Ora che anche Dwyane Wade ha salutato la compagnia, ai Chicago Bulls sono rimasti davvero pochissimi giocatori a possedere un minimo di esperienza NBA. Tra questi, Nikola Mirotic e Zach LaVine, reduci da un'estate travagliata, ancorchè per motivi differenti. Il montenegrino naturalizzato spagnolo ha atteso fino all'ultimo per accettare la proposta del frontoffice della Windy City (era restricted free agent), mentre l'ex giocatore dei Minnesota Timberwolves ha dovuto proseguire sulla strada della riabilitazione dopo la rottura del legamento crociato del ginocchio destro.

In attesa di conoscere a fondo le potenzialità di Kris Dunn, e di scoprire quelle NBA del finlandese Lauri Markkanen, sono dunque Mirotic e LaVine gli uomini che scaldano maggiormente i cuori dei tifosi di Chicago, nel primo anno dell'era rebuilding. "Sono molto contento di aver firmato il mio nuovo contratto (un biennale da 27 milioni di dollari complessivi, ndr) - le parole di Mirotic dopo il primo allenamento stagionale, riportate da Nick Friedell di Espn - ringrazio la franchigia per l'opportunità che mi ha concesso. Già alla fine della scorsa stagione avevo detto che il mio obiettivo era rimanere qui, per fare ciò che non ero riuscito a fare nei miei primi tre anni, ovverosia essere solido e continuo. Ho sempre giocato bene alcune parti della stagione, male altre. Mi sono preso quest'estate di pausa, non ho giocato con la nazionale perchè sapevo di dover fare un salto di qualità dal punto di visto fisico, aggiungere muscoli al mio corpo e diventare più forte. E' stata la mia unica priorità. Molte persone pensavano che fossi preoccupato per il mio contratto, ma in realtà sono sempre stato molto tranquillo. Mi sono allenato qui fino a metà agosto. Ora sono entusiasta, non vedo l'ora di iniziare la stagione. Ora peso 260 libbre, contro le 237 della fine della scorsa stagione, non mi sono mai sentito così forte sulle gambe, cosa che mi aiuterà a rimbalzo. Inoltre a lavorato tutto l'estate sul post-basso, ma anche sul pick and roll, specialmente per quando gli avversari decidono di cambiare su di me: in quel caso deve essere disponibile a portarli spalle a canestro per fare valere il mismatch". Dei Bulls che giocheranno senza isolamenti, provando a correre: "E' fantastico sapere che Fred vuole giocare in questo modo quest'anno, non ci sarà più nessuno che terrà la palla ferma o giocherà in isolamento. Saremo più liberi, un po' come quando Rajon Rondo gestiva la second unit. Si tratta solo di essere liberi e passarsi la palla. Questo è solo il primo allenamento, ma la squadra sembra buona: competere è tutto ciò che dovremo fare. Se giocheremo duro saremo in una buona posizione, perchè abbiamo abbastanza talento per segnare. Non penso che andremo così male come crede la gente". 

Allenamenti personalizzati invece per Zach LaVine, come spiegato da coach Fred Hoiberg: "Sta già facendo molte cose - le parole del capo allenatore dei Bulls - nell'uno contro zero non ha restrizioni. Sta facendo sessioni extra di corsa, quest'estate è stato un mostro in sala pesi, ha messo su diversi muscoli, il che dimostra che la sua gamba aveva bisogna di essere sostenuta da un po' di forza. Per questo infortunio in genere sono necessari nove mesi prima di tornare a giocare, il che significa che a metà novembre sarà pronto per ogni tipo di contatto. Non sarà pronto per l'opening night, è più sicuro così, ma sta facendo progressi". LaVine si sofferma sul lavoro svolto con lo staff di Chicago: "Quest'estate ho fatto praticamente un altro workout, non lo facevo dai tempi del Draft. Subito dopo lo scambio, qui hanno preso tutti i miei dati. Ora il mio sprint è più veloce di prima, così come i miei primi dieci metri. Salto più in alto da fermo, di più di due piedi. Sta procedendo tutto davvero bene. Sono rimasto sorpreso anch'io da certi risultati. Cercherò di continuare a progredire in questa direzione, tornerò più forte di quello che ero prima". Già in corso discussioni tra l'agente del giocatore e il frontoffice dei Bulls per un'estensione contrattuale: "Sì, ci sono già stati alcuni colloqui - dice l'ex Timberwolves - ma non è una cosa che mi riguarda personalmente, lascerò che siano i miei rappresentanti a portare avanti la cosa. So di essere una grande parte di questa squadra, e sono entusiasta di essere in trattativa con questa franchigia. Voglio rimanere qui a lungo, ma ora come ora sono concentrato solo sulla pallacanestro e sul mio ginocchio, anche se è sempre bello essere in trattative per il rinnovo: vuol dire che l'organizzazione punta su di te. Vedremo dove tutto questo ci porterà, credo che ci vorrà ancora un bel po' di tempo prima che tutto si risolva".