A trentacinque anni suonati, Dwyane Wade si prepara a una nuova avventura, pronto a vestire la terza maglia NBA della sua carriera. Dopo una vita trascorsa ai Miami Heat, una stagione passata nella sua città natale, a Chicago, ecco i Cleveland Cavaliers, franchigia dell'Ohio in cui milita LeBron James, motivo principale del trasferimento di Flash. Sì, perchè il rapporto tra il Prescelto e Wade va oltre la pallacanestro, un'amicizia cementatasi nel tempo, che ha condizionato le scelte professionali dell'uno e dell'altro. 

E Wade non manca di sottolineare quest'aspetto, nella sua presentazione come nuovo giocatore dei Cavs, avvenuta ieri nella facility dei vicecampioni NBA, a Independence: "Io e LeBron siamo come il burro d'arachidi e la gelatina, dobbiamo stare insieme", la chiosa del prodotto da Marquette, che poi si sofferma sulla sua estate e sulla risoluzione consensuale del contratto con i Chicago Bulls: "Una volta avuta l'opportunità di raggiungere il buyout - le sue parole, riportate da Dave McMenamin di Espn - mi sono guardato intorno, lusingato dalle offerte delle squadre che mi cercavano, ma alla fine è qui che volevo essere: è questo il posto in cui sentivo di dover stare, secondo una prospettiva cestistica. Questa squadra è una delle più talentuose in cui sia mai stato, dalla cima della piramide alla base. Sono davvero felice di essere qui e provare a portare qualsiasi cosa possa servire al gruppo". Wade racconta poi del "reclutamento" avvenuto da parte di LeBron James: "Non è stato pesante, ma leggero. Penso che la prima volta che mi ha chiamato sia stato un paio di giorni dopo la trade di Jimmy Butler. Mi ha mandato un messaggio e mi ha detto che mi avrebbe tenuto d'occhio, subito ho capito cosa voleva dire. Ovviamente poi abbiamo parlato molto spesso, mi ha richiamato di nuovo per fami sapere che se fosse successo qualcosa a Chicago, se non fossi più stato nei progetti della franchigia, lui avrebbe avuto piacere ad avermi qui. Ora, ogni volta che camminiamo insieme negli spogliatoi o da qualche altra parte, ci guardiamo e scuotiamo la testa perchè davvero tutto questo non sembra reale. Come è potuto acccadere? Come abbiamo fatto a essere ancora qui? Ecco perchè cominciamo a ridere tra di noi ogni volta che ci troviamo insieme".

L'ex giocatore di Miami dovrà trovare un modo per integrarsi in una squadra nuova, che ha perso Irving e che attende Thomas: "LeBron sapeva già dall'inizio dell'estate che avrei potuto aiutare questa squadra in diversi modi. E' qualcosa che ho apprezzato molto, ma non è stata l'unica ragione del mio trasferimento. Tutti conoscete il nostro rapporto, sapete che rappresenta una grossa parte delle ragioni per cui sono qui, ma questa squadra è molto forte, e io volevo essere parte di qualcosa speciale. Ho già parlato con coach Tyronn Lue a proposito del ruolo che potrò ricoprire, ma non ci siamo detti niente circa un posto da titolare o un'eventuale partenza dalla panchina. Niente di tutto questo, abbiamo parlato davvero del mio ruolo e soprattutto di ciò che ho sempre fatto sul campo. Ora come ora siamo nel bel mezzo del training camp, e capisco che dobbiamo vedere come far giocare insieme tutti i ragazzi del roster, dobbiamo superare la preseason. Non sono concentrato su un posto da titolare come shooting guard, questa è una squadra molto profonda, si possono giocare meno minuti se sia il primo che il secondo quintetto fanno quello che devono. LeBron non ha bisogno di giocare tanto quanto in passato, soprattutto se tutti noi faremo il nostro lavoro. Quando una squadra è così profonda, ti consente di risparmiare minuti ad alcuni giocatori in regular season". Per ciò che riguarda il buyout, Wade ricorda di aver rinunciato a undici milioni nel 2010, per consentire l'arrivo a Miami di James e Bosh, per un totale di trenta nella sua intera carriera: "Ho comunque guadagnato molti più soldi di quanto avrei mai immaginato, quindi va bene così".