Notizia delle utime ore è l’estensione di contratto di Joel Embiid con i Philadelphia 76ers, rinnovo al massimo salariale che farà percepire al centro camerunense 146.5 milioni di dollari diluiti in cinque anni di contratto. Una cifra notevole, sicuramente giustificabile dall’immenso talento e potenziale del prodotto di Kansas, ma che a causa della tendenza di Embiid a infortunarsi, rappresenta una scommessa tutt’altro che da trascurare. Proprio per questa situazione, che negli States definirebbero di injury prone, il general manager della franchigia della Pennsylvania Bryan Colangelo e tutto il front office dei sixers ha redatto un contratto particolarmente sfaccettato e ricco di clausole, in modo da tutelarsi nei confronti di un giocatore che, se sano, potrebbe comunque rappresentare un o il principale giocatore per il nuovo corso Sixers, potenzialmente tra i migliori dei prossimi anni, ma che vede le sole 31 partite in tre anni giocate dal lungo africano come uno spettro difficile da esorcizzare.

Un contratto garantito quello dell’ex Jayhawks che vede nella sua stesura una serie di clausole volte a tutelare la franchigia, la quale gli ha garantito cifre irreali per un sophmore ancora agli albori della carriera. Un contratto dalla gestazione lunga il quale, a conti fatti, rappresenta un inedito per il mondo cestistico americano che ha sempre visto l’investimento negli atleti come una continua scommessa sulla salute degli stessi e lo rende uno dei più complessi accordi della storia della lega. Secondo gli aspetti divenuti di dominio pubblico del contratto in questione, alla dirigenza Sixers verrebbe concesso, nelle sue ultime quattro stagioni di contratto (quindi a partire dalla stagione 2019-20) la possibilità di tagliare il giocatore, con ulteriore benefit economico, se il ragazzo saltasse all’interno di una singola stagione più di 25 partite di regular season. Questo tuttavia riguarderebbe lo specifico caso di infortuni che assoggettino piedi e schiena, notoriamente i settori fisici più critici per il giovane centro, che ne hanno compromesso l’inizio di carriera.

Inoltre se Embiid riuscisse a garantire 1650 minuti in campo in tre stagioni consecutive tra quelle citate, questa clausola verrebbe automaticamente annullata, rendendo di fatto impossibile ai Sixers il taglio del giocatore prima della scadenza del suo contratto, prevista per il 2023. Interessante è anche il fatto che, se il giocatore soprannominato “The process” venisse incluso all’interno del primo quintetto all-NBA, o addirittura vincesse il premio di MVP della regular season imminente, l’ammontare dell’ingaggio totale del rinnovo si alzerebbe a 176 milioni, che, secondo le previsioni potrebbe rappresentare il 30% del prossimo salary cap, non ancora determinato ed ufficializzato.

Un interessante operazione contrattuale che si pone come guida per gettare nuove basi sulle future negoziazioni di giocatori injury prone, che possano fornire nuovi modi per auto tutelarsi alle franchigie che, soprattutto negli ultimi anni, stanno investendo veri e propri capitali per assicurarsi le prestazioni delle loro stelle.