Dopo un primo rinnovo di contratto, firmato la scorsa estate - quella dell'addio di Kevin Durant - Russell Westbrook si lega ancora una volta agli Oklahoma City Thunder. L'MVP della regular season 2016-2017 ha infatti siglato un accordo quinquennale, a decorrere dal 2018 (con scadenza dunque nel 2023), per un ingaggio complessivo di 205 milioni di dollari.

Cifre iperboliche, a cui vanno aggiunti i 28 milioni che Westbrook percepirà nella stagione 2017/2018, con il "vecchio contratto" ancora in vigore. Nel 2022 il giocatore avrà a sua disposizione una player option, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn. Una mossa attesa, soprattutto da Oklahoma City, che di fatto blinda la sua stella più luminosa, nella speranza che tra un anno, quando la prova del campo avrà dato i suoi primi responsi, anche Paul George e Carmelo Anthony decidano di sposare il progetto definitivo dei Thunder. Intanto Sam Presti, general manager di OKC si gode il sì del suo MVP, con tanto di comunicato ufficiale per rendere nota la notizia dell'estensione: "Siamo estremamente fortunati - le parole di Presti - ad avere con indosso la maglia dei Thunder a un atleta, un agonista e un persona del calibro di Russell Westbrook. Cementare il nostro rapporto con lui come nostro leader all'alba della sua decima stagione a Oklahoma City è qualcosa di straordinario. Sono estremamente grato a Russell, alla sua famiglia e alla nostra proprietà per l'impegno e il supporto che ci hanno dimostrato nel portare avanti la nostra visione dei Thunder". Non si è fatta mancare la replica - al miele, ovviamente - dello stesso Westbrook, prima tramite un altro comunicato ufficiale (in cui l'MVP si è detto onorato di poter continuare a giocare per Oklahoma City), sia attraverso il proprio account ufficiale Instagram: "Quando giochi a Oklahoma City, giochi davanti ai migliori tifosi del mondo - le parole del prodotto da UCLA - non vedo l'ora di dare tutto ciò che ho per loro, per la città e per questa franchigia". Post chiuso da un eloquente "Why not?", probabilmente riferito anche alle chances di titolo dei Thunder.

E proprio sul campo si parrà la nobilitate della squadra allenata da coach Billy Donovan, chiamata ad essere una delle principali avversarie nella Western Conference dei Golden State Warriors campioni NBA. Per tornare a competere ad altissimi livelli, Sam Presti ha scommesso su un trio sulla carta non perfettamente assortito, come quello formato dallo stesso Westbrook, da Paul George e da Carmelo Anthony, con questi ultimi due arrivati durante la offseason rispettivamente dagli Indiana Pacers (per Victor Oladipo e Domantas Sabonis) e dai New York Knicks (per Enes Kanter, Doug McDermott e una seconda scelta assoluta al Draft del 2018). Tutti giocatori principalmente di isolamento, che dovranno trovare un modo per schierarsi insieme sul campo in maniera efficace (anche in difesa), allo scopo di far sì che l'esperimento Thunder funzioni. OKC è attualmente considerata un superteam, alla stessa stregua dei Warriors, per talento assortito e messo insieme tramite trades, ma servirà molto di più delle sole qualità individuali per poter competere contro una corazzata come Golden State, in particolar modo in una Western Conference in cui non sono da dimenticare gli Houston Rockets di James Harden e Chris Paul e l'evergreen rappresentato dai San Antonio Spurs di Kawhi Leonard. Con il rinnovo di oggi, Westbrook indica la strada, mostrando ai suoi due nuovi compagni di avventura quale sarà la direzione da intraprendere nei prossimi anni: rimanere ai Thunder per costruire un progetto vincente e duraturo. Spetterà tra poco - nove mesi al massimo - a George e Anthony rispondere alla mossa del numero zero da UCLA: entrambi hanno infatti a disposizione una player option per uscire dal contratto nel 2018, spada di Damocle che pende sulla continuità del nuovo brand dei Big Three versione Thunder.