Esordio da 29 punti, 16 rimbalzi, 9 assist e 2 stoppate per Lebron James, prestazione condita dalla vittoria casalinga contro i nuovi Boston Celtics, probabili principali avversari all’ennesima corsa alle NBA finals di The King e i suoi Cavs che, soprattutto dopo l’infortunio di Gordon Hayward, rimangono i favoriti assoluti per il trono di miglior squadra ad est. Una partita sontuosa, messa in secondo piano dalla lancinante scena che ha visto un Hayward in preda al dolore lasciare la Quicken Loans Arena in barella, ma che ha trasmesso la medesima sensazione di sempre, ovvero quella di un giocatore che, al momento, individualmente non conosce nessun suo contemporaneo in grado di limitarne l’impatto all’interno della partita. In forma smagliante è parso il nativo di Akron, nonostante fosse reduce da una distorsione alla caviglia, con tutto il suo vastissimo repertorio offensivo in grande spolvero, sicuramente facilitato da una difesa Celtics che, sia per la condizione ottimale ancora da trovare che per lo shock per la perdita del proprio all-star, non gli ha sempre contrapposto il giusto grado di attenzione ed intensità.
“Per un giocatore che ha saltato gran parte del training camp –dichiara Dwyane Wade al termine della partita - giocare così, segnare in quel modo è davvero impressionante, noi ci affidiamo a lui. Dipenderemo da lui perché è uno dei migliori, non ci sono molti in grado di fare quello che lui è in grado di fare”. Successivamente Flash ha espresso l’importanza per tutto il roster di farsi trovare sempre pronto per uno scarico di James: “Dobbiamo essere pronti a fare ciò che ci è chiesto, come ha fatto Kevin Love mettendo una tripla su suo scarico”. Il riferimento è chiaramente per la bomba che, a soli 46 secondi dal termine, ha riportato Cleveland sopra di quattro lunghezze, rivelatasi poi decisiva per il risultato finale.
Troppo più grosso, troppo più veloce, troppo più intelligente cestisticamente parlando, questa è la perenne sensazione che viene accostata a Lebron James, una macchina da pallacanestro che irretisce ogni avversario con la sua potenza e la sua innata capacità (aspetto più impressionante del suo gioco) di mettere in ritmo i compagni, anche alla non giovanissima età di 32 anni e con un chilometraggio già elevatissimo che continua a salire. “Sebbene abbia giocato poco in preseason, riesce comunque ad elevare il proprio gioco anche quando sembra in leggero affanno- ha dichiarato Kevin Love nel post partita – […] è stato capace di trovare non solo me ma molti altri in momenti chiave, io mi sono fatto trovare pronto e quando l’hanno raddoppiato li ho puniti”. Una prestazione e delle parole che sembrano incredibili se consideriamo il fatto che a meno di un paio d’ore dalla palla a due, la presenza di James non era poi così scontata per questa partita di esordio. Lo stesso coach dei Cavs Tyronn Lue è rimasto sorpreso dalla prestazione di Lebron, rimasto in campo per ben 41 minuti : “Lo si vedeva dal suo sguardo. ˊCercatemi, mettetemi al centro del giocoˋ ed è quello che ha fatto e ha portato a termine. Ha fatto un grande passaggio a Kevin per la tripla decisiva, questo è quello che ha sempre fatto”.
Una caviglia apparentemente guarita che tuttavia è ancora sotto osservazione anche da parte dello stesso James, che, come ha sempre fatto nella sua carriera, continua un lavoro certosino nei confronti del proprio corpo per mantenerlo tutt’oggi ai livelli dei suoi primi anni nella lega. “Se sono al top della forma? Non lo so – dichiara James- domani avrò qualche feedback. Ho appena giocato più di 40 minuti e fatto una seduta extra di condizionamento. Non mi sento soddisfatto del mio gioco in questo momento, dopo essere stato fuori per tre settimane e mezzo. De vo lavorarci ancora, perciò ci sarà una linea sottile tra quando farò riposare la caviglia e le sedute di condizionamento. Non credo di essere al top, ma domani sarà un giorno pieno di risposte”.
Una squadra parecchio rimaneggiata quella del prescelto, con diversi nuovi arrivi e un sistema difensivo ed offensivo che alterna momenti di spettacolo ad altri di orrore, che hanno permesso ai Celtics, anche se privati di Hayward, di sfiorare il colpaccio al day 1. Il miglioramento passa inevitabilmente dal completo inserimento dei nuovi arrivati nel sistema ideato da coach Lue, con i vari Derrick Rose, Jae Crowder e Jeff Green che hanno comunque offerto segnali importanti fin da subito. “Abbiamo molta strada da fare – ha detto James ai microfoni di ESPN – abbiamo così tanti giocatori forti, così tanto talento, da invidiare il nostro staff. […] Faranno un gran lavoro nel permettere a tutti di rimanere nel flusso e essere nel vivo del gioco”.
Parole da leader indiscusso qual è Lebron James, che ha iniziato questa nuova stagione senza la minima intenzione di abdicare al trono di miglior giocatore del mondo, con l’ennesima corsa verso le NBA finals che, complice il tragico infortunio di Hayward, appare in questo momento ancora una cosa possibilissima anche per questa nuova ed inedita versione dei Cleveland Cavaliers.