La National Basketball Association si rifà il look, quantomeno per ciò che concerne l'All-Star Game. Al termine di anni di dibattito, la lega cestistica più importante al mondo e l'Associazione Giocatori (NBPA, di cui Chris Paul è il massimo rappresentante) hanno deciso insieme di modificare il formato della partita delle stelle, quella domenicale che chiude il week-end, per intenderci. La novità principale riguarda la sparizione della dicitura Est-Ovest per le due squadre in campo, sostituite invece da schieramenti (quintetto più sette riserve) decisi tramite convocazioni di due capitani, stavolta una per la Eastern e una per la Western Conference. Una modifica che prova ad alzare il livello di competitività dell'esibizione, e soprattutto a rendere inferiore il gap tra la squadra dell'Ovest (Conference in cui da quest'anno militano quasi tutti i migliori giocatori della lega) e quella dell'Est. Riforma voluta fortemente dal commissioner Adam Silver, che ha trovato il via libera anche dell'associazione giocatori.

Ciò che cambierà sarà dunque principalmente il criterio di suddivisione dei giocatori, non quello di selezione, perchè cinque All-Star per ogni Conference verranno comunque scelti in base alle vecchie regole, che prevedono un'incidenza del 50% del voto dei tifosi, del 25% degli stessi giocatori, e di un altro 25% dei giornalisti. Le sette riserve verranno invece convocate dai due allenatori, quelli con il miglior record in regular season tra Est e Ovest a due settimane dalla partita delle stelle (quest'anno non potranno sedere in panchina allo Staples Center di Los Angeles Steve Kerr e Brad Stevens, presenti lo scorsa stagione). Ciò che cambia dunque è la modalità di costruzione delle due squadre, perchè i due giocatori più votati - uno per l'Est e uno per l'Ovest - saranno nominati capitani dei rispettivi team, dovendo poi scegliere quali altri All-Star inserire nel proprio quintetto. Potrà dunque capitare che giocatori della stessa franchigia si ritrovino contro nell'All-Star Game, a seconda delle scelte dei capitani. Così, per rimanere all'esempio dello scorso anno, LeBron James e Stephen Curry, i due più votati a Est e a Ovest, avrebbero la possibilità di scegliere con chi stare in squadra, sempre all'interno degli altri otto giocatori finiti tra i primi dieci nelle votazioni totali. Ciò che viene meno è dunque la tradizionale sfida tra Eastern e Western Conference, con un nuovo peso dato al ruolo dei capitani, mentre la selezione degli All-Star rimarrà inalterata, dipendendo sempre dal voto popolare, dei giocatori stessi e dei tifosi. Scelta delle riserve - come accennato - affidata invece ancora agli allenatori.