"Sembra addirittura più giovane, lo chiamerò Benjamin Button". Parole dette da Tyronn Lue all'indirizzo di LeBron James, alla vigilia di una stagione che porterà ancora una lunga serie di novità dalle parti dell'Ohio. Tante cose sono cambiate ancora una volta tra le fila dei Cleveland Cavaliers, i quali hanno voluto scrollarsi di dosso più velocemente possibile la delusione per una finale persa circa tre mesi fa in maniera netta, anche se più sul piano del risultato finale che non per quanto si è visto sul parquet. I Golden State Warriors sono ancora gli acerrimi rivali della franchigia, e il coach ha a disposizione una serie di giocatori nuovi, con la rivoluzione data dal cambio in cabina di regia: se n'è andato Kyrie Irving (molto probabilmente per problemi interni) ed è arrivato un Isaiah Thomas che però deve recuperare da noie fisiche. Ma c'è soprattutto un LeBron James che sembra essere tornato in palestra ad Independence, il quartier generale dei Cavs nei propri allenamenti, con la voglia di riprendersi quanto era riuscito a conquistare un anno fa per la prima volta nella sua storia d'amore con Cleveland, ma che gli è sfuggito dalle mani appena un anno dopo, sempre per mano di Curry e compagni.
E nelle dichiarazioni rilasciate al termine del primo allenamento di squadra, che ha fatto seguito all'NBA Media Day del giorno precedente, Lue non ha voluto girarci troppo intorno e ha parlato di un LeBron James decisamente fresco e pimpante, forse come non lo ha mai visto da quando lo allena in quel di Cleveland: "Sembra ringiovanito dopo l'estate, sembra affrontare il gioco con maggiore gioia, si vuole solamente divertire sia in allenamento che in partita. Speriamo che questo clima rimanga tale per tutte le 82 partite di regular season e anche per tutti i playoff". Quindi un LeBron James che non sembra dimostrare di avere sulle spalle ormai quindici anni di carriera da professionista in NBA, ma anzi vuole dare il massimo dopo aver sognato di avere dalla sua parte Paul George, poi passato agli Oklahoma City Thunder, prima di perdere Kyrie Irving nella trade più pazza e clamorosa dell'estate, con Isaiah Thomas che ha lasciato i Boston Celtics per passare dalla parte del Re. Ma alla fine, LBJ è stato raggiunto da un suo grande amico nonchè compagno di anelli vinti in carriera, ovvero quel Dwyane Wade che ha visto svanire l'effetto 'figliol prodigo' dopo appena un anno a Chicago.
Ma uno dei problemi principali dei Cleveland Cavaliers nelle ultime NBA Finals è stato proprio l'eccessivo minutaggio di James. Non tanto perchè il numero 23 non riuscisse a reggere il ritmo per quasi 40 minuti di media a partita, quanto perchè il suo giocare 1 contro 5 lasciava capire fin troppo chiaramente non c'erano grosse idee alternative al gioco di LBJ contro una squadra ben amalgamata, ben schierata in difesa e capace di fermarlo più di una volta, specialmente nei momenti chiave delle quattro partite vinte dai Golden State Warriors e persa dalla formazione di LeBron. Lue, da questo punto di vista, sembra quasi scherzarci su: "Probabilmente potrei aggiungere un ulteriore minuto al suo minutaggio. Forse non giocherà 38 minuti a partita, magari 38 e mezzo di media. Vedremo". Parole che arrivano a ulteriore conferma della forza mentale prima ancora che di quella fisica da parte di LeBron, che si conferma una volta di più un giocatore che vuole solo vincere. Non gli importa come, gli importa chiaramente con quali compagni al proprio fianco. E la scelta di Irving di andare via e l'arrivo di Wade appaiono come due chiari indizi.
E la forza d'urto che LeBron James vuole mettere nella sua stagione numero 15 nella lega cestistica più importante e più forte del mondo, la si è capita anche dalle dichiarazioni rilasciate durante l'NBA Media Day di lunedì. Un LBJ già concentrato nella maniera giusta in questa nuova avventura, con compagni di squadra nuovi, altri che hanno deciso di proseguire la propria carriera altrove ma con la stessa voglia di vincere, come se per LeBron fosse questa la prima vera stagione tra le fila dei Cleveland Cavaliers: "Sono pronto, ho vissuto uno degli off-season migliori della mia carriera. Sono decisamente eccitato per questa nuova stagione, ho avuto modo di mantenere il contatto con il basket vedendo giocare i miei figli, e probabilmente non mi sono comportato da bravo papà rivedendo un paio di video delle mie reazioni (ride, ndr). Ma la febbre per il basket mi ha riportato in palestra già a luglio, sembra assurdo ma i miei figli mi hanno ispirato nel lavoro in palestra, così come i loro compagni. Ho lavorato duramente sull'approccio alla partita, sul mio fisico e sul lavoro necessario da fare in off-season. Ma non voglio spendere troppo tempo in parole, vedrete sul parquet se ho lavorato bene oppure no".