C'è grande fermento e grande voglia di riscatto in casa EA7 Emporio Armani Milano. La stagione che si è conclusa circa un mese fa è stata una delle più nere da quando è iniziata la gestione di Giorgio Armani. Il noto stilista ha patito una annata praticamente da dimenticare, con una squadra costruita per dominare in Italia e per fare tanta strada in Europa, ma che si è fermata in semifinale nei playoff scudetto (quasi umiliata da Trento) e che ha concluso all'ultimo posto nella regular season di Eurolega. Ecco perchè il patron Livio Proli promette in un'intervista al Corriere della Sera, che l'Olimpia si riscatterà nella prossima stagione: "La promessa è sempre quella di ogni anno: lavorare con impegno per ottenere risultati sul campo. Per la scorsa annata ci soffro, ma guardo avanti. Ad Armani ho chiesto scusa, perchè a lui che insegna che bisogna lavorare ogni giorno con spirito di sacrificio e grande attenzione al particolare, abbiamo portato risultati che dimostrano poca tenacia e, in alcuni passaggi, poca attenzione ai grandi particolari. Alla fine siamo cascati sulle cose più importanti. Lui ha detto solo "Spero che questa cosa venga messa a posto perchè Milano non può avere questa immagine sportiva in Italia e in Europa". Lui vive l'Olimpia come immagine della città, quindi i risultati devono essere all'altezza del nome Olimpia. E del nome Armani".
Si torna proprio sull'eliminazione, dolorosa sia per la differenza di valori in campo sia per il 4-1 maturato, ai playoff contro Trento. Proli, nella notte che ha seguito gara5, si è assunto tutte le responsabilità del caso, e ancora una volta ribadisce che quelle esternazioni non erano frutto del trasporto emotivo, ma bensì figlie del suo attaccamento al team: "Io non sono altro che la sintesi della società, forse sono solo più esposto. Quindi la colpa resta mia. Le scelte con l'allenatore sono sempre condivise, tutte. Quando si parla di staff, di allenatore, di giocatori come entità separate, io non capisco. È un sistema comodo per cercare un colpevole, ma io non condivido questa visione. La realtà è che quando le cose vanno bene è merito di tutti. Siamo una società, non un insieme di individui che lavorano ognuno per conto proprio". E fa quasi specie che Proli, quando gli viene chiesto del momento in cui ha iniziato a pensare che qualcosa iniziasse a scricchiolare, non ha dubbi sulla risposta: "La sera in cui abbiamo vinto la coppa Italia, troppe cose avevano dovuto girare in un certo modo casualmente. È stato lì che ho pensato: se andiamo avanti in questo modo, in campionato finisce male. Fino a quel momento avevamo tutti la sensazione della cattiva performance, ma con possibilità di migliorare. Lì mi sono preoccupato".
Proli continua a parlare dei suoi errori e delle sue responsabilità per quella che è stata senza dubbio l'annata più nera per l'Olimpia Milano, da quando vi è Giorgio Armani al timone. Con un chiaro riferimento al caso che vedeva come protagonista Alessandro Gentile, passato da capitano a fuggitivo nel giro di meno di un anno: "Il primo errore è stato non aver supportato allenatore e squadra nel modo corretto. Il secondo è non aver percepito che il nostro miglior giocatore (Gentile, ndr), nella dichiarazione di distacco, aveva dato un messaggio più forte di quello che avevamo interpretato. Ho sovrastimato la possibilità che con Alessandro ci potesse essere una continuità serena. Alla fine abbiamo pagato noi e lui. Con il senno di poi, sarebbe stato meglio per entrambi crescere in maniera disgiunta. Un errore di affetto. Alessandro è e resterà un rimpianto. Su di lui sono state dette cose esagerate. Credo che abbia bisogno di una squadra dove giocare in quintetto, stare in campo trenta minuti, essere coccolato, e noi in questo momento non possiamo fargli questa offerta".
Si passa finalmente a questioni tecniche. Milano ha ufficializzato l'arrivo di be cinque nuovi giocatori, tutti con un pedigree di un certo valore. E soprattutto, ha ufficializzato il tanto atteso cambio in panchina. Addio a Jasmin Repesa, il coach degli ultimi due scudetti meneghini, e spazio a Simone Pianigiani, che da rivale tolse più volte il sorriso all'Olimpia sulla panchina di Siena. Proli spiega così la scelta del nuovo allenatore: "Ho sempre avuto inclinazione per gli alenatori italiani. E forti sia in Italia che in Eurolega, di italiani chi c'è? Lui e Messina, Scariolo è già venuto. E poi perchè l'ho trovato in grande crescita, ha vinto tanto, si è creato una sua autonomia con la Nazionale, facendo benissimo, poi si è rimesso in discussione. E quando ho visto che lo scorso anno ha scelto l'Hapoel, ho pensato: questo è uno che ha fame. Anche se so benissimo di aver sceltyo un allenatore che all'inizio a Milano può creare qualche resistenza. L'hashtag #noPianigiani? Sono pregiudizi non legati al valore della persona. Mi chiedo: ma sono il coach e i giocatori ad aver creato un sistema, o qualcun altro? Lui allenava, i giocatori giocavano. Ho preso da Siena allenatori e giocatori serenamente, eppure sono l'unico ad aver denunciato il sistema Siena".
Con Pianigiani, dunque, la EA7 Emporio Armani Milano torna ad avere un allenatore con 'fame', come ha detto Proli. E il patron parla anche della squadra che ha in mente per il suo nuovo coach, al quale ha fatto richieste precise: "Ritrovare dignità nelle prestazioni in Eurolega e dare continuità di risultati in campo nazionale. Far crescere i nostri giocatori italiani e far tornare il Forum un feudo inespugnabile. Lo scorso anno stendevamo il tappeto rosso agli avversari. Stiamo creando una squadra che abbia un approccio al lavoro serio, appassionato e intelligente. Goudelock è un gran colpo, è il futuro di Milano. Young la super scommessa, ma non abbiamo ancora finito".