Giunto alla sua terza stagione in maglia neroargento, il contributo di LaMarcus Aldridge in casa San Antonio Spurs non può più essere quello dei primi due anni. Non tanto dal punto di vista realizzativo, perchè i numeri dell'ex giocatore dei Portland Trail Blazers sono sempre stati positivi, ma per ciò che concerne l'impatto tecnico ed emotivo sull'andamento di una squadra che nel 2016 ha salutato Tim Duncan, senza riuscire neanche vagamente a rimpiazzarlo. 

Dal punto di vista difensivo, Aldridge è stato a lungo un problema per gli Spurs, in particolar modo contro avversari che aprivano il campo, ma anche per il suo atteggiamento, non sempre concentrato, non in linea con le regole che vigono all'ombra dell'Alamo. Offensivamente, LMA si è dimostrato uomo di isolamenti in post che spezzano il ritmo dell'attacco, e la sua prossima missione sarà con ogni probabilità anche quella di ampliare il suo range di tiro fino a fuori la linea dell'arco dei tre punti. Voci di trades e indiscrezioni sul suo difficile ambientamento hanno sinora caratterizzato la sua avventura all'ombra dell'Alamo, che riparte da questa stagione per subire una svolta significativa. Le basi di una più proficua collaborazioni tra Aldridge e gli Spurs si sono poste al termine della scorsa stagione, quando l'ex Blazer ha chiesto e ottenuto di parlare a quattr'occhi con coach Gregg Popovich: "Volevo essere franco e allo stesso tempo guardare avanti - le parole di LMA, riportate da Michael C. Wright di Espn - il coach mi ha aperto le porte, mi ha fatto parlare di ciò che sentivo riguardo alla mia avventura qui, e anche riguardo al futuro. Non penso fosse stato informato che ero scontento ma, una volta che glielo ho detto, è stato grandioso nell'ascoltarmi. Tutto è partito da lì, perchè mi sentivo come se non mi fossi ancora inserito al meglio nel sistema, senza riuscire ad aiutare la squadra come avrei potuto. La trade estiva? Se fosse successa, l'avrei accettata, ma non è accaduto nulla. Fa parte dell'NBA, i giocatori vanno e vengono da una squadra all'altra. Capita, ci sono abituato. Posso solo controllare ciò che faccio io, ed è ciò che ho fatto: ho lavorato duramente per tutta l'estate. Forse, da giovane, nei primi anni a Portland, avrei preso la cosa sul personale. Ora sono più esperto e conosco il business NBA". Un Aldridge che vuole essere più coinvolto in post nei primi secondi dell'azione: "L'anno scorso le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto, ma ora ho capito che devo correre per il campo e farmi subito trovare pronto in post per ricevere la palla". 

"Tutte cose che lo scorsa stagione non ho fatto al meglio, come sigillare il difensore in transizione. Ecco perchè forse i miei compagni non mi cercavano, e poi, quando ci pensavamo entrambi, era troppo tardi. Ma quest'anno sono consapevole che questo sarà un punto importante: correrò più velocemente, così i passatori mi troveranno prima in post. Popovich mi ha detto anche che dovrò tirare di più da tre punti: farò un passo indietro quest'anno, mi concentrerò su questo aspetto del gioco. Quest'estate ho lavorato tantissimo sulla mia mobilità, ma non perchè abbiamo perso male le finali di Conference, ma solo perchè volevo migliorare. Tutti vogliamo vincere, ma contro Golden State lo scorso anno non è andata in maniera ideale. Penso però di essere ancora in grado di giocare ai livelli propri di un All-Star, non ho abbandonato la convizione di poter essere tra i primi dieci/quindici giocatori della lega. Posso ancora aiutare una squadra a vincere e aggiungere qualcosa di dominante nel mio gioco. Ho fatto la mia parte, sono tornato a casa e ho lavorato sodo, sperando che ora si vedano i frutti di tutto ciò". Gregg Popovich conferma che con Aldridge il dialogo continua: "Si tratta di un giocatore che era già in NBA da otto o nove stagioni, prima di venire qui. Ci vuole tempo ad abituarsi a un nuovo sistema. Ma quando hai nove anni alle spalle, è totalmente legittimo essere preoccupati di fare qualcosa di diverso. Abbiamo parlato di cosa possiamo fare per farlo sentire più a suo agio, e per rendere migliore la squadra. Abbiamo discusso soprattutto dell'attacco, perchè in difesa è stato fantastico per noi. Ora dobbiamo aiutarlo dal punto di vista offensivo, qualcosa che non abbiamo ancora fatto bene". Anche i compagni di squadra riconoscono la necessità di una svolta per Aldridge, da cercare in situazione dinamica, senza che l'ex Blazers debba ogni volta partire da fermo e giocarsi il post spalle a canestro (spesso lontano, peraltro). Ma c'è anche un'altra faccia della medaglia, quella riguardante le capacità di LMA di aggiungere qualcosa di nuovo al suo repertorio, come leggere meglio i raddoppi, scaricare dal post, non accontentarsi del solito movimento da sinistra verso il ferro o del tiro dal mid-range. Se il giocatore texano riuscirà a completare il suo gioco e a inserirsi nel sistema di Popovich, gli Spurs potrebbero avere dalla loro parte un lungo di alto livello.