A 48 dalla prima sfida contro la Finlandia, l’Italia di Ettore Messina è nuovamente scesa in campo al PalaPirastu di Cagliari ancora contro la formazione di Henrik Dettmann. Ed esattamente come martedì sera, anche ieri gli azzurri hanno fatto enorme fatica per portare a casa la vittoria.
La squadra ha subito il gioco, la velocità e l’intelligenza di una squadra ben allenata come la Finlandia per praticamente tutto il primo tempo, dominato, senza mezzi termini, proprio dagli ospiti. La grande capacità di correre in transizione dei finlandesi ha messo in ginocchio l’Italia, mai sopra nel punteggio per i primi 20 minuti. I finlandesi sono stati bravissimi nello sfruttare entrambe le metà campo per, come detto, correre tanto in transizione e trovare spesso o dei canestri veloci o, ancora meglio, dei tiri piedi per terra da oltre l’arco.
Il gioco finnico è stato però reso possibile da un atteggiamento della Nazionale assolutamente da rivedere: sia in attacco che in difesa, gli uomini di Messina hanno giocato con enorme superficialità, pensando di poter vincere la partita soltanto grazie al mero talento dei vari Belinelli, Melli e Datome. Ma contro una squadra così ben allenata, è parso subito evidente che così non è stato. In attacco, gli azzurri non sono mai riusciti a far circolare la palla come si deve, affidandosi spesso a degli statici pick ‘n’ roll che non hanno mai creato vantaggio contro la duttilità degli uomini di Dettman.
Spesso, per non dire sempre, l’Italia ha cercato di costruire e “manovrare” l’azione, senza mai correre in transizione e cercando di eseguire degli schemi che davvero con grande sono stati eseguiti. Alla fine quindi, dopo aver praticamente buttato 6-7 secondi, qualcuno si è ritrovato con la palla in mano ed il compito di inventarsi la giocata. Inutile dire che questo non ha mai portato a dei risultati anche soltanto decenti, e che ha ovviamente facilitato i compiti difensivi alla Finlandia.
Detto dell’attacco, che ovviamente ha destato parecchi dubbi e perplessità, il vero problema di questa squadra è sicuramente la metà campo difensiva. La voglia di difendere di squadra è stata assolutamente inesistente, sbagliando spesso e volentieri i tempi delle rotazioni e degli aiuti. Nessuno ha mai messo in mostra per più di un paio di secondi l’abnegazione che serve per rendere difficile la vita agli avversari: difeso magari in maniera corretta sul primo gioco, in quello immediatamente successivo è quasi sempre arrivato un errore che ha portato ad un canestro facile. Un esempio per tutti è la rimessa dal fondo con la quale la Finlandia sistematicamente ha segnato grazie ad un semplice blocco e taglio: almeno 3-4 volte gli scandinavi hanno segnato così ieri, e altrettante martedì sera.
Per fortuna della Nazionale e dello scarno pubblico presente al palazzetto, nel secondo tempo Ettore Messina è riuscito a svegliare i suoi. Al rientro dagli spogliatoi, gli Azzurri hanno decisamente cambiato passo più che offensivamente, difensivamente. L’assistant coach dei San Antonio Spurs sa benissimo che una buona difesa è il fondamento principale per un buon attacco, e proprio per questo avrà sicuramente insistito su questo punto negli spogliatoi. Al rientro sul parquet, tutta la squadra ha così cambiato radicalmente modo di giocare, pressando forte sui portatori di palla, aiutandosi quanto più è possibile e lavorando con grande energia e forza a rimbalzo. Queste tre quanto semplici ma importanti cose hanno permesso agli azzurri di complicare la vita agli avversari, costringendoli spesso a tiri difficili o, ancora meglio, a delle palle perse. E proprio queste ultime sono ciò che poi portano ad un buon attacco: recuperare palloni porta a delle transizioni che, se ben gestite, possono portare a punti semplice.
Questo, quasi sicuramente, è stato l’altro punto affrontato da coach Messina: velocizzare le operazioni. I tanti palleggi sterili del primo tempo sono stati accantonati in favore dell’aumento del ritmo da parte di Hacket e Filloy in primis, di tutta la squadra successivamente. Affrontati con la stessa arma, la Finlandia ha fatto enorme fatica a gestire un attacco che prendesse ritmo e lo facesse prendere anche ai loro migliori giocatori: Datome e Belinelli sono stati fantastici non tanto nel segnare, cosa che riesce loro fin troppo bene, ma quanto nel dare spazio ai compagni quando la situazione lo ha richiesto.
Detto questo però, nonostante sia chiaro che la vittoria ottenuta al suono della sirena è chiaro che abbia fatto piacere a coach Messina, è altrettanto evidente come questa Nazionale deve ancora migliorare su tantissime cose. A circa due settimane dall’inizio di Eurobasket, Messina deve far capire ai suoi ragazzi che non è loro concesso fare “accendi e spegni” e che l’intensità deve essere altissima per tutti i 40 minuti. Ecco perché il match di domani contro la Turchia e le altre partite di preparazione saranno fondamentali per questa squadra.