La trade Kyrie Irving-Isaiah Thomas (coinvolti anche Jae Crowder e Ante Zizic) si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo il parziale stop all'iter verso l'ufficialità dato dai Cleveland Cavaliers, la franchigia dell'Ohio vorrebbe infatti rinegoziare i termini dell'accordo, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn, inserendo nello scambio con i Boston Celtics un'altra futura scelta al Draft, oltre a quella - già ottenuta - del 2018, via Brooklyn Nets (chiamata presumibilmente alta, dato il valore tecnico dei newyorchesi).
Tutto continua a ruotare intorno alle condizioni dell'anca di Isaiah Thomas, infortunatosi durante la scorsa regular season con la maglia dei Boston Celtics, in un incontro casalingo di marzo contro i Minnesota Timberwolves, e poi costretto a saltare oltre metà della serie finale (proprio contro i Cavs) dei playoffs della Eastern Conference. Lo staff medico di Cleveland ha effettuato giovedì mattina le visite mediche di rito con Isaiah, ventiquattro ore dopo la deadline fissata dall'NBA per questo tipo di formalità. Ecco perchè Boston potrebbe anche ritenere chiusa la questione e non tornare sulla vicenda, approfittando del ritardo in cui sono incorsi i Cavaliers. Ma le parti non sembrano voler andare al muro contro muro, anche in virtù del fatto che il termine di decadenza del mercoledì mattina può essere fatto venire meno in maniera consensuale. Ecco perchè Boston e Cleveland continuano a trattare per trovare una soluzione alla trade che più di tutte ha fatto discutere in questa offseason NBA. La situazione rimane in standby: i Celtics sono convinti di aver fatto tutto il necessario per rendere edotti i Cavs dei problemi all'anca di Thomas, soprattutto durante le contrattazioni che hanno preceduto il raggiungimento dell'accordo, con il presidente Danny Ainge che ha anche pubblicamente ammesso che le condizioni fisiche di IT hanno giocato un ruolo di un certo tipo nell'evoluzione dello scambio con i rivali dell'Ohio. Chi ci ha invece ripensato è proprio Cleveland, che a questo punto non vorrebbe privarsi di una pedina fondamentale come Kyrie Irving per un giocatore acciaccato o comunque a mezzo servizio. Thomas è peraltro in scadenza di contratto nel 2018, come LeBron James, e il frontoffice dei vicecampioni NBA non ha intenzione di acquisire un giocatore che farà dentro e fuori dai box nell'unica stagione in cui si potrà valutarlo in maglia vinaccia.
La soluzione allo stallo venutosi a creare negli ultimi giorni potrebbe risiedere in una rinegoziazione dei termini della trade. Non più solo Jae Crowder e Ante Zizic come contropartite tecniche e salariali, ma anche un altro giocatore. I Cavs hanno già chiesto a Boston informazioni su Jayson Tatum, scelto dai biancoverdi alla numero tre dell'ultimo Draft, ma per Ainge e soci il prodotto da Duke è ritenuto intoccabile, uno degli uomini di riferimento della nuova squadra da consegnare a coach Brad Stevens. Ferma restando dunque l'impossibilità di arrivare a giocatori importanti del roster dei Celtics, i Cavs hanno ora puntato le loro attenzioni sui futuri assets della controparte, rappresentate dalle chiamate al Draft racimolate negli anni dai biancoverdi. Sempre Wojnarowski rivela che Cleveland ritiene fondamentale negli equilibri della trade la pick ricevuta per il 2018, via Brooklyn Nets, presumibilmente una top five, considerate anche le difficoltà degli ultimi anni della squadra ora allenata da Kenny Atkinson. Ecco perchè Cleveland vorrebbe adesso inserire anche un'altra scelta futura in possesso dei Celtics, una tra la 2018 dei Lakers (solo se tra la due e la cinque), quella propria di Boston (presumibilmente alla fine del primo giro), e le quattro del 2019 (via Kings/76ers, via Grizzlies, via Clippers e quella di "proprietà"). Situazione che resta dunque in evoluzione, perchè entrambe le parti sono interessate alla buona chiusura dell'affare: Cleveland aveva ottenuto un pacchetto interessante per "liberarsi" di un giocatore scontento, mentre Boston si era aggiudicato uno dei migliori attaccanti dell'intera lega. Sarebbe inoltre complicato far tornare indietro i diversi giocatori dopo una simile esposizione mediatica, anche se al momento nessuna soluzione è da escludere, nell'ambito di un affare ancora tutto da definire.