Paul George si racconta a Sport Illustrated e narra i perché del suo addio ai Pacers, che ha sconvolto diversi fan. Innanzitutto però cita una telefonata con Kevin Durant, ex giocatore dei Thunder che se ne è andato in direzione Golden State, in cui il numero 35 spinge PG verso Oklahoma City, città capace di regalare molto ad un giocatore.
"[I Thunder] Possono offrirti quello che nessun'altra squadra può offrire in termini di persone, preparazione e servizi; persino per quanto riguarda gli chef e i pasti." Queste le parole di KD che senz'altro hanno contribuito alla scelta definitiva di George, il quale è rimasto favorevolmente colpito dall'opinione del collega.
"Non c'è un modo per affrontare la cosa - continua Paul George - Capisco la frustrazione e capisco perché le persone sono sconvolte. Allo stesso tempo però, voglio far capire ai fan che abbiamo un piccolo lasso di tempo per giocare a basket e più di ogni altra cosa, chiunque vuole poter giocare per vincere un anello. Volevo veramente portarlo ad Indiana. Io amo Indiana, sarà sempre un posto speciale per me e sono dispiaciuto di essermene andato. Ma non ero sicuro che avremmo avuto un team per combattere per il titolo, ed ecco perché me ne sono andato."
George non è certo uno che si nasconde e lo si capisce anche dal prosieguo dell'intervista, in cui parla del suo futuro, in particolare del prossimo anno. Già, perché nell'estate del 2018 avrà la possibilità di uscire dal contratto e testare la free agency per firmare con altre squadre. In realtà, le sue idee sono chiarissime: "Voglio essere in un buon sistema di gioco, in una buona squadra. Voglio un tiro per vincere. Non sono uno che guarda le statistiche. Gioco per vincere e costruire un'eredità di vittorie. Devo ancora farlo e ci sto provando. Se facciamo una stagione fantastica, arriviamo in finale di Conference o battiamo i Warriors o facciamo qualcosa di pazzo, sarei stupido a volere andare via."