Li avevamo lasciati con la delusione di un'uscita prematura ai playoff, in particolare al primo turno contro i Toronto Raptors, ma adesso la stagione sta per iniziare e fra i protagonisti ci saranno anche i Milwaukee Bucks. Non c'è molto da raccontare sui cambiamenti voluti dalla dirigenza, visto che è stata scelta la soluzione della continuità anche quest'anno. Proprio al primo turno contro Toronto, i Bucks sembravano aver trovato il giusto assetto per costruire una vera squadra competitiva, vincendo gara 1 in trasferta e confermandosi in gara 3. Alla fine però hanno avuto la meglio gli avversari, con l'impressione che la squadra di Kidd meritasse quantomeno una gara 7, ma è presto per disperarsi perché Milwaukee potrà provarci ancora.
Dicevamo che la squadra non è cambiata molto. Il compito di portare la palla sarà affidato a Malcolm Brogdon, fresco vincitore del premio Rookie of The Year nonostante sia una 36esima scelta. L'infortunio di Embiid lo ha favorito senz'altro ma il ragazzo ha dimostrato di avere l'intelligenza tattica di un 30enne. Oltre ad essa però, mette in campo delle ottime percentuali dall'arco dei tre punti e vicino al canestro; inoltre è il tipo di giocatore che può stare a guardare i compagni segnare e poi andare a canestro nei momenti di difficoltà, e questo lo rende indispensabile. Queste doti lo hanno reso il play titolare a discapito di Dellavedova, che ormai svolge il ruolo di ricambio. Middleton da numero 2 è chiamato a fare un altro salto in avanti, sperando che abbia recuperato appieno dai numerosi problemi fisici. Nell'ultima stagione è un po' calato, soprattutto al tiro da tre punti che sembrava essere la sua specialità, ma il futuro per il ventiseienne della Carolina sembra florido.
Lo spot di ala piccola sarà riempito da Giannis Antetokounmpo, la vera stella della squadra, il quale spesso e volentieri ha svolto compiti di playmaking, lasciando libero Brogdon di agire più da guardia tiratrice. L'esplosione di "The Greek Freak" è arrivata definitivamente nella scorsa stagione, ma quest'anno è chiamato ad un compito più difficile: la conferma. Accanto a lui agirà uno dei più grandi "What if" della recente NBA, ovvero Jabari Parker. L'esplosività era il suo forte, ma ha dovuto cambiare il suo stile di gioco per restare ad alti livelli. Nonostante non sia più promettente come sembrava destinato ad essere, buona parte degli obiettivi dei Bucks passano anche dalle sue mani. Infine, il quintetto si conclude con Greg Monroe, che anche quest'anno vestirà la maglia verde nonostante molte insinuazioni di mercato. Monroe ha un repertorio di movimenti molto ampio sotto canestro, ma è molto limitato appena si allontana da esso, cosa che di questi tempi è decisamente negativa.
L'unica vera differenza rispetto alla scorsa stagione sta proprio nella panchina. Se l'anno scorso esibiva nomi come quelli di Spencer Hawes e Micheal Beasley, quest'anno dovrà fare a meno di entrambi, dato che hanno cambiato squadra. Dal draft è arrivato DJ Wilson di Michigan, giocatore piuttosto completo che potrà senz'altro far comodo come lungo. Come piccoli invece, oltre a Dellavedova, ci sono Vaughn, Green, Marshall, Rush e il veterano Jason Terry, confermato per un'altra stagione non tanto per giocare, quanto per insegnare ai giovani tutto ciò che sa. Un altro "scorer" un po' troppo incostante è Mirza Teletovic, il quale però non potrà avere un minutaggio altissimo. Come ala piccola infatti trova di fronte a sé Tony Snell, il quale senz'altro è più completo e promettente, ma la maggiore competitività arriva nel ruolo di 4. Quest'anno infatti dovremo tenere gli occhi aperti su un giocatore di nome Thon Maker, che già abbiamo ammirato per lunghi tratti nei playoff della scorsa stagione. Il lungo ventenne può agire anche da centro come John Henson, ma oltre alla tantissima energia che porta alla squadra, ha anche un ottimo tiro dalla distanza, e questo lo ha portato a scalare le gerarchie proprio nella serie contro Toronto.
Qual è quindi l'obiettivo concreto dei Bucks di questa stagione? Ovviamente i playoff, ma possibilmente, vista la poca competizione che si trova ad Est, faranno di tutto per evitare le squadre più forti al primo turno, come Cleveland, Boston ma anche Washington. Come abbiamo detto, il perno della squadra è e rimarrà Giannis Antetokounmpo, che però dovrà migliorare sotto alcuni punti di vista. A livello individuale c'è poco da rimproverargli, può fare di tutto (con qualche problema per il tiro da tre), ma deve imparare a leggere meglio i momenti delle partite. Sapendo che la squadra punta su di lui, gli capita spesso di sprecare secondi con la palla in mano senza portare alcun vantaggio ai suoi, e questo non deve accadere nonostante il ritmo dei Bucks sia molto basso. Gestendo meno possessi degli altri per partita, bisogna fare maggiore attenzione alla fase offensiva e far muovere la palla con i tempi giusti. Non a caso, i maggiori problemi di Milwaukee sono stati proprio in fase offensiva, e quando i canestri non arrivano, è difficile anche dare seguito alla difesa, punto forte del pensiero di coach Kidd.
Per limitare questo problema, dovranno dare una mano anche giocatori come Parker e Middleton, dai quali ci si aspetta sempre qualcosa in più. Se Brogdon si dovesse confermare a quei livelli visti durante quest'anno, la stagione dei Bucks potrebbe subire una decisiva impennata, considerando anche l'affinità tra giocatori che ormai si conoscono bene. In tal senso, la dirigenza ha agito con molta saggezza durante l'estate, visto che si trovano a pochi milioni dall'obbligo di pagare le tasse. E' anche vero che hanno tentato di acquistare Kyrie Irving in cambio di Brogdon, Middleton e una scelta, ma quella era un'occasione troppo ghiotta per non provarci. Per questa ragione, il nuovo GM Jon Hornst ha lasciato la squadra intatta, sperando di vederla crescere ancora in quest'anno e avvicinarsi sempre di più a quell'ambito anello.