Gli ultimi scampoli di free agency NBA vedono protagonisti i New York Knicks, la franchigia della Grande Mela che ha ormai detto addio a Phil Jackson, e che prova a ricostruire un roster difficile da amalgamare, con il punto interrogativo rappresentato da Carmelo Anthony. Un segnale nella direzione di una partenza di Melo (destinazione Houston) potrebbe essere dato dall'acquisizione, secondo quanto riportato nelle ultime ore da Ian Begley di Espn, di Michael Beasley, ventottenne giramondo NBA, accordatosi con i Knicks per un contratto annuale al minimo salariale (2.1 milioni di dollari). 

Talento caratterizzato da genio e sregolatezza, Beasley, prodotto da Kansas State, non ha mai mantenuto le promesse che lo avevano condotto tra i professionisti tramite il Draft del 2008, in cui fu scelto addirittura alla numero due dai Miami Heat di Pat Riley. La sua carriera si è caratterizzata per un infinito numero di casacche cambiate, in un alternarsi di squadre che non sembra voler finire. Da South Beach (fino al 2010), ai Minnesota Timberwolves (biennio fino al 2012), passando per una stagione da comparsa ai Phoenix Suns e un'altra ai Miami Heat dell'era LeBron James. Poi la prima avventura in Cina, agli Shanghai Sharks, per dominare il basket con gli occhi a mandorla, ancora gli Heat nella fase finale della stagione 2015, altra avventura orientale con gli Shandong Stars, prima del ritorno, per ora definitivo, in NBA, con gli Houston Rockets di James Harden, Dwight Howard e di un altro cavallo pazzo come Josh Smith. Infine, l'ultima stagione, trascorsa alla corte di Jason Kidd a Milwaukee, raggiungendo il primo turno di playoffs con i Bucks di Giannis Antetokounmpo. Adesso sono i Knicks a provare l'ennesima scommessa su Michael Beasley, attaccante di rara versatilità, ma giocatore altrettanto incostante e praticamente inesistente in difesa. Mettere punti a referto, in particolar modo dalla panchina, non è mai stato un problema per quest'ala piccola proveniente dal Maryland, che in tanti hanno provato a far sbocciare, in ambienti e contesti tecnici diversi. Sostanzialmente ambidestro, Beasley potrà esibirsi d'ora in poi al Madison Square Garden, agli ordini di Jeff Hornacek, in una squadra che ha attualmente diverse ali piccole, e che potrebbe sfruttarlo anche da numero quattro per aprire il campo.

Molto del futuro di Beasley nella Grande Mela dipenderà dal destino di Carmelo Anthony, sempre più intenzionato a lasciare i Knickerbockers per raggiungere Chris Paul e James Harden agli Houston Rockets, unica squadra per cui il prodotto da Syracuse avrebbe deciso di non esercitare la no trade clause presente nel suo contratto. Dopo un inizio d'estate caratterizzato da pressioni (di Phil Jackson) per un suo addio (con tanto di proposta di risoluzione del contratto), il nuovo frontoffice di New York, formato ora dal presidente Steve Mills e dal general manager Scott Perry, ha rivalutato la situazione Melo, mettendo in standby le trattative per una trade (interesse anche dei Cleveland Cavaliers e dei Portland Trail Blazers), nella speranza di riuscire a convincere la stella dei Knicks a rimanere e ad abbracciare il nuovo progetto tecnico (niente triple post offense, addio a Phil Jackson). Ma Anthony avrebbe già deciso di salutare New York, allettato dalla possibilità di competere per il titolo in Texas, lasciando alla sua dirigenza il compito di trovare le giuste contropartite tecniche e salariali per una trade. Nel caso in cui Melo dovesse salutare, Beasley sarebbe tra i candidati a prenderne il posto, giocandosi una maglia come small forward con il lituano Mindaugas Kuzminskas e con Lance Thomas. Possibile però anche il varo di un quintetto con due guardie, oltre alla point guard francese Frank Ntilikina, in un backcourt che vederebbe contemporaneamente in campo Courtney Lee e Tim Hardaway, di ritorno dagli Atlanta Hawks, con il lettone Kristaps Porzingis certo di un posto tra i lunghi. Tutte speculazioni, perchè al momento, con il caso Anthony ancora aperto, i margini del roster dei Knicks appaiono particolarmente sfumati, ben lontani dall'essere delineati con nitidezza.