Speculazioni che vengono portate a galla periodicamente da parecchi anni, quelle riguardanti una possibile modifica dello storico format dei playoff NBA, un sistema che prevede una selezione di otto squadre da entrambe le conference, che inizieranno, con questa divisione, due tornei a sè stanti, fino alle Finals in cui le vincitrici di est e ovest si scontreranno in una serie al meglio delle sette partite. Una modifica che prevederebbe, secondo i desideri di molti, un unico ranking, sempre legato alla posizione in classifica nella regular season, in cui la squadra in prima posizione si sfiderebbe con la sedicesima, la seconda con la quindicesima, la terza con la quattordicesima e così via e che permetterebbe finalmente di vedere sfide tra squadre di conference diverse contendersi un passaggio del turno anche prima delle finali assolute.

Un progetto interessante, che sicuramente donerebbe una ventata di aria fresca su una rassegna che, complice il gap sempre più ampio tra eastern e western conference, sta diventando, agli occhi di molti appassionati e non solo, sempre meno meritocratica e decisamente troppo sbilanciata verso un ovest in cui le possibili contender al titolo incrementano di numero ogni anno che passa. Nonostante la teorica bontà del progetto, esso si è sempre scontrato con la realtà dei fatti che vedeva difficile, sia a livello di programmazione che a livello tecnico e fisico, delle vere e proprie traversate coast to coast già dal primo turno di playoff, che avrebbero non solo fatto dilatare le tempistiche, sempre più importanti nella componente di intrattenimento nello sport, ma anche sottoposto gli atleti ad uno stress fisico ben più alto rispetto a quello, già notevole, a cui sono sottoposti ora. Una continua chiusura, o presunta tale, quella della lega nei confronti di un format sì interessante, ma a conti fatti difficile da mettere in pratica, per i vari motivi già citati e probabilmente per un atteggiamento comune, restio a cambiare una formula rimasta intatta per decenni e che ha condotto al successo globale la National Basketball Association.

Tuttavia l’annata corrente ha già visto emergere progetti di riforma sostanziali nel sistema NBA, che hanno, in aspetti diversi, stravolto la consuetudine riguardante il sistema vigente fino allo scorso anno, che ha visto uno cambio nel calendario e una riforma della lotteria prevista per il prossimo NBA draft 2018 e per quelli successivi. Questo clima di cambiamenti pare abbia fatto riconsiderare la propria posizione in merito al mutamento dei playoff anche ad Adam Silver, commissioner della lega, che si è espresso con un’inedita apertura che avrebbe dell’epocale: “La riforma dei playoff è qualcosa a cui guardiamo continuamente – ha dichiarato Silver durante la partita di pre season tra Warriors e Timberwolves – credo che necessiti comunque di un ulteriore modifica al calendario della regular season. Come ho già detto in passato, al momento non abbiamo un calendario bilanciato, come penso sappiate. Questo significa che le squadre ad est giocano molte più partite tra di loro che contro squadre dell’ovest. La nostra intenzione è, se dovessimo optare per dei playoff 1-16 (senza divisione di conference ndr), quella di strutturare un calendario bilanciato per rendere la cosa più equa per tutti. Potremmo trovare una soluzione continuando a sperimentare con il numero di giorni per la programmazione delle 82 partite, che potrebbe portare a più di un’opportunità per un calendario bilanciato”.

Successivamente il commissioner ha specificato la volontà di non mantenere il calendario da 82 partite in regular season, dimostrata dalla modifica portata avanti quest’anno che ha visto l’inizio del campionato anticipato per garantire più riposo agli atleti. “In aggiunta alla settimana di anticipo del campionato, saremo in grado di eliminare completamente le situazioni di 4 partite in 5 giorni. Penso sia la prima volta nella storia della lega in cui siamo stati capaci di farlo. In più abbiamo il numero di back to back al minimo storico. Se prendessimo il format esistente e aggiungessimo dei playoff 1-16, aumenteremo il numero di viaggi e questo comporterebbe traversate per le squadre già dal primo turno”.

Lo stesso Stephen Curry ha dato voce alla volontà sua e di molti giocatori di esplorare l’opzione di questo nuovo format dei playoff, in cui una divisione tra conference non vigerebbe più e porterebbe anche maggior intensità in certi momenti della stagione regolare per evitare accoppiamenti svantaggiosi in post season. Altra opzione da considerare, proprio per motivazioni inerenti agli spostamenti, è un ritorno in auge del primo turno di playoff al meglio delle cinque partite, come si soleva fare fino ai primi anni 2000, possibilità solo ipotetica al momento, ma sicuramente verosimile. Siamo ancora lontani dal sogno di vedere dei Golden State Warriors scontrarsi con dei Boston Celtics prima delle finals, oppure una sfida tra Cleveland e Houston, ma i segnali lanciati da Silver e, conseguentemente, dalla lega, sono di confortante apertura verso un progetto che farebbe aumentare esponenzialmente l’hype, già smisurato, nei confronti della post season, vero cuore dell’intera stagione cestistica americana.