Dopo due settimane passate a guardare i suoi compagni da bordo campo, LeBron James è tornato nella notte abile e arruolabile per la sua prima gara di preseason, alla Quicken Loans Arena di Cleveland, dove i Cavs hanno perso ancora contro i Chicago Bulls, per 94-108. Una prestazione a due facce, quella del Prescelto, che ha messo a referto 17 punti con 8/13 al tiro, ma anche con sette palle perse. Proprio i turnovers hanno tolto il sorriso al miglior giocatore al mondo, non sodddisfatto della prima uscita della nuova stagione. 

"Personalmente, stasera ero fuori ritmo - le sue parole al termine della gara contro i Bulls, riportate da Dave McMenamin di Espn - potevo sentirlo. E' la mia prima partita dalle NBA Finals, e il mio timing non è stato granchè. Le mie palle perse hanno fatto scivolare tutta la squadra, ho mandato fuori ritmo i miei compagni". La sensazione è che l'infortunio alla caviglia, subito in allenamento dopo un contatto fortuito con Cedi Osman, non sia del tutto superato: "In questo momento sto spingendo per recuperare e per testare il mio piede e la mia caviglia. Il mio obiettivo era vedere quale sarebbe stata la risposta nella gara di stasera. Ma probabilmente solo stanotte e domani mattina avrò qualche segnale rivelatore sulle mie condizioni e su come è andata davvero oggi in partita. Per il resto mi sento bene, sono ok, sono ancora fresco dopo la gara, ma non si sa mai come ci si sveglia il giorno dopo: la caviglia potrebbe infiammarsi di nuovo o irrigidirsi. Quindi domani ne saprò sicuramente di più, ma la partita di stasera è stata un test: manca una settimana all'inizio della regular season e ora dovrò decidere se giocare o meno anche venerdì". Per quanto riguarda la squadra, James predica pazienza: "Non penso che saremo la squadra che vorremo essere nell'arco di una settimana, sarà un processo che necessiterà di una stagione intera. Faremo cambiamenti e miglioreremo con il passare del tempo e delle partite: nell'opening night non saremo quelli che sappiamo di poter essere. Ci siamo allenati per solo due settimane e alla terza già giocheremo. Non c'è stato molto tempo per prepararci al meglio, specie con tanti giocatori nuovi". Non preoccupato delle condizioni della sua superstar, coach Tyronn Lue: "Non ha giocato non so per quanto tempo, è ovvio che fosse fuori ritmo. Fa tutto parte del gioco, ma non sono preoccupato, starà bene presto e ritroverà il suo ritmo"

Se la prestazione di LeBron James ha monopolizzato l'attenzione dei cronisti nel post della sfida ai Chicago Bulls, nel pre era stato il suo compagno Kevin Love ad agitare le acque, svelando ai reporters al seguito dei Cleveland Cavaliers che le scelte relative al nuovo quintetto varato dai vicecampioni in carica non erano state frutto di decisioni dell'allenatore. "Sapevo che giocare da numero cinque sarebbe stata una possibilità per questa stagione - le parole del Beach Boy californiano - ma la cosa divertente è che sono venuto a sapere del cambio di ruolo durante il terzo giorno di allenamenti. Stavo chiedendo spiegazioni su come giocare dal punto di vista difensivo, sul come marcare un numero quattro o viceversa un numero cinque, e LeBron mi ha fermato dicendomi: "Sai che quest'anno giocherai da centro, vero?". L'ho guardato, e davvero non potevo credere che fosse davvero questo quello che sarebbe accaduto. Non era una questione di allenarsi o di fare qualcosa di diverso, solo che avrei voluto capirne di più al riguardo. Ecco come sono venuto a conoscenza del mio nuovo ruolo, e ora lentamente mi sto adattando a questa posizione. In preseason non abbiamo fatto granchè finora, ma è appunto solo preseason. Abbiamo fatto male, sembra terribile ma è tutto ok. Guarderemo alcuni aspetti del gioco e li correggeremo. Fin quando giocheremo duro, le cose potranno andare solo bene per noi". Un Love che svela dunque che la scelta del nuovo quintetto - piccolo - dei Cavs è stata dettata dalla volontà di LeBron James, con Tyronn Lue mero esecutore degli ordini del Prescelto. Nessuna novità in realtà, dato anche il pregresso di Lue e la conoscenza della pallacanestro di LBJ, reale padrone dell'intero gioco dei Cleveland Cavaliers.