Uno dei debutti più attesi per questa prossima stagione 2017-18 è quello di Ben Simmons, prima scelta del draft 2016, costretto ai box nella scorsa stagione per un infortunio al quinto metatarso del piede destro, rimediato durante il training camp che precedeva l’inizio della regular season.
Il prodotto di LSU è stato accorpato al giovane roster dei Philadelphia 76ers con aspettative smisurate, derivanti per lo più dalle sue caratteristiche tecniche e fisiche: un ragazzo dotato di un grande feeling per il gioco, di una visione fuori dal comune e un abilità di passaggio da vero playmaker, sommata ad una notevole velocità e potenza, con un piccolo particolare; si tratta di un monolite di poco meno di 210cm per 110kg che corre come una guardia, ma ha le dimensioni di un ala grande, che ne fanno il prototipo della cosiddetta combo forward. Il paragone che fin da subito è stato affibbiato al nativo di Melbourne è niente di meno che the King, Lebron James, proprio per questa sua caratteristica di non avere un ruolo ben definito, ma potenzialmente poterne ricoprire 4 o 5 in alcuni casi.
Nella sua unica stagione a LSU, nel torneo NCAA Simmons ha ricoperto il ruolo di ala piccola, un ruolo che non sembra essere quello del suo immediato futuro. L’australiano infatti, intervistato da ESPN durante una partita di Summer League dei suoi 76ers, ha dichiarato: “penso di poter essere impiegato in ogni posizione, ma inizierò da point guard”. Dichiarazione che non lascia spazio a molti dubbi e che probabilmente renderà Simmons la point guard di ruolo più alta attualmente in NBA. Un ruolo di playmaker che potrebbe sembrare occupato anche dalla prima scelta dell’ultimo draft Markelle Fultz, al momento lontano dai riflettori della summer league a causa di una distorsione alla caviglia che lo terrà a riposo per due settimane circa. Lo staff tecnico dei Sixers non ha nessun dubbio che non vi sarà una sovrapposizione di ruoli tra i due rookie, considerata l’estrema versatilità di Simmons, ma anche di Fultz, perfettamente in grado, date le sue caratteristiche fisiche e le sue doti realizzative, di giocare da shooting guard. Lo stesso Simmons è sicuro che la convivenza con Fultz sarà ottima: “Io non ho problemi a condividere il pallone e lui nemmeno, lo si vede da come gioca”. Anche il coach della franchigia della Pennsylvania, Brett Brown, sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda di Simmons, avendo più volte dichiarato, anche recentemente, di essere eccitato all’idea di avere l’australiano come primo portatore di palla. Ricordiamo che Simmons e Fultz in un certo senso saranno "avversari" per la corsa al premio di Rookie of the year, premio che assume una valenza particolare per il nativo di Melbourne, detentore di un importante contratto con la Nike, che prevede cospicui bonus a fronte della vittoria del prestigioso riconoscimento.
Simmons è sicuramente, assieme a Fultz e Joel Embiid, uno dei motivi principali per cui Philly è da considerare una delle franchigie da tener d’occhio per il futuro, immediato e non. Una visione di gioco e delle abilità di passaggio da playmaker, una coordinazione da guardia, sommata a delle dimensioni e una potenza da ala grande, ne delineano perfettamente le potenzialità da futuro dominatore di questa lega, capace di portare a referto tantissime triple doppie. Sperando in una ritrovata integrità fisica per lui e per i suoi compagni di squadra, siamo tutti ansiosi di poter vedere all’opera questa giovane squadra, che al suo primo anno al completo promette di regalare ai fan spettacolo e tanto divertimento.