Sembra davvero una ripartenza, quella che Derrick Rose sta vivendo ai Cleveland Cavaliers. In attesa del responso del campo, l'MVP della regular season 2011 ha già convinto spogliatoio e staff tecnico dei vicecampioni in carica, ed è pronto a prendersi il ruolo di point guard titolare durante il periodo di assenza di Isaiah Thomas, infortunato all'anca e fuori fino alla stagione invernale.
"Sono stati anni bui per me - dice il nativo di Chicago a Dave McMenanim di Espn - anni in cui ho giocato una pallacanestro stile vendetta o rivincita, ma quello non è il mio tipo di basket. A me piace competere, ma da quando sono rientrato dopo gli infortuni ho solo provato a tornare al top, per dimostrare a tutti che si sbagliavano sul mio conto. Io so chi sono come uomo e come giocatore. Non c'è alcun vantaggio nel fare ciò che ho fatto, non accadrà più. Tornerò a giocare alla mia maniera: prima di entrare in questa lega pensavo di essere un facilitatore, l'NBA mi ha reso poi un realizzatore. Ho dovuto cominciare a segnare sin dal mio primo anno ai Chicago Bulls, ma penso che d'ora in avanti tornerete a vedere quali sono le mie capacità di passatore. Il mio compito qui ai Cavs è quello di facilitare il gioco, di essere aggressivo allo stesso tempo, insomma una minaccia costante quando ho la palla". Le difficoltà al tiro da tre punti? Rose spiega così le sue scarse percentuali perimetrali durante la stagione passata, trascorsa ai New York Knicks: "L'anno scorso mi prendevo solo quattordici o quindici tiri e loro volevano che quanto o cinque di questi fossero da tre, senza capire che per essere efficaci dall'arco bisogna avere a disposizione otto o nove tiri a partita. Alla fine guardavano solo ai numeri. Ecco perchè se tiro quattro o cinque volte da tre in una sola gara non riesco ad essere efficace, con una media di otto, nove, dieci punti. Quindi, perchè continuare a prendere quei tiri da tre? E infatti abbiamo perso molte partite. Conosco i miei punti di forza, l'esperienza della scorsa stagione mi ha fatto diventare ancora più testardo e consapevole del mio gioco. Quest'estate ci ho lavorato su".
"Mi sono preparato per questa situazione, per quest'avventura ai Cavs. Ho impiegato molto tempo per farlo: ho lavorato sul mio corpo, sulla mia testa, dal punto di vista emotivo e spirituale per provare ad essere perfettamente pronto per questo viaggio, per questa tappa. E' una situaizone fantastica: sono qui, in una grande squadra, con gli altri ragazzi. Ognuno è concentrato. Adoro lo staff, il frontoffice, qualsiasi cosa di questa franchigia, e mi piace Cleveland. Tutto ciò mi aiuta tantissimo". Non mancano di sottolineare di aver già visto un Derrick Rose diverso i suoi allenatori e i suoi compagni di squadra. A cominciare da Tyronn Lue, head coach dei Cavs: "La scelta di venire qui la dice lunga su di lui e sulla sua personalità - le parole di Lue - un ragazzo che è stato MVP, che è sempre partito in quintetto nella sua intera carriera, e che viene qui a giocare al minimo salariale pensando di essere il backup di Kyrie Irving: tutto ciò dimostra che vuole solo vincere. Ed è esattamente così di persona. Lo si capisce ogni singolo giorno. Vuole essere un vincente, lavora per questo: è davvero fantastico averlo qui. Da ciò che ho visto, può tornare ai suoi livelli di superstar NBA. Sì, dovra tirare da tre quando sarà solo, ma il suo principale punto di forza sta nell'attaccare il canestro e prendersi il pitturato: è uno dei migliori che abbia mai visto in questo aspetto del gioco. Non gli chiederemo di tornare a giocare come faceva prima, ma solo di giocare la sua pallacanestro, vogliamo che si senta il più possibile a suo agio". Anche Kevin Love è convinto che quella che sta per iniziare sarà la stagione di Rose: "La cosa più importante è che stia giocando libero e che stia bene. Non sembra aver alcun tipo di peso, soprattutto psicologico, penso che per lui sia fondamentale. E' venuto qui e ora si sta divertendo a giocare a basket, lo si vede in allenamento, quando facciamo un cinque o contro cinque o lavoriamo sui set offensivi".