Tanto tuonò che piovve. Risolto il 'caso Anthony', tradato agli Oklahoma City Thunder in cambio di Enes Kanter, Doug McDermott ed una scelta di Chicago al secondo giro del Draft 2018, i New York Knicks ora possono voltare pagina, puntando su un nucleo giovane, capeggiato dall'asso lettone Kristaps Porzingis. In una sola estate, la franchigia della Grande Mela ha perso due delle sue punte di diamante, ovvero Melo ed anche Derrick Rose, volato a Cleveland, dalla parti di LeBron James. Due fenomeni, che però al Madison Square Garden non hanno mai dato l'idea di poter spingere verso i quartieri altissimi della Eastern Conference i Knicks, dunque si è cambiato registro, rendendo "l'Unicorno", così chiamato Kristaps Porzingis in patria, pietra miliare del nuovo progetto del General Manager Steve Mills.
Il 'sei' dei Knickerbockers è l'assoluto punto di forza del roster che avrà a disposizione coach Jeff Hornacek, confermato al timone della squadra dopo la scorsa stagione non di certo brillante. Solo 22 anni, Porzingis punta ad attestarsi come stella indiscussa della lega, oltre ad essere l'arma dei Knicks per cercare di strappare un posto in post-season. La sua capacità di metter palla a terra, concludere le azioni con ottimi profitti anche da oltre l'arco dei 7 metri e 25, e le sue leve lunghissime che gli consentono il più delle volte di tirare in testa agli avversari, sono tutti fattori che giocano dalla sua parte. In una lega che ormai premia sempre più i cestisti con caratteristiche da 'all-around', il lettone si incastona a meraviglia in questo 'ammodernamento', poichè le sue caratteristiche gli consentono di essere decisivo su entrmabi i lati del campo.
La partenza di Melo in direzione Oklahoma City ha condotto invece, come detto, nella Grande Mela Enes Kanter. Il lungo turco, con ogni probabilità, andrà a comporre la frontline con Porzingis nello starting five. Ha punti nelle mani l'ex Fenerbahce, un range di tiro abbastanza ampio in quanto è capace di giocare anche fronte a canestro, ma la difesa non è il suo forte. La prima 'insidia' del 'turco rinnegato' è rappresentata da Willy Hernangomez, giovane in rampa di calcio che già lo scorso anno ha viaggiato con quasi una doppia doppia di media con 11,5 punti e 9,2 rimbalzi dopo lo scorso All Star break, prestazioni che gli sono valse anche la convocazione ad Eurobasket, con la sua Roja. Kyle O'Quinn invece si spartirà i pochi minuti che coach Hornacek gli attribuirà, ma il suo ruolo almeno in campo sarà piuttosto marginale. Per quanto riguarda il capitolo Joakim Noah, il suo futuro è tutto da decifrare. Infortuni in serie e sospensioni per uso di sostanze vietate, sono fattori che spingono i 'Maghi' ad andarci con cautela, con i piedi di piombo, ad affidarsi al francese, consapevoli che il 'vecchio Noah', quello di qualche anno fa, non esiste più.
Per ciò che riguarda il backcourt, Ron Baker e Frank Ntilikina saranno le point guard, con il primo che almeno inizialmente sarà inserito nello starting five, ma solo perchè gode di esperienza pregressa nella lega. Versatile, può ricoprire anche lo spot di guardia, quindi non sarà impossibile vederli in alcune circostanze insieme sul parquet. Il giovane francese, ottava pick allo scorso Draft NBA, è stato preferito ad altri giovani come Malik Monk o Dennis Smith jr perchè riesce ad abbinare una buona fase offensiva ad una difesa dignitosa, servendosi della sua apertura alare, di quasi due metri. Altruista, è dotato di buon ball handling, qualità che quindi ne fanno un signor penetratore oltre ad avere nelle corde una buona predisposizione per gli assist. Qualora migliorasse fisicamente, aggiungendo un po’ di peso, massa muscolare nella parte superiore del corpo, può diventare un difensore anche parecchio versatile, capace di difendere in più posizioni, contro avversari ben strutturati. Nelle retrovie, il veterano Ramon Sessions e Jarrett Jack. Nello spot di guardia, ecco il 'superpagato' Tim Hardaway jr, giunto nella Grande Mela dopo aver firmato una offer sheet quadriennale da $71 milioni. Col suo arrivo, scivola in panchina Courtney Lee, il quale potrebbe rivelarsi un'arma importante dalla panchina per coach Hornacek seppur a 32 anni la sua carriera sia in parabola discendente. E' chiamato ad apportare il suo mattoncino, il suo principale compito sarà quello di assicurare punti quando in campo sarà chiamata in causa la second unit.
Da Chicago, nella trade che ha condotto Melo ad OKC, è sbarcato Doug McDermott, un' ala piccola che fa del tiro dalla lunga distanza la sua arma migliore, ma il più delle volte il suo gioco risulta essere poco funzionale. Terza squadra in quattro anni, il nativo di Grand Forks proverà a ritagliarsi un ruolo da protagonista in una squadra tutta da scoprire. Si alternerà con Michael Beasley, per lui l'ennesima chance di dimostrare di valere un posto nella lega. Lo scorso anno ha giocato per i Milwaukee Bucks, con i quali ha tenuto una media di 9.4 punti e 3.4 rimbalzi in soli 16.7 minuti di utilizzo a partita. Ha tirato con il 53.2% del campo e con il 42% da dietro l’arco. Militanza nel Wisconsins in chiaroscuro. B-Easy può giocare sia da ala piccola che da ala grande ed è ambidestro. Se il suo immenso talento dovesse finalmente scoppiare, e diventare funzionale alla causa dei Knicks, per la franchigia arancioblù potrebbero schiudersi interessanti porte, addirittura quelle che danno accesso alla post season. Resta da capire con quali motivazioni giunge a New York, essendo il classe 1989 un carattere fumantino, che tende ad inalberarsi troppo facilmente. Il 'terzo incomodo' nel ruolo di ala piccola titolare è il lituano Mindaugas Kuzminskas, che si propone di gran carriera avendo chiuso la scorsa regular season con 15.1 punti di media a partita in circa 36' minuti d'impiego.
Tanti pezzi nuovi, ora resta da capire coach Jeff Hornacek se sia in grado di assemblarli al meglio oppure no. Molto della stagione dei New York Knicks passa proprio da questo. Se all'interno della squadra le gerarchie si cristallizzano, senza l'ombra di Phil Jackson e del suo 'Triangolo offensivo' ci sono tutti i presupposti per migliorare il record dello scorso anno (31 vittorie e 51 sconfitte). Inoltre, se Porzingis riuscirà a reggere le pressioni del MSG, ed i vari Hardaway jr e Kanter vivranno un buon approccio con la nuova realtà, è probabile che sui volti dei tifosi dei Knicks possano comparire addirittura dei sorrisi. Ognuno dovrà apportare il proprio mattoncino alla causa, e data la scarsità di risorse che presenta quest'anno la Eastern Conference, vedere gli arancioblù, ad aprile, in ottava posizione non è assolutamente un eufemismo. Tutto, però, dovrà girare per il verso giusto, in maniera impeccabile. I rischi di vivere un'altra stagione nel limbo della lega ci sono tutti.