A ventisette anni ancora da compiere, John Wall è già uno dei punti di riferimento di un'intera franchigia. Gli Washington Wizards, che lo scelsero al Draft del 2010 con la prima moneta, gli hanno infatti da poco rinnovato il contratto fino al 2023 (170 milioni di dollari a partire dal 2019, data di scadenza del precedente accordo, che lo lega ai capitolini per oltre 37 milioni), facendone il pilastro della squadra allenata da Scott Brooks.

Un'estensione al massimo salariale che dimostra la volontà del playmaker da Kentucky di rimanere a lungo ai Wizards, per provare a fare meglio del 2017, ultima stagione in cui la sua squadra è giunta a un passo dalle Finali della Eastern Conference (k.o. in sette gare contro i Boston Celtics). "Non vedo perchè dovrei testare la free agency - le parole di Wall durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo accordo, riportate da Candace Buckner del Washington Post - dal momento che sto bene dove sono. So già per quale squadra voler giocare per tutta la mia carriera, alla fine della quale vorrei vedere due gonfaloni alzarsi nella nostra arena, uno per un titolo vinto e uno per la mia maglia numero due ritirata. Sono felice qui, felice di vedere i nostri fantastici tifosi supportarmi per i prossimi sei anni. Non ho intenzione di andare a inseguire un titolo NBA da qualche altra parte. Qui c'è un gruppo che fa squadra, cosa che non era accaduta in passato. Si può dire che per una volta l'erba del vicino non è più verde". Parole al miele per la superstar da Kentucky anche da parte dell'head coach, Scott Brooks: "E' fantastico quando le tue star (Brooks si riferisce anche a Bradley Beal e Otto Porter, ndr) vogliono rimanere dove sono e continuare a giocare per la squadra di appartenenza. Non sempre è così. Qui invece abbiamo tre nostri giocatori, scelti al Draft, che hanno intenzione di legarsi a questa franchigia e rimanervi nel lungo periodo. E' importante, perchè quando i tuoi migliori giocatori non vogliono rimanere, anche gli altri vogliono andare via. Il nostro obiettivo è guadagnarci un successo solido e sostenibile. Non abbiamo intenzione di salire sulle montagne russe di una squadra NBA che vive di up and down da una stagione all'altra". 

"L'estensione di contratto di John è rimarchevole, perchè dimostra che tipo di persona sia, oltre a confermare le sue doti da giocatore. Quando il tuo leader riesce ad combinare tutte queste caratteristiche, di certo non vuoi lasciarlo andare nel momento migliore della sua carriera". Entusiasta il proprietario Ted Leonsis: "Penso che il suo legame con la comunità sia ormai forte, mi aspetto che chiuda qui la carriera e, una volta smesso di giocare, che rimanga vicino alla franchigia. Vuole davvero che la sua maglia sia ritirata, ed essere una parte importante della storia di questa organizzazione. Sa perfettamente cosa fare per regalare un titolo NBA a franchigia e comunità. E' l'unico giocatore ancora presente in squadra da quando io ho acquisito i Wizards, e non potrei immaginare un rappresentante migliore di lui, un modello per ciò che faremo per continuare a costruire. E' un grandissimo giocatore, è un uomo ormai". Sulla stessa lunghezza d'onda il team president Ernie Grunfeld: "Siamo davvero fortunati ad avere in squadra uno dei pochissimi giocatori NBA in grado di migliorare i suoi compagni, perchè è questo che John fa. La pallacanestro NBA è un gioco di stelle. E' necessario che i migliori giocatori di una squadra si carichino addosso il grosso delle responsabilità. Accanto a loro bisogna poi inserire elementi di complemento, che si adattino al sistema e siano funzionali alle caratteristiche delle superstar". Superstar rappresentata da John Wall (e Bradley Beal), con un altro giovane come Otto Porter in costante crescita, mentre ciò che manca ai Wizards sono proprio le seconde linee, i giocatori che compongono il cosiddetto supporting cast, sia in quintetto che dalla panchina.