SAN ANTONIO SPURS VS HOUSTON ROCKETS 106-97

Al Toyota Center di Houston è andato in scena un primo rematch della sfida del secondo turno degli scorsi playoff, dove i lanciatissimi Rockets di James Harden terminarono la loro corsa contro dei solidissimi Spurs, privi di Kawhi Leonard per l’ultima decisiva gara 6. La musica non è cambiata per questo primo confronto in regular season, sia per il risultato finale, che per l’assenza di “The Klaw” che, con tutta probabilità, resterà a riposo almeno fino alle prime partite di regular season. Rockets anch’essi inficiati dall’assenza di Chris Paul, tenuto a riposo per un problemino fisico. Una partita tutto sommato equilibrata, ma che ha visto San Antonio aggiudicarsi una vittoria wire to wire, quindi in vantaggio dai primissimi minuti fino alla sirena finale. Apparso decisamente in palla è stato LaMarcus Aldridge, autore di una doppia doppia da 26 punti e 10 rimbalzi, apparso decisamente nel vivo del gioco di squadra spurs sia come facilitatore, che come realizzatore, dimostrandosi sostanzialmente immarcabile dai vari Capela, Anderson e chiunque altro lo provasse a limitare in maglia Rockets.

Ottima prova di squadra per gli Spurs, che, rispetto a quanto ci avevano abituati negli ultimi anni, pare aver apportato qualche modifica al loro sistema offensivo, cercando maggiormente il post basso, per un uno contro uno o come centro di triangolazioni alto-basso e di scarichi per un tiro da tre smarcato. Da segnalare le ottime prove dei nuovi arrivati Rudy Gay e Jeoffrey Lauvergne, apparsi decisamente integrati in un sistema tutt’altro che semplice, sia in attacco che in difesa, oltre che del sophmore kyle Andreson.

Dal canto loro i Rockets, con Paul ai box, si sono affidati completamente a James Harden in cabina di regia con i soliti Trevor Ariza e soprattutto Erik Gordon sugli scudi. Buona prova per il barba, con una doppia doppia da 15 punti e 11 assist, ma con percentuali disastrose, soprattutto da dietro l’arco dei tre punti (1-8). Tanti i punti facili in penetrazione concessi alla squadra di Mike D’Antoni, da una difesa Spurs che non ha offerto le consuete garanzie in termini di intensità, ma che è stata capace di limitare quanto basta questi Rockets che, complice l’assenza di CP3, sembrano ancora avere le rotazioni piuttosto corte con i soli Mbah a Moute e Tucker a dare il proprio contributo sensibile dalla panchina. Solida prova per Ryan Anderson, utilissimo stretch four di questa squadra, ma apparso parecchio in difficoltà nella metà campo difensiva contro i lunghi bianco argento.

SPURS: Aldridge 26, Gay 14, Anderson 13, Lauvergne 10

ROCKETS: Gordon 27, Harden 15, Ariza 14, Andreson 13

NEW ORLEANS PELICANS VS MEMPHIS GRIZZLIES 109-142

Ci si aspettava una sfida equilibrata, possibilmente combattuta e con un andamento incerto fino agli ultimi minuti del quarto quarto e invece la sfida tra Grizzlies e Pelicans si è conclusa con un mezzo massacro per la squadra della Louisiana. Una partita a senso unico che ha visto Memphis primeggiare fin dal primo quarto, concluso già con dieci lunghezze di vantaggio. Altro ottimo segnale di squadra, alle porte della regular season per i Grizzlies, che hanno dimostrato, con la parziale rivoluzione del roster portata avanti in estate, di aver aggiunto un ulteriore anima da small ball, al già ottimo gioco a difesa schierata che l’ha contraddistinta nelle scorse stagioni. Una squadra che non ha paura di correre, di alzare i ritmi in transizione con Mike Conley alla regia, costante nel trovare l’uomo libero per una tripla indisturbata. Grande prova del playmaker, come del suo compagno di mille battaglie Marc Gasol, che ha letteralmente portato a scuola il duo di lunghi all star dei Pelicans, sia in difesa, ma soprattutto in attacco, mostrando inconfutabilmente una difesa che, per DeMarcus Cousins e Anthony Davis, palesa ancora pesanti lacune. Il lungo spagnolo si è prodigato, come di consueto, anche come facilitatore (9 assist), ma anche come iniziatore della transizione, portando palla e distribuendola tra le linee per i vari Green, Brooks e Martin, autori tutti di una prova superlativa anche partendo dalla panchina.

I pelicans si sono affacciati a questa sfida con parecchie assenze tra cui Rajon Rondo e Tony Allen, ma che non giustificano un’arrendevolezza e quella che, a conti fatti è una vera e propria debacle difensiva, che non fornisce buoni auspici ai fan delle Twin Towers 3.0 e i loro compagni. Unico Pelican nel vivo del gioco è sembrato essere Jrue Holiday, supportato, ma per lo più nel garbage time da Jordan Crawford e qualche lampo di Diallo e Jones. Ancora molto da lavorare per Alvin Gentry e il suo staff, per rendere questa squadra degna di tale nome e raggiungere il livello degli stessi Grizzlies e di altre squadre che, ad ovest, si giocheranno un posto tra le prime otto, con conseguente approdo alla post season. Per quanto e riguarda Memphis, anche se contro un avversario modesto, tanti ottimi segnali, che, al termine di questa preseason, la vedrà come una delle franchigie da tenere assolutamente d’occhio. Grazie a questa nuova anima che rapidamente si sta sviluppando all’interno di un roster che vede nel duo Conley-Gasol ancora il suo faro di esperienza e personalità.

PELICANS: Holiday 14, Crawford 19, Diallo 13, Cousins 9

GRIZZLIES: Martin 20, Gasol e Conley 19, Green 14, Brooks 15

MIAMI HEAT VS PHILADELPHIA 76ERS 95-119

Vittoria convincente per I giovani 76ers contro dei Miami cheat comunque parzialmente decimate, un po’ per problem fisici e un po’ per precauzione, alle porte della stagione regolare e con una pre season che comunque sta regalando un’inaspettata intensità. Occhi puntati, come da consuetudine, su Ben Simmons e Joel Embiid: grande prova per il primo, con il solito contributo alla round imperativo per un giocatore del suo talento tecnico e fisico, capace di segnare 19 punti, distribuire 5 assistenze e strappato 7 rimbalzi in soli 18 minuti di utilizzo. Prova decisamente più opaca quella del centro camerunense fatta di uno scarso 1-7 dal campo e soli 5 punti conditi comunque da 7 rimbalzi. Per Philly ottima prova anche per J.J. Redick autore di 19 punti con un impressionante 5-6 da tre punti, che hanno ampiamente contribuito al successo della squadra. Un successo arrivato bene o male da una partita controllata fin dal primo quarto senza eccessivi affanni, forte dei timidi tentativi di rimonta di Miami che si è affidata, con Dragic e Richardson ai box, al terzetto composto da Waiters, Adebayo e Johnson.

Palesi le lacune difensive della squadra della Pennsylvania, soprattutto nell’uno contro uno arrendevole e con scarsa intensità che ha permesso a Miami di rimanere in partita, nonostante la difficoltà di quest’ultima a trovare soluzioni offensive con continuità. Interessante duello tra Embiid e Hassan Whitesiade, vinto sicuramente dal lungo di Miami in questo caso, soprattutto nella metà campo difensiva, in cui “The Process” è sembrato varie volte irretito dalla presenza fisica di uno dei migliori centri difensivi della eastern conference. Per Miami buona prestazione di Winslow e di Mickey dalla panchina, ma che non sono servite agli Heat ad evitare la larga sconfitta.

Prova convincente dei Sixers con buona attitudine al gioco di squadra , contro degli Heat rimandati ai prossimi impegni in cui, possibilmente avranno a disposizione tutto il proprio roster, con l’avvicinarsi della regular season.

HEAT: Waiters, Adebayo e Johnson 13, Mickey 12, Winslow 10

76ERS: Simmons e Redick 19, Luwawu-Cabarrot 17, Stauskas 11