I Dallas Mavericks sono pronti alla rinascita. Certo, chi si aspetta un anno da playoffs dei Mavs sbaglia soprattutto perché si ritrovano in una delle Western Conference più dure di sempre; nonostante ciò, il proprietario dei Mavericks Mark Cuban ha già messo su i primi mattoncini pensando ad una squadra solida, una volta che il grande Dirk Nowitzki si sarà ritirato. Ed allora andiamo a vedere la nascita di questi nuovi Dallas Mavericks.
IL ROSTER - Già a partire dal media day, coach Rick Carlisle ha fatto capire che vorrà ripartire dallo small ball, e di conseguenza sfruttare Nerlens Noel come risorsa dalla panchina. Le basi in vista del training camp saranno, sul perimetro, il rookie da North Carolina State Dennis Smith Jr, e nella posizione di guardia Seth Curry, che sembra aver conquistato coach Carlisle dopo una convincente campagna 2016-17. Da small forward invece ci sarà il tanto discusso Wesley Matthews, chiamato all'anno della verità, visto che i tifosi di Dallas da quando Matthews è in Texas, non hanno mai visto il giocatore ammirato ai Portland Trail Blazers; non si esclude che il numero 23 dei Mavs non possa essere sfruttato come pedina di scambio durante la stagione, se dovesse confermare un rendimento ancora al di sotto delle aspettative. Coach Carlisle, inoltre, ha scommesso su Harrison Barnes come ala grande, il quale viene dal sua migliore stagione in carriera (19.2 punti con 5.0 rimbalzi di media), e su Dirk Nowitzki come centro. Certo questa scelta è discutibile e non poco, ma il coach ha già dichiarato di poter cambiare strategia, se la squadra non riuscisse a rendere al meglio con lo small ball.
Interessante invece la panchina dei Mavericks. Infatti, come sesto uomo, troviamo Nerlens Noel, molto probabilmente alla sua ultima stagione con la casacca dei Mavs visti i continui ripensamenti sul rinnovo di contratto nella off-season. La passata stagione Noel ha messo in mostra tutto il suo potenziale offensivo, saltando agli occhi di tutta la Mavs Nation che probabilmente non vedevano un centro così duttile dai tempi di Tyson Chandler. Tanti, troppi, i playmaker in panchina per coach Carlisle, dove troviamo la certezza J.J. Barea, fondamentale la scorsa stagione nelle vittorie texane, e che spesso è stato utilizzato anche da guardia; Devin Harris, con l'ultimo filo di benzina rimasto, ed infine Yogi Ferrell, che è risultato una delle sorprese dell'NBA nella passata stagione e che da undrafted, è riuscito anche a guadagnarsi un posto nel NBA All-Rookie Second Team. Come ali di riserva troviamo Dorian Finney-Smith, Dwight Powell chiamato a dimostrare il perché guadagni nove milioni a stagione, ed il tedesco Maximilian Kleber, che con Nowitzki condivide solo la città natale, Wurzburg. Mentre il centro di riserva, sarà il tunisino Salah Mejri.
Le scommesse di coach Carlisle per questa stagione ricadranno su due giocatori che si sono fatti notare alla Summer League, parliamo di Jonathan Motley da Baylor e Brandon Ashley, scuola Arizona Wildcats. Da vedere invece le condizioni con cui arriveranno al training camp, Josh McRoberts e Jeff Withey. Infine i giocatori chiamati dai Dallas Mavericks per il training camp sono P.J. Dozier playmaker/guardia da South Carolina, Gian Clavell, guardia tiratrice da Colorado State, ed infine Maalik Wayns, non proprio un rookie in NBA visto che ha già vestito le canotte di Los Angeles Clippers e Philadelphia 76ers, e che la passata stagione ha giocato in Israele al Maccabi Rishon LeZion.
IL ROOKIE - Nell'estate, durante la summer league, ha fatto ben sperare la nona scelta al draft NBA, Dennis Smith Jr. Il rookie proviene da North Carolina State, college della sua città natale Fayetteville. Nel suo anno da freshman, Smith si è fatto notare grazie alle sue prestazioni, mettendo su una stagione da 18.1 punti, 6.2 assist e 4.6 rimbalzi di media, tirando con il 45.5% dal campo ed il 35.9% da dietro l'arco dei tre punti. Così, dopo solo un anno di college, Smith ha deciso di dichiararsi al Draft NBA, venendo selezionato proprio dai Mavericks come nona scelta assoluta.
Come detto in precedenza, è stato durante la Summer League, che Smith è riuscito a guadagnarsi l'affetto dei tifosi, confermandosi un realizzatore naturale, ma soprattutto uno che riesce a concludere al ferro, qualità che ha suscitato da subito paragoni, per ora fuori luogo, con Russell Westbrook o il primo Derrick Rose. Smith Jr. infatti, è riuscito a concludere il torneo estivo con 17.2 punti, 4.8 rimbalzi, 4.2 assist e 2.2 palle recuperate di media ad allacciata di scarpa.
IL COACH - Nella passata stagione coach Rick Carlisle ha dimostrato che anche con interpreti di media-bassa categoria si può riuscire a difendere bene. Infatti, ancora una volta, Carlisle è riuscito a far entrare la sua difesa nella TOP 5 delle franchigie NBA in questa speciale graduatoria, posizionandosi al quarto posto con soli 100.8 punti concessi a partita. Il problema però, sorge in attacco, dove i Mavs sono stati i peggiori realizzatori nella NBA con soli 97.9 punti realizzati a partita, per questo sarà importantissimo l'impatto del rookie Smith Jr, sull'attacco texano. Da migliorare anche a rimbalzo. Infatti anche in questa categoria, nella stagione 2016-2017, Dallas è stata la peggiore della NBA, con 38.6 rimbalzi catturati di media, e qui magari potrebbe ripagare la scommessa Jonathan Motley per i Mavs. Inoltre il rookie da NC State, di sicuro aiuterà la squadra a smistare più dei 20.8 assist di media ottenuti la passata stagione, e che hanno permesso a Dallas di posizionarsi in terzultima posizione anche in questa classifica.
OBIETTIVI - Nonostante un roster ringiovanito, i Dallas Mavericks quest'anno non potranno competere per i playoffs, ma mai scommettere contro Dirk Nowitzki e Rick Carlisle. Quindi l'obiettivo numero uno sarà quello di riuscire a far crescere al meglio i rookie presenti in squadra, anche attraverso i Texas Legends, squadra affiliata ai Mavericks in G-League, nel caso di Motley ed Ashley; riuscire a migliorare inoltre di una vittoria o due il record della passata stagione risulterebbe più che soddisfacente, in una delle Western Conference più toste, se non la più tosta, degli ultimi dieci anni.
BOLD PREDICTION - 36-46