Dopo un anno trascorso ai box per una frattura al piede rimediata in preseason, l'australiano Ben Simmons è ora ai nastri di partenza della nuova stagione NBA, che lo vedrà impegnato con la maglia dei Philadelphia 76ers di coach Brett Brown, insieme a tanti altri talenti giovani, come Joel Embiid, Jahlil Okafor, Dario Saric e Markelle Fultz. E proprio sul prodotto da Louisiana State si appuntano le attenzioni di tifosi e addetti ai lavori, che solo dodici mesi fa pronosticavano per questo ragazzone australiano una carriera da predestinato, in stile LeBron James (paragone offerto addirittura da Shaquille O'Neal).

Una stagione passata a guardare i compagni crescere, a recuperare dall'infortunio e a migliorare nei dettagli, negli intangibles, le giocate che non entrano nei tabellini ma fanno vincere le partite. Ecco perchè Simmons ha una voglia matta di sgabbiare veloce durante la prossima regular season, principale attenzione di una franchigia divenuta intrigante grazie al tanking, e che può mettere in mostra un'altra prima scelta assoluta come Markelle Fultz, pescato alla numero uno dell'ultimo Draft dopo una trade con i Boston Celtics. Di questo ed altro l'australiano ha parlato a Niall Seewang di Espn, spiegando come il suo obiettivo stagionale non sia solo quello di aggiudicarsi il premio di rookie of the year (pochi mesi fa finito a Malcolm Brogdon dei Milwaukee Bucks, che ha bruciato la concorrenza proprio di Embiid e Saric), ma di attestarsi come uno dei migliori giocatori della lega, da predestinato appunto: "Il mio vero obiettivo è diventare il miglior giocatore NBA - dice Simmons, di ritorno a Melbourne, per l'inaugurazione di un camp per giovani a suo nome - francamente non mi interessano gli altri rookies, sono concentrato sui giocatori che sono già al top di questa lega: è questo il livello a cui voglio arrivare. Fisicamente ora mi sento davvero bene, l'infortunio è alle spalle, sono pronto per giocare e non vedo l'ora che la regular season prenda il via. Ormai devo solo scendere in campo e lavorare sodo. Credo che se anche gli altri ragazzi della squadra faranno la stessa cosa, potremo ottenere grandi risultati. Il nostro obiettivo devono essere i playoffs, oltre a vincere più partite possibile. Non dobbiamo dubitare l'uno degli altri, ma anzi allenarci duramente, al meglio delle nostre possibilità. Abbiamo una grande squadra composta da giovani, possiamo fare grandi cose, sono già concentrato al mio ritorno a Philadelphia". 

Nei nuovi Sixers, Simmons dovrà condividere le luci della ribalta con il camurenese Joel Embiid, che ha stravolto la lega per impatto tecnico, fisico ed emotivo, oltre ad essere diventato immediatamente il beniamino dei tifosi del Wells Fargo Center. Il suo Trust The Process è ormai un segno distintivo di Philadelphia, e del Process fa parte senza alcun dubbio anche Simmons: "Anche Joel sta migliorando - aggiunge l'australiano - mi sono allenato con lui prima di venire qui in Australia, e so quanto stia lavorando duro ogni giorno per tornare al top. Anche per me vale lo stesso, ma essere stato fuori un'intera stagione ha avuto i suoi vantaggi: ho avuto un anno per crescere, imparare e concentrarmi al meglio sulle cose da fare. Penso davvero che la scorsa stagione mi abbia aiutato, anche se devo ovviamente ancora migliorare, soprattutto nella conoscenza del gioco, nella capacità di segnare con continuità, in difesa, insomma in tutto". Poco più che ventenne, Simmons è già un punto di riferimento per molti ragazzi che si avvicinano alla pallacanestro, in particolar modo australiani: "Avere un camp a mio nome è fantastico, ne sono onorato, pronto a parteciparvi ogni volta che tornerò in Australia. E' la prima volta che mi capita una cosa del genere, e non vedo l'ora di aprire anche altri camps in futuro, non solo qui a Melbourne, ma anche nel resto del paese. Ho sempre voluto aprire un camp: in NBA tutti i migliori giocatori ne hanno uno, mentre nessuno giocatore australiano ci era mai riuscito. Tornando a casa avverto una sorta di responsabilità nei confronti di questi ragazzi, penso di poter ridar loro indietro tutta la passione per il gioco, oltre a insegnargli tutto ciò che riuscirò a imparare nel corso degli anni. Per me è una benedizione essere in questa posizione". Qualche settimana, e Simmons dovrà a sua volta conoscere il basket NBA, in cui in tanti lo aspettano al varco con aspettative altissime. A lui il compito di non deludere le attese, trascinato dall'entusiasmo di una città intera, finalmente tornata a riconoscersi nei 76ers.