I New York Knicks sono ad un crocevia importante per la propria estate e il proprio futuro. Ingaggiato Scott Perry come General Manager, con la conseguente promozione a presidente di Steve Mills, i newyorkesi si apprestano ad approcciare, nei prossimi giorni, il nodo più grosso che ancora hanno da sciogliere prima dell’inizio della prossima stagione, ovvero la situazione legata a Carmelo Anthony. La linea societaria è chiara: nella prossima stagione la franchigia della grande mela intende dare inizio ad un processo di ricostruzione, ripartendo da un roster giovane e volenteroso, con al centro del progetto sicuramente Kristaps Porzingis e probabilmente Frank Ntilikina, point guard francese, ottava scelta assoluta dello scorso Draft. In un progetto di questo tipo il 33enne nativo di New York potrebbe facilmente trovarsi come un pesce fuor d’acqua e rappresenterebbe una zavorra economica e tecnica non indifferente per il compiersi di questo disegno societario, che preferirebbe sicuramente privarsi di Anthony in cambio di forze fresche. Opzione che non è fonte di sdegno per l’ex Denver Nuggets, che sarebbe piuttosto accondiscendente all’operazione (rinunciando alla sua no-trade clause) per accasarsi in una squadra con ambizioni di titolo, cosa che i Knicks al momento e per il breve periodo probabilmente non saranno.

Proprio per questi motivi il nome di Carmelo Anthony è stato fortemente accostato, dopo un forte interessamento anche dei Cleveland Cavs, agli Houston Rockets di James Harden e, da qualche settimana, anche di Chris Paul. Pista che si è fatta sempre più calda negli ultimi giorni, che porterà, secondo fonti interne alla lega di ESPN, ad un meeting tra Melo e l’intero frontoffice blu arancio per decidere come procedere in tal senso, con l’ala piccola che parrebbe essere intenzionata a spingere per il trasferimento a Houston. Il progetto dei Knicks e la sostanziale insoddisfazione accumulata da Anthony nelle ultime stagioni a New York, aride di playoff, parrebbero spingere per questa soluzione, se non fosse intenzione degli stessi Knickerbokers  di non privarsi la loro stella per un pugno di mosche, ma per degli utili asset per la loro ricostruzione, cosa che, se non avvenisse, potrebbe significare la permanenza voluta o meno di Anthony nella Grande Mela, almeno fino al termine del suo contratto previsto nel 2019 in cui Anthony sarà unrestricted free agent (e avrà 35 anni). Ipotesi che comunque pare remota per tutti i motivi elencati, primo fra tutti la volontà di Anthony di abbracciare la nuova sfida propostagli dai Rockets.

Si è parlato dell’opzione di una trade a quattro squadre, pista ancora possibile, con gli Houton Rockets che avrebbero in precedenza identificato una possibile franchigia facilitatrice nei Portland Trail Blazers, che tuttavia si sarebbero tirati indietro di fronte alla prospettiva di aiutare il rafforzamento di una possibile avversaria per i playoff, anzichè, a fronte ad un apertura da parte del giocatore, potrebbero loro stessi tentare l’assalto al prodotto di Syracuse. Perciò al momento si è in una fase di stallo, la quale probabilmente non durerà molto, in quanto i Rockets sono decisi a portare a termine questa operazione, forti anche dell’accondiscendenza del giocatore nel vestire la maglia bianco rossa nella prossima stagione.