Nonostante la relativa esperienza maturata tra i professionisti, Joel Embiid si ritrova già al suo quarto anno di NBA. Scelto dai Philadelphia 76ers con la terza moneta al Draft 2014, il giocatore camerunese ha infatti dovuto attendere due stagioni prima di fare il suo esordio nella lega di pallacanestro più importante al mondo, avvenuto meno di un anno fa, il 26 ottobre 2016. Pochi mesi in campo, ancora a causa di altri infortuni (stavolta al ginocchio, dopo essere stato fermo per un problema a un piede), ed Embiid ha conquistato tutti. Non solo la sua franchigia, i Philadelphia 76ers, pronti a rinascere dopo anni disastrosi ("Trust The Process", un motto coniato proprio dal buon Joel, ormai divenuto un mantra per i tifosi di Phila), ma anche il resto degli appassionati NBA, per la sua capacità di tenere la scena, oltre che per doti cestistiche fuori dal comune.

Lungo con capacità atletiche e tecniche clamorose, ma estremamente fragile dal punto di vista fisico, Embiid si ritrova ora ad archiviare il suo triennio da rookie (in cui in realtà, come accennato, ha giocato solo pochi mesi), e ad affrontare il resto della sua carriera NBA. Ecco perchè i Sixers hanno "dovuto" estendergli il contratto al massimo salariale dopo le stagioni da matricola, secondo quanto riportatao da Adrian Wojanorowski di Espn, concedendogli un quinquennale da 148 milioni di dollari complessivi (quasi 30 all'anno di media, dunque). Compenso che potrà aumentare di altri 30 milioni se il camurenese riuscirà a far parte del primo, del secondo o del terzo quintetto NBA di questa stagione, o se lo stesso giocatore sarà eletto MVP della regular season. Contratto definito complesso dallo stesso Adrian Wojnarowski, che Philadelphia non poteva però esimersi dal firmare: nonostante i dubbi sulla tenuta fisica nel medio e lungo periodo del ragazzo, Embiid rappresenta un prospetto troppo intrigante e potenzialmente dominante per lasciarselo scappare. Insieme all'australiano Ben Simmons, al rookie Markelle Fultz, al croato Dario Saric e all'imperscrutabile Jahlil Okafor, il camerunese costituisce infatti lo zoccolo sui cui i Sixers intendono ricostruire dalle fondamenta il futuro sportivo delle franchigia, dopo anni trascorsi a perdere regolarmente la maggior parte delle gare ufficiali disputate. Ovvia soddisfazione da ambo le parti, con Embiid che ha subito utilizzato il suo account Twitter per esprimere la sua gioia dopo il rinnovo, mentre per Phila ha parlato coach Brett Brown, al termine della gara di preseason persa al TD Garden di Boston contro i Celtics.

"Embiid ha trasformato la nostra squadra dal punto di vista fisico - le parole dell'allenatore australiano - riportate ancora da Wojnarowski - lo ha fatto grazie alla sua mentalità difensiva e con le sue armi offensive, che sono completamente diverse da quelle che già abbiamo nel nostro roster. Si tratta di un giocatore che fa la differenza, quando ha potuto allenarsi con noi, ha cambiato la palestra. Ha davvero la possibilità di diventare un grande, anche se c'è ancora molto lavoro da fare. In NBA ha giocato solo trentuno partite, e pratica la pallacanestro praticamente da sei anni, e ha 23 anni. Con lui stiamo solo grattando la superficie. In campo fa cose che mi ricordano quelle persone in grado di ascoltare la musica e poi di ripeterla senza difficoltà. Studierà da Tim Duncan, da Kevin Durant, o da qualsiasi altro giocatore, e tutte le caratteristiche di questi fenomeni diventeranno parte del suo repertorio. E' davvero un giocatore unico". Unico, ma anche di cristallo, se è vero che Philadelphia si è cautelata con delle clausole contrattuali a protezione del salary cap qualora il giocatore dovesse subire infortuni ed essere costretto a saltare un significativo numero di partite NBA. D'altronde è questo il reale dubbio su Embiid, non relativo alla sua crescita tecnica e mentale, ma soprattutto sulla sua tenuta fisica. Anche se, con le prese al Draft dei vari Simmons e Fultz, i Philadelphia 76ers ora non ripartono più solo dal giocatore camerunese.