Sono tra i volti più attesi alla definitiva consacrazione nella propria stagione, rappresentano più di altri un nuovo corso per la pallacanestro americana e mondiale. Due lunghi e una guardia, a loro modo rivoluzionari nel modo di interpretare la pallacanestro e i propri ruoli, stiamo parlando di Karl Anthony Towns, prima scelta assoluta dell’NBA draft 2015 e simbolo del futuro fatto di aspettative e immense potenzialità dei Minnesota Timberwolves, Devin Booker guardia tiratrice dalle doti di scorer e leader che ai Phoenix Suns non si vedevano da tempo immemore e Nikola Jokic, centro serbo dal talento immenso che è salito alla ribalta come giocatore chiave del nuovo corso dei Denver Nuggets, nonostante la giovane età.
Partiamo dal centro della squadra di Minneapolis, sicuramente il migliore tra i lunghi giovani attualmente militanti nel massimo campionato di pallacanestro al mondo, KAT rappresenta e incorpora perfettamente le caratteristiche del pivot moderno con un connubio di potenza, velocità e coordinazione che lo rendono probabilmente il maggior prospetto nel ruolo attualmente. 213 cm per 111 kg, un fisico statuario, che si muove per il campo con la velocità e la coordinazione di un’ala piccola e un 37% da 3 punti nella scorsa stagione (percentuale notevole per un giocatore con quelle caratteristiche) sono le qualità del ragazzo statunitense con passaporto dominicano che ha concluso una notevole stagione individuale passata con 25.1 punti, 12.3 rimbalzi e 2.7 assist, ma lo stesso non si può dire per i risultativi squadra, con dei Timberwolves ancora per una stagione a digiuno di playoffs. Sarà proprio sulla sua giovane stella e sul suo partner in crime Andrew Wiggins che coach Tom Thibodeau porrà le basi di successi futuri per la squadra del Minnesota, successi che precedentemente stentavano ad arrivare, ma diventeranno sempre più possibili e, in un certo senso obbligatori, dopo l’arrivo di giocatori come Jimmy Butler, Jeff Teague, Jamal Crawford e Taj Gibson, che in estate hanno portato tutta la loro caratura tecnica e la loro esperienza ad alti livelli agli ordini dell’ex head coach di Chicago. A Towns verrà richiesto un ulteriore step dal suo anno da sophmore, e diventare definitivamente leader di una squadra finalmente competitiva ai massimi livelli, in una western conference sempre più paese delle meraviglie cestistiche.
Continuiamo con Devin Booker, compagno di squadra di Towns al college di Kentucky e messosi in luce dopo un secondo anno davvero pirotecnico. Il ragazzo è indubbiamente ancora acerbo, ha ancora da lavorare sul suo apporto difensivo nelle partite, nonché nella sua capacità di comprensione del gioco, ancora da perfezionare, che spesso lo fanno incaponire in soluzioni improbabili che si rivelano poco producenti. Nonostante ciò parliamo di colui che al momento rappresenta il maggior steal of the draft del 2015: chiamato con la scelta numero 13 dai Phoenix Suns, il giovane ex Wildcats si è subito messo in mostra con un'ottima rookie season, che gli è valsa il all-rookie first team, ed una ancor più esaltante seconda stagione, culminata il 24 marzo scorso, in cui il ventenne ha collezionato in una singola partita l’irreale cifra di 70 punti, decima prestazione all time per l’NBA e probabilmente la miglior prestazione individuale della scorsa regular season (appaiata con i 60 punti di Klay Thompson in 29 minuti). Solo citando questa prestazione e le medie di Booker al suo anno da sophmore (22.1 pt, 3.2 ast e 3.2 rb), si può evincere dell’enorme potenziale del nativo del Michigan, spesso paragonato a grandi scorer del passato ai loro albori, come ad esempio Kobe Bryant, e visto, con ragione, come possibile futuro dominatore della lega, considerato l’enorme potenziale. Sicuramente le ambizioni dei Suns non sono altrettanto alte rispetto a quelle dei Timberwolves, ma con un Booker capace di migliorarsi ulteriormente in tutti gli aspetti del gioco, come è lecito aspettarsi, tutto è possibile al sole dell’Arizona.
Concludiamo questo fenomenale terzetto con Nikola Jokic, centro Serbo che ha davvero impressionato gli occhi degli addetti ai lavori e degli appassionati di tutto il mondo. Parliamo di colui che, assieme a Kristaps Porzingis dei New York Knicks, rappresenta il futuro dei lunghi di provenienza europea, un giocatore arrivato in NBA in punta di piedi, proveniente dall’est Europa, più precisamente dal Mega Leks, squadra di serie A serba, che ha subito demolito le non altissime aspettative attribuitegli agli inizi, con una chiamata alla n.41 del draft 2014, francamente imbarazzante considerato il livello del giocatore. La scorsa stagione, complice la partenza di Jusuf Nurkic direzione Portland, ha sancito la definitiva esplosione di “The Joker”, come viene soprannominato a Denver, che insieme al nostro Danilo Gallinari ha formato la coppia di leader della franchigia, che ha sfiorato la qualificazione ai playoff, sfumata nelle ultime battute della regular season. Nikola è un centro atipico, nel quale si vede ancora vivido il q.i cestistico e le abilità tecniche di una guardia, ruolo che ricopriva nelle giovanili prima di crescere fino 211 cm di altezza. Un centro mobile, tecnicamente eccelso e con una mano educatissima dalla media e dalla lunga distanza, capace di catturare un notevole quantitativo di rimbalzi e soprattutto caratterizzato da una visione di gioco e un'abilità di passaggio che rende giustizia ad una leggenda della pallacanestro come Arvydas Sabonis. Un giocatore completo e soprattutto con una maturità cestistica non comune per un ventiduenne, con comunque la necessità di affinare il proprio rendimento soprattutto in ambito difensivo.
Questi sono tre dei profili più attesi della prossima stagione, in una western conference sempre più agguerrita e competitiva, che vedrà dal 17 ottobre iniziare un'autentica battaglia che durerà fino a marzo inoltrato, con l’obbiettivo di aggiudicarsi gli otto posti per i playoff.