Qualche giorno fa, Sir LeBron James affermava nel bel mezzo del media day dei Cleveland Cavaliers: “Mi piacerebbe che D-Wade potesse far parte di questa squadra. Penso che potrebbe portare un DNA da campione NBA, esperienza da vincente”. Neanche il tempo di mettere all’opinione pubblica le parole di re LeBron che Dwyane Wade decide di firmare per la franchigia di Cleveland. Il contratto non contiene nessuna cifra eclatante, si parla di un minimo salariale da 2.3 milioni di dollari, ma quello che porta Wade ai Cavaliers è tanto. Un’eredità granitica, di un valore inestimabile. L’esperienza vincente a cui allude James è facilmente intuibile, anche solo rispolverando qualche numero individuale dell’ex numero tre dei Chicago Bulls: si tre, esattamente come i campionati NBA vinti da “flash”, soprannome attribuitogli in giovane età data la sua tremenda velocità. Uno, come l’MVP delle Finals che Wade ha conquistato in carriera. Nella stagione 2006/07 viene incoronato miglior marcatore. Dodici, invece, sono le volte che Wade è stato All-star. Insomma parliamo di un giocatore che ha fatto la storia di questa lega, parliamo di un combattente, di una leggenda, di un eroe contemporaneo… perché sì, questa lega ormai ci ha abituato a regalarci eroi, non umani.
Dwyane Wade sbarca in una Cleveland nuova, che ad Est si trova a confrontarsi sostanzialmente la corona con i Boston Celtics di Kyrie Irving e co. Nuova sì, per il nucleo del roster, ma guardando all’osso si ritrova una franchigia capitanata dall’amico LeBron, esattamente come era in quel di Miami nei grandi anni dei due. E qui arriva il primo punto importante dell’arrivo di Wade ai Cavaliers: ristabilizzare la tranquillità di LeBron James. L’imminente trade di Kyrie Irving infatti aveva scombussolato le emozioni del nativo di Akron, trovatosi comunque con buoni rinforzi quali Jae Crowder e Isaiah Thomas, ma colpito probabilmente da quello che credeva un amico, e soprattutto un compagno di battaglia. L’arrivo di Wade riporta la mente di tutti a quegli anni vincenti, in cui lui e l’amico vestivano la maglia dei Miami Heat, che gli consentì di vincere due titoli insieme. Non a caso vestirà la sei, che James portava in quegli anni. Si sa quanto in uno spogliatoio serva serenità, e se quest’ultima dipende da un giocatore come LeBron, come succede in casa Cavs, occorre, o meglio si necessita, che lui in primis sia nel suo locus amoenus. Trovato ciò tutto sarà più fluido, e Wade ne è la chiave.
Punto numero due i Cleveland Cavaliers necessitavano di un playmaker di ricambio, dato che Isaiah Thomas non potrà giocare da subito; certo Derrick Rose fa da grande sostituto ma immaginarselo giocare tutte le prime partite della regular season da titolare non è l’idea dei Cavs. Dwyane possiede le qualità per offrire alla franchigia di Cleveland un playmaker portatore di assist, e che può anche così spezzettare il gioco di Rose che all’occorrenza si dovrà presentare sempre pronto e guizzante. Ma non solo playmaker, Wade può adattarsi anche in zona guardia, e lì i Cavaliers non hanno di certo sorriso negli ultimi anni. Iman Shumpert e Jr Smith sono due giocatori che non possono consentire una sicurezza in quella posizione; il primo non possiede grandi qualità offensive, e di certo non è un giocatore che ai playoff può fare la differenza. Difensivamente parlando ha buone qualità, ma solo questo, in una contender per il titolo, non può bastare. Il secondo, Jr, è un giocatore discostante, che può mettere il tiro più impossibile in questo universo, come può sbagliare il più facile… non di certo una garanzia. Ecco dunque inserirsi Wade nel ragionamento, e nelle quadrature Cavs, il giocatore può offrire grande aiuto su entrambi i lati del campo, sia con la sua esperienza sia con la sua qualità.
Terzo punto è ciò che si connette all’introduzione prima portata. Dwyane Wade porterà a Cleveland esattamente ciò che LeBron, ma anche qualsiasi contender, cerca: mentalità vincente! E qui non si parla di voglia di vincere una partita, un possesso. Queste sono cose attribuibili a molti giocatori. Ciò che possiede Wade è raro, ed è per questo che a Cleveland era così voluto; porta una mentalità ossessiva, la stessa che possiedono giocatori come James, come Kobe Bryant, come Michael Jordan; ossessione di vincere, il segreto insomma per infilare un anello nel proprio dito.
Non ci resta che aspettarlo allora, cosa regalerà ai Cleveland Cavaliers si può solo supporre, ma le supposizioni valgono parzialmente, il campo parlerà. Noi però restiamo connessi, e dove? Esattamente là, dove Wade farà andare la palla per LeBron, solita giocata: contropiede, “the flash” in action, palla lanciata sofficemente al cielo, raccoglie il numero ventitre, spacca il canestro il re. Raccogliete pure la palla.