Non sarà stata un'estate scoppiettante in casa Brooklyn Nets, ma il modo in cui ha operato la franchigia newyorchese sembra essere stato molto apprezzato dai fan, i quali negli ultimi anni hanno dovuto mandar giù solo ed esclusivamente bocconi amari. Buono il lavoro svolto dal general manager Sean Marks, segno evidente che qualcosa, in seno alla franchigia, sta cambiando ed in meglio. Consapevole della sua attuale difficoltà nell’attirare free agent di primo piano, poichè i Nets, a causa delle ultime annate disastrose, sono diventati poco appetibili, Marks e l'intero front-office non si è fatto alcun problema ed ha utilizzato lo spazio salariale disponibile per rimpinguare il roster, rendendolo più competivivo di quello scorso, che ha chiuso la regular season con appena 20 vittorie vittorie all'attivo, fanalino di coda dell'intera lega. Pagate, ancora a caro prezzo, le scorie lasciate in eredità dalla pessima, scellerata gestione Billy King. Già dallo scorso anno si è deciso di partire con un progetto ex-novo, infatti una volta raso al suolo tutto, è stato ingaggiato un coach giovane e giudicato da molti addetti ai lavori come uno dei migliori che la piazza potesse offrire, ovvero Kenny Atkinson. Confermato, quest'anno avrà il compito di migliorare il rendimento dello scorso anno, cercando magari di chiudere la regular season, ad Est, non al quindicesimo posto, ma salvando almeno l'onore di una squadra che negli ultimi anni ha vissuto tante, troppe delusioni.
L'estate è ormai passata, ci dirigiamo a grandi balzi verso la regular season 2017-18 e tutto sommato il lavoro svolto dal GM Mecks è valutabile positivamente. Il 'colpo da novanta' è senza ombra di dubbio l'aver firmato D'Angelo Russell, voglioso di riscatto dopo aver vissuto un'annata in chiaroscuro ai Los Angeles Lakers. Carico a mille, in fase di presentazione, qualche settimana fa, ha esternato parole che non hanno lasciato fraintendimenti sul come approccerà la sua nuova esperienza professionale: "Contento di far parte della famiglia dei Nets, sarò uno dei leader di questa franchigia". Ha talento da vendere e la sua capacità di avere tanti punti nelle mani aiuterà Jeremy Lin, colui che andrà a comporre proprio con l'ex LA il backcourt titolare. Una coppia molto ben assortita, con nelle corde la capacità di far male a diverse difese, poiché in grado di giocare con o senza palla, seppur sia leggermente sottodimensionata in difesa. Soprattutto, la franchigia newyorkese acquisisce un “volto” da dare alla propria ricostruzione, con Russell che sarà chiamato a dimostrare che in NBA ci può tranquillamente stare, e poter ricoprire il ruolo di 'franchise player'. Linsanity, dal suo canto, sembra essersi ripreso dai guai fisici che lo hanno frenato in passato, quindi sarà uno dei punti di forza della nuova stagione della franchigia newyorkese. Nel ruolo di ala piccola, ecco DeMarre Carroll, scaricato dai Toronto Raptors dopo aver vissuto un’annata canadese non particolarmente brillante, e quindi voglioso di rilanciare la sua carriera in una franchigia senza particolari ambizioni playoff e senza troppa concorrenza nel ruolo in termini di minutaggio. E' un 3&D molto utile, e la sua capacità di difendere anche contro avversari più grandi di lui potrebbe spingere Atkinson ad utilizzarlo anche come power forward, quando c'è bisogno di abbassare il quintetto.
I problemi, in un roster con più di una lacuna, di certo non mancano. E’ il reparto ‘lunghi’ ad essere quello più carente. Salutato Brook Lopez, primo violino offensivo della squadra bianconera durante lo scorso torneo ed abile 'rim protector', è arrivato nella Grande Mela Timofey Mozgov, il quale si porta dietro il suo mega contratto ma dovrà riuscire a dare fisicità e centimetri ad una frontline che appare l’anello debole del roster a disposizione di coach Atkinson. Sul russo, ci saranno molti occhi puntati addosso, in quanto in molti avranno la curiosità di capire se realmente sia ancora in grado di esprimersi ad un livello accettabile nel più importante campionato cestistico al mondo. Il backup di Mozgov, ovvero il rookie Jarrett Allen, ha grandi potenzialità, ma il processo di crescita è lungo e potrebbe patire, almeno inizialmente, il grande salto tra i pro, poichè è un prospetto grezzo, che necessita di essere affinato. Per ovviare a ciò, negli ultimi giorni il front-office dei Nets ha sostenuto un ultimo sacrificio economico ed ha messo sotto contratto Tyler Zeller, che nella scorsa stagione ha viaggiato a 3.5 punti, 2.4 rimbalzi e 0.8 assist di media con la casacca dei Boston Celtics. Dovrà conquistarsi i minuti sul parquet condividendoli con i pari-ruolo Timofey Mozgov e il rookie Jarrett Allen, dunque per il fratello di Cody si prospetta un ruolo di comprimario dalle parti del Barclays Center. Un grosso punto interrogativo, per i Nets, è lo spot di ‘quattro’, ovvero chi andrà a ricoprire il ruolo di ala grande, e dar quindi manforte a Mozgov sotto le plance. Almeno inizialmente, dovrebbe partire in quintetto Rondae Hollis-Jefferson, ma la 23^ scelta del Draft NBA 2015 potrebbe pagare dazio nel confronto con i pari-ruolo, ben più strutturati di lui fisicamente. Il classe 1995, nativo di Chester, con i suoi 201 centimentri rischia di trovarsi spesso in affanno a rimbalzo e in difesa in post basso contro avversari più grossi.
Sul perimetro, quest’anno i Nets hanno diverse opzioni e proprio sul tiro da oltre l’arco dei 7 metri e 25 possono costruire il proprio progetto tecnico. Allen Crabbe, acquisito dai Portland Trail Blazers, è un’arma affilata dalla lunga distanza: nella scorsa stagione ha tirato con il 44.4% da tre ed è in grado sia di tirare in uscita dai blocchi che di costruirsi da solo un tiro. Un buonissimo innesto nella batteria dei tiratori di Brooklyn, una batteria che annovererà per un altro anno Joe Harris, il classico giocatore la cui indole gli portà a tirare tutto quello che gli passi tra le mani. Non dimentichiamoci di Caris LaVert, che potrebbe essere un’importante risorsa dalla panchina, se continuerà a far registrare i progressi compiuti nel corso dell’ultima regular season. Stesso discorso dicasi per Sean Kilpatrick, che dopo un inizio di carriera vissuto da precario, a New York ha trovato la giusta dimensione. Apprendistato in NBA concluso, questo potrebbe essere l’anno della sua consacrazione, ed è un’arma interessante per Atkinson che potrà giocarsi a suo piacimento per dar respiro volta per volta alla coppia Russell-Lin. Tutto da scoprire, invece, l’apporto che saranno in grado di dare i giocatori di ’terza fascia’, ovvero Spencer Dinwiddie (poinguard), Isaiah Whitehead (playmaker/guardia tiratrice) Randy Foye (guardia tiratrice), Quincy Acy e Trevor Booker, con questi ultimi due che si spartiranno il minutaggio con Hollis-Jefferson. Per tutti i giocatori appena citati, si prospetta il compito dei cossiddetti 'portatori d'acqua', gregari che saranno chiamati in causa per svolgere quella dose di lavoro sporco, oscuro, che serve all'interno di ogni squadra ma che non rientra nelle statistiche NBA.
L’obiettivo dei Brooklyn Nets è quello, innanzittutto, di riacquistare dignità. Seppur l’Eastern Conference sia piuttosto mediocre, livellata verso il basso (ad eccezione delle prime tre o quattro squadre), i sogni di raggiungere la post season molto probabilmente resteranno tali. Playoff quasi impossibili, ma la squadra si presenta al nastro di partenza strutturata meglio rispetto alle ultime stagioni e quindi potrà regalare qualche sorriso ai tifosi. Migliorare il record dello scorso anno non sarà difficile (20 vittorie e 62 sconfitte) e molto probabilmente i Nets riusciranno anche ad abbandonare il fondo della Conference di appartenenza, quindi lasciarsi tre o quattro squadre alle spalle sarebbe già un grosso successo. Non avendo interessi nel tanking (Brooklyn non ha scelte al prossimo Draft), i Nets non giocheranno ‘a perdere’ volontariamente le gare, soprattutto sul finire di stagione, dunque ammireremo un collettivo battagliero, voglioso di risalire le sabbie mobili ad Est e finalmente scrollarsi di dosso l'etichetta di 'Cenerentola' della lega. Finalmente, sono state gettate le basi per una lenta ma stabile risalita, che si articolerà nell'arco di un lustro o giù di lì.