I tempi bui sembrano davvero finiti per i Philadelphia 76ers, che la scorsa notte hanno aperto la loro stagione NBA con una bella prestazione - non coronata dal successo finale - sul campo dei Washington Wizards, lo scorso anno semifinalisti di Conference ad Est (k.o. solo in gara-7 contro i Boston Celtics). Diversi i motivi di soddisfazione per coach Brett Brown e il suo staff tecnico, a partire dall'esordio dell'australiano Ben Simmons.
Il prodotto da Louisiana State University, prima scelta assoluta al Draft del 2016, ha chiuso la sua prova con 18 punti (7/15 dal campo), 10 rimbalzi e 5 assist, mostrando una padronanza dei suoi mezzi tecnici e atletici fuori dal comune. Passatore straordinario per un giocatore della sua stazza (una point forward a tutti gli effetti), Simmons ha tenuto a galla i Sixers fino alla fine contro i Wizards di uno scatenato John Wall, insieme a Joel Embiid, costretto tuttavia a giocare con i minuti contingentati a causa degli ultimi infortuni, e al più esperto Robert Covington. "Onestamente, mi sembrava di star giocando alla playstation - le parole di Simmons nel postpartita, riportate da Nick Metallinos di Espn - guardavo Joel, con tutte le luci dei riflettori addosso, e mi sono detto: "Ok, sono qui". Sono abituato a sfruttare la mia stazza e la mia velocità, e penso di aver fatto un buon lavoro oggi. Avrei potuto fare di più, magari avremmo vinto, ma siamo stati comunque lì. Sarebbe stato meglio se avessimo vinto, ma era la prima partita. Ne abbiamo molte davanti a noi. Stiamo crescendo, è entusiasmante, so che questa squadra può essere speciale. Non vedo l'ora di capire fin dove potremo arrivare". Soddisfatto della prestazione di Simmons, anche coach Brett Brown: "Che dire della prima di Ben Simmons in NBA? Penso che la sua prima gara sia stata davvero eccezionale. Fisicamente, vediamo tutti che atleta sia, e credo che i suoi margini di crescita siano fuori categoria. In qualche occasione avrebbe potuto concludere ancora meglio". Si spinge in un paragone impegnativo Robert Covington: "Quello che ha fatto oggi è ciò che gli vedremo fare per noi per un bel po'. E' capace di trovare giocatori liberi in ogni situazione di transizione, ha una grande visione di gioco. Ed è un giocatore di oltre due metri, non c'è nessuno in questa lega con le sue qualità, dietro LeBron James".
Le doti di passatore di Simmons sono le prime a impressionare in questi primissimi passi NBA dell'australiano, anche per la posizione occupata in campo. Un'ala spesso con la palla in mano, soprattutto in situazioni dinamiche, capace di ribaltare il lato con estrema facilità, ma anche di trovare i lunghi, come Embiid e Saric, e metterli nelle condizioni migliori per concludere al ferro. D'altronde il roster dei Sixers è strutturato proprio per concedere a Simmons un ruolo da point forward, se si considera che i margini di miglioramento di Markelle Fultz sono giganteschi, sia per quanto riguarda il tiro in sospensione sia che per lettura di gioco, con T.J. McConnell backup di Jerryd Bayless, più guardia tiratrice che playmaker. La Phila di quest'anno sembra voler correre in attacco, sfruttando tutto il campo grazie all'energia dei suoi giovani, mentre in difesa molto dipenderà dal lavoro di Joel Embiid, dominante per fisicità, ma ancora un punto interrogativo per quanto riguarda la tenuta nel lungo periodo. La presenza del camurenese, unita a quella del croato Dario Saric e dello stesso Robert Covington, lascia però poco spazio a un altro grande talento giovane dei Sixers, Jahlil Okafor, ormai una sorta di separato in casa. Okafor, che recentemente ha dichiarato di essersi sentito come il capro espiatorio dei problemi di Philadelphia degli ultimi due anni, potrebbe salutare la città dell'amore fraterno nell'arco della stagione, una volta che il presidente esecutivo Colangelo deciderà di trovare contropartite adeguate a un talento che sarebbe delittuoso veder sfiorire in panchina.