iUfficializzata da poche ore, ma già diventata la notizia più importante dell’intera pausa estiva è la trade che ha portato Kyrie Irving dai Cleveland Cavaliers ai Boston Celtics, in cambio di Isaiah Thomas, Jae Crowder, Ante Zizic e una futura first pick dai Brooklin Nets. Oltre al fomento e allo stupore generale per una trade che promette di far storia nei prossimi anni, sono emersi tanti retroscena riguardanti le ultime settimane di Uncle Drew da giocatore dei Cavaliers, alcuni che se confermati sarebbero stati a dir poco clamorosi.

Molti già conoscono l’interesse dei San Antonio Spurs per la point guard nativa di Melbourne, interesse che si era concretizzato in varie proposte inerenti LaMarcus Aldridge e Danny Green su tutti, immancabilmente respinte, come anche sono noti i contatti con Knicks e Suns in questa vicenda da parte dei vicecampioni NBA, che hanno letteralmente peregrinato alla ricerca della trade giusta per il loro ex numero 2. Affiancate a queste notizie sono emerse dalla coltre di nebbia attorno alla vicenda altri contatti avvenuti tra i Cavs e altre franchigie in cerca dell’affare giusto, un affare che ha spinto la società dell’Ohio a contattare addirittura gli acerrimi rivali della baia di San Francisco.

La datazione dei contatti, resi noti da Michael J. Spears di ESPN, non è nota, ma essi sarebbero stati portati avanti dagli stessi Cavs che avrebbero proposto una trade ai Golden State Warriors che includeva ovviamente Kyrie da un lato e Klay Thompson dall’altro. La proposta sarebbe stata effettuata ben prima dei contatti con i Celtics, cosa che dimostra l’intenzione e la priorità riservata dai Cavs per il secondo Splash Brother. Un affare che avrebbe avuto del clamoroso, ma che non si è concretizzato a causa del gentile rifiuto dei campioni NBA, che non hanno mostrato interesse nel privarsi di un giocatore che al contributo offensivo da all-star in regular season ha affiancato una difesa ai limiti della perfezione soprattutto sul palcoscenico più importante delle NBA finals, spesso anche su Irving. Da considerare anche il difficile inserimento del gioco di Kyrie, all’interno del sistema Warriors (dove invece Thompson è perfetto), cosa che probabilmente ha influenzato la decisione della Dub Nation.

Altro retroscena molto interessante riguarda la proposta dei Milwaukee Bucks, divulgata da John Gambadoro di Arizona Sports 98.7 nella giornata di ieri: a quanto pare Cleveland e Milwaukee fino a poco prima dell’accordo con Boston erano vicini a chiudere per lo scambio che avrebbe visto Kyrie, sorprendentemente, in maglia Bucks, in cambio di Malcolm Brogdon, ottimo giocatore e Rookie of the Year per la stagione 2016-17, Chris Middleton e una scelta al primo round. L’innegabile squilibrio di questa contropartita e l’avvicinamento di Boston alla vicenda hanno interrotto i contatti tra le due franchigie, che tuttavia si sarebbero protratti per parecchio tempo, con Cleveland che avrebbe sicuramente ottenuto asset giovani e di prospettiva, necessari in un roster mediamente vecchio, da affiancare a Lebron James, almeno per la prossima stagione. Indubbiamente interessante sarebbe stato anche vedere una point guard dalle abilità offensive e del valore di Uncle Drew allenata da Jason Kidd, uno dei migliori interpreti del ruolo all time, ed affiancata da uno dei possibili prossimi dominatori della lega come potrebbe diventare Giannis Antetokounmpo.

Incredibile come a giochi conclusi emergano così tanti retroscena interessanti riguardo ai movimenti del campionato di pallacanestro maggiore al mondo, ed incredibile anche è come trade che paiono propendere per una direzione in brevissimo tempo cambino completamente di prospettiva e si concludano nella maniera meno prevedibile. È sicuramente il caso di Kyrie Irving ai Boston Celtics, in una vicenda che ha portato a pensare tutto e il contrario di tutto nel suo svolgimento, ma che alla fine vedrà un giocatore di livello assoluto approdare in Massachusetts alla corte di Brad Stevens e questo è tutto ciò che conta.