Sale l'attesa - e la tensione - per la prima gara di regular season della nuova stagione NBA, che si disputerà nella notte (ore 2) tra martedì e mercoledì alla Quicken Loans Arena di Cleveland, tra Cavaliers e Boston Celtics. Una sfida che dovrebbe caratterizzare l'intera annata nella Eastern Conference, e che offre diversi motivi d'interesse: non solo per la rivalità tra le due squadre più attrezzate dell'intero fronte orientale, ma soprattutto per la presenza di Kyrie Irving in maglia biancoverde.
Se i Cavs non potranno presentare Isaiah Thomas, fuori causa per un infortunio all'anca, e avranno con ogni probabilità un LeBron James non al meglio a causa di una distorsione alla caviglia che gli ha fatto saltare quasi tutta la preseason, Boston dovrà fare a meno di Marcus Morris, giunto quest'estate dai Detroit Pistons nell'affare Avery Bradley e ora ai box per un'infiammazione al ginocchio destro. Anche il gemello di Markieff ha disputato una prestagione a singhiozzo, e la decisione dello staff medico dei Celtics è quella di lasciarlo recuperare finchè non sarà regolarmente guarito, nonostante Morris sembrasse tornato a disposizione nella gara di Charlotte, contro gli Hornets, nell'ultima prova amichevole disputata dai Celtics: "Rimarrà fuori per più di dieci giorni - le parole di coach Brad Stevens, riportate da Chris Forsberg di Espn - lo rivaluteremo a fine mese. Lo abbiamo avuto a disposizione tardi, avremmo avuto bisogno di testarlo di più in preseason. Su di lui sono stati eseguiti tutti gli esami del caso e, dal punto di vista strutturale, il ginocchio sta bene, ma penso che sarebbe una mossa affrettata farlo giocare in una partita di regular season. Probabilmente sarà necessario un po' di tempo prima di rivederlo di nuovo in campo. Penso che saremo una squadra migliore con Marcus a disposizione: ora non lo è, quindi dovranno esserci altro giocatori a fare un passo in avanti". Con Morris fuori, il quintetto dei Celtics a Cleveland è pressochè obbligato: Kyrie Irving da point guard, con Gordon Hayward ad affiancarlo nel backcourt, mentre Al Horford agirà da centro, insieme ad altre due ali giovani come Jaylen Brown e il rookie Jayson Tatum. Anche un altro ex giocatore dei Detroit Pistons è in dubbio per la gara di domani: si tratta del centro australiano Aron Baynes, malconcio dopo aver subito una distorsione al ginocchio sinistro.
Se Stevens si augura che Brown e Tatum possano integrarsi bene a vicenda e completare il quintetto titolare, le luci della ribalta sono però tutte su Kyrie Irving, l'ex playmaker dei Cavs che in estate ha deciso - a sorpresa - di lasciare Cleveland, per provare una nuova avventura e uscire dall'ombra di LeBron James. La prima gara ufficiale in maglia biancoverde di Irving coinciderà proprio con il ritorno sul campo che lo ha visto esordire e crescere in NBA, contro i suoi vecchi compagni di squadra, contro una franchigia che lo ha scelto al Draft nel 2011 e con la quale ha vinto un titolo da protagonista nel 2016. Kyrie prova però ad alleggerire la pressione per il confronto con i Cavs, cercando di concentrarsi esclusivamente sulla pallacanestro, evitando di dar peso a tutto ciò che si è detto e che si dirà ancora sul suo addio a Cleveland: "Eccitazione ed energia ci sono tutte - le sue parole - ma credo che tutto il contorno sia stato creato da chi vive questa situazione dall'esterno. Non voglio preoccuparmi eccessivamente di tutto questo, perchè altrimenti non renderei un buon servizio a me stesso e ai miei compagni di squadra. Non voglio subire distrazione nè disperdere energie per quanto riguarda ciò che si sta dicendo su di me e ciò che si continuerà a dire. Ognuno ha la sua opinione e ha il diritto di esprimerla, ma il mio lavoro consiste nello scendere in campo e fare il meglio possibile per la mia squadra, provando a vincere ogni singola partita e mettendo i miei compagni in condizione di fare altrettanto. Andrà senza dubbio così. Il resto fa solo parte della natura di questo business, lo capisco, ma voglio che siano altri ad occuparsene".