E' stato ufficializzato ieri l'approdo di Gordon Hayward ai Boston Celtics. L'ex ala piccola degli Utah Jazz, che aveva comunicato la sua decisione di vestire la maglia biancoverde già una decina di giorni fa, indosserà la casacca numero venti della franchigia del Massachusetts, quella che fu di Ray Allen, libera dal 2012. Confermate le cifre contrattuali dell'accordo del 4 luglio: quadriennale da 128 milioni di dollari complessivi. 

Gordon Hayward. Fonte: SAM FORENCICH / NBAE VIA GETTY IMAGES

E' un Hayward emozionato quella che viene presentato a Waltham, nella facility dei Celtics, e che prova a spiegare le sensazioni della free agency: "Le ultime due settimane sono state davvero folli - le parole del prodotto da Butler University, riportate da Chris Forsberg di Espn - Boston ha qualcosa di diverso rispetto alle altre città, così come i Celtics. E' stato speciale solo pensare di diventare un giocatore di questa franchigia, ed alla fine è stato questo sentimento a farmi capitolare. Fino all'ultimo giorno non avevo deciso niente, so che sarebbe stato corretto dire che propendevo per venire a Boston, ma allo stesso tempo nessuna scelta era ancora stata fatta. Ho parlato in diverse occasioni con il mio agente, e abbiamo discusso tutto il giorno sui motivi che mi avrebbero dovuto spingere verso i Celtics, ma anche sulle ragioni di una decisione diversa, come quella di rimanere a Salt Lake City o andare a Miami. Quando sono stati pubblicati online i primi rumors, ero proprio al telefono con lui: sono rimasto spiazzato dal fatto che la gente mi dava già a Boston, quando invece tutti sapevano che era una cosa solo virtuale. Non è vero che in quei minuti stavo completando il mio messaggio sul Players' Tribune: sono rimasto molto deluso da quanto accaduto, ma al giorno d'oggi queste sono cose che capitano. E il più di volte non ci si può fare nulla". Hayward non si sottrae alla domanda sul titolo NBA: "E' il nostro obiettivo per la prossima stagione. E' qualcosa per cui sto lavorando già adesso, in modo da diventare un giocatore migliore, che possa aiutare i Boston Celtics a compiere questa missione. Penso ci sia molto lavoro da fare per tutti noi, ma è quello per cui vogliamo lottare: non potrei essere più entusiasta di così". Decisivo, nello sbarco di Hayward a Boston, coach Brad Stevens: "Quando ho parlato con Gordon, ho provato a concentrarmi sul futuro, non sul passato. Gli ho spiegato quanto questo processo di transizione ai Celtics sia importante per me, ma allo stesso tempo quanto sia duro da affrontare all'inizio. Abbiamo dovuto pensarci e discuterci su. Ho trascorso tredici anni a Butler, quindi ho potuto comprendere le emozioni che ha dovuto gestire  dopo tutto quel tempo passato a Salt Lake City".

Brad Stevens. Fonte: Charles Krupa/Associated Press

"Abbiamo provato a ritrovare empatia, gli ho detto di come i Boston Celtics si trovino in una situazione perfetta dal punto di vista di chi vuole continuare a migliorare per raggiungere un obiettivo e di come non avessi dubbio riguardo al suo inserimento qui. Ci siamo concentrati molto più sul presente che non sui nostri rapporti di dieci anni fa a Butler". Presente anche il presidente Danny Ainge, secondo cui i Celtics stanno ancora lavorando per rifinire la formazione del roster per la prossima stagione. Dopo aver scambiato Avery Bradley con Marcus Morris dei Detroit Pistons, ingaggiato Aron Baynes da free agent, i biancoverdi stanno ora vagliano la possibilità di inserire in squadra i rookies Guerschon Yabusele e Abdel Nader. Un Ainge che confessa di aver vissuto giorni travagliati durante la free agency di Hayward: "Onestamente è stata una vicenda snervante, dopo l'incontro del 2 luglio avevo buone sensazioni, ma poi abbiamo dovuto attendere. Eravamo consapevoli del rispetto che lo legava a Utah, sapevamo anche che si era incontrato con i Miami Heat, un'altra ottima franchigia verso la quale abbiamo enorme rispetto. Non avevamo idea di cosa potesse succedere, Gordon non ci aveva dato nessun segnale dopo il meeting. Quindi abbiamo semplicemente aspettato, come il resto del mondo. Poi sono stati pubblicati quei reports prematuri, ma il suo agente mi ha detto che non c'era niente di vero, che non era stata presa ancora alcuna decisione. Ho pensato fosse una cattiva notizia, e siamo rimasti sulle spine per un'intera giornata, finchè non abbiamo ottenuto il suo sì. Gordon rappresenta un grande innesto, perchè è un giocatore completo. Potrebbe inserirsi perfettamente in ogni squadra, può giocare in tutte le posizioni dall'uno al quattro, può gestire la palla e muoversi bene senza, può difendere in più posizioni. Ha un buon istinto, è altruista durante tutto l'arco della partita. Penso che rispetto alla scorsa stagione siamo una squadra migliore. Abbiamo aggiunto Marcus Morris, un giocatore versatile che ci porta durezza, nonostante gli addii di grandi giocatori come Avery Bradley e Kelly Olynyk. Ma abbiamo anche tanti giovani che stanno arrivando, che proveranno a guadagnarsi e meritare una chance di giocare. Quindi sono convinto che siamo in una posizione migliore rispetto allo scorso anno".