Post-partita molto lucido e tranquillo in quel del PalaDozza di Bologna, dopo che la Virtus ha avuto la meglio sulla Betaland Capo D’Orlando per 88-52. Ai microfoni della stampa sono arrivati entrambi gli allenatori, che hanno analizzato a mente fredda la gara appena disputata.
Coach Alessandro Ramagli ha voluto elogiare i suoi per l’impegno profuso, e soprattutto per la capacità, dopo l’ottimo inizio di gara, di mantenere alto il ritmo impedendo agli avversari di rientrare nel punteggio dopo l’intervallo lungo. Comunque, una lancia è stata spezzata anche a favore di Capo d’Orlando, reduce da un tour-de-force terribile dopo aver giocato la prima di campionato a cavallo delle due gare di qualificazione alla Basketball Champions League. “È stata una partita che si è messa subito bene, siamo stati bravi a concretizzare il vantaggio nel terzo quarto. Sicuramente si è sentita la stanchezza di una squadra che ha giocato quattro volte in due settimane, ma fino a che non ci giochi non lo scopri. Se non spendi tutta l’energia necessaria non è detto che riesci ad incanalare la gara. Invece noi siamo stati bravi a farlo, soprattutto nel terzo quarto, siamo stati bravi a non guardare alle partite precedenti per non creare inutili fantasmi. Avevamo bisogno di una partita del genere, abbiamo chiuso senza rischiare di soffrire”.
Le – poche – domande dal pubblico hanno riguardato l’ottimo inizio di partita, ma il coach ci ha tenuto a sottolineare come il vero punto di forza non sia stato l’inizio travolgente, ma quanto la capacità di mantenere alto il livello di gioco in tutti i 40 minuti: “Stasera la cosa importante è che ad un buon approccio è seguita una buona prestazione che ha impedito ai nostri avversari di rientrare nella partita, Abbiamo fatto un passo in più, senza specchiarci ma facendo quello che era necessario”.
Inoltre, Ramagli si è trovato a dover parlare dei singoli: in particolare il giovane Alessandro Pajola, autore di un paio di giocate di livello ed osannato dal pubblico di casa. Finalmente, il gioiellino azzurro sembra integrato nel roster dopo l’inizio di stagione costellato di infortuni. A proposito di infortuni, interrogazioni arrivano anche a riguardo delle condizioni di Stefano Gentile, ma la sua disponibilità per la prossima gara, in quel di Pesaro, è ancora da definire.
“Pajola? Avevo detto che questa settimana sarebbe stata importante per lui, è arrivato 4 giorni dopo gli altri per il mondiale under 19 e l’auropeo under 18. Ha avuto diversi problemi in questo inizio di campionato, quindi è arrivato ad inizio campionato con la squadra che non sapeva nemmeno chi fosse. Questa settimana sta bene, tutti ci fidiamo di lui, ed anche per i compagni è stato più facile giocare con qualcuno con cui si sono allenati per tutta la settimana. Stefano Gentile? Ad inizio della prossima settimana farà degli esami e ne sapremo di più. Se ci sarà a Pesaro saremo contenti, altrimenti sappiamo di essere bravi a gestire le assenze”.
Dopo Ramagli, salutandolo con un caloroso abbraccio, è arrivato Gennaro di Carlo, che nonostante la batosta incassata dai suoi è sembrato molto calmo e lucido nel rivivere la gara.
“Una partita condizionata dalla grande fisicità ed impatto agonistico della Virtus. Per certi versi, in questo momento, siamo dove vorremmo essere, con questa esperienza del doppio impegno settimanale che ci permetterà di crescere di più quantitativamente, ma allo stesso tempo siamo ancora fragili a livello fisico ed emotivo per determinate partite”. Dalla platea, qualcuno solleva dubbi sulle possibilità di Capo d’Orlando, con il doppio impegno che si prolungherà per tutta la stagione. “Se possiamo sopportare il doppio impegno? Si, siamo convinti di si, ma lo scopriremo solo lungo il cammino. Siamo consapevoli delle difficoltà, abbiamo voluto tanto questa situazione perché siamo convinti di poterla affrontare”.
A chi chiedeva se il calo fosse stato di natura fisica, Di Carlo ha risposto a tono, imputando la rovina di questa partita non tanto a cause atletiche quanto ad un fattore emotivo e mentale. “Credo non sia un discorso di calo fisico o atletico, ma di tenuta mentale. I ragazzi in questo momento sono fragili davanti alle difficoltà, quando devono reagire ad una situazione complicata. Voi mi insegnate che quando si lavora coi giovani l’up and down è normale, ci sono partite in cui va tutto bene e partite in cui non va bene nulla, ma l’unica soluzione che conosco è il duro lavoro, in settimana, ogni giorno”.