiare del suo gioco, è eccitante. Abbiamo iniziato a capirci in campo, sono contento di ciò che si è visto stasera e di cosa stiamo iniziando a costruire".
Dello stesso avviso anche le altre due punte del triangolo dei Thunder, che si soffermano su questo aspetto ribadendo di fatto ciò che ha detto Anthony: "Nessuno può marcare Russell - ha asserito l'ex ala degli Indiana Pacers - è capace di attrarre costantemente due avversari, fa collassare sempre le difese e per noi non può che essere fondamentale questo tipo di lavoro. Molto spesso ci saranno tiri aperti per me, come per gli altri sul perimetro e non ci resta che lavorare per ripagare e rendere efficace questo tipo di lavoro". Tutto semplice anche per lo 0, che alla prima uscita stagionale ha messo già a referto la prima tripla doppia dell'anno: "Abbiamo appena iniziato a conoscerci, a costruire qualcosa. Per quel che mi riguarda, sono concentrato al massimo per spingere al massimo, in campo e fuori. E' chiaro che con loro sul parquet è tutto più facile, farò di tutto per metterli in condizione di esprimersi al loro meglio".