Il caso Gordon Hayward è a un passo dalla sua risoluzione. Dopo aver fatto tappa a Miami e Boston, per comprendere meglio le prospettive di un approdo in casa Heat e Celtics, il prodotto da Butler University, ha fatto ieri ritorno a casa, a San Diego, per discutere con gli Utah Jazz, sua squadra di appartenenza fino allo scorso 30 giugno, da quando Hayward è diventato ufficialmente free agent, una volta declinata una player option da 16.7 milioni di dollari.
Hayward, tra i migliori free agents NBA ancora rimasti sul mercato, ha voluto dunque dare la possibilità ai Jazz di convincerlo a rimanere a Salt Lake City. Per l'incontro con il giocatore, si è mobilitato l'intero stato maggiore di Utah, dal proprietario (trustee) Gail Miller al general manager Dennis Lindsey, dall'allenatore Quin Snyder al presidente Steve Starks, passando per i compagni di squadra Rudy Gobert, Joe Ingles e Ricky Rubio. Tutti a San Diego, California, a casa Hayward, nel tentativo di superare in extremis la concorrenza di Boston Celtics e Miami Heat. Presenti dunque anche alcuni giocatori: non solo l'australiano Joe Ingles, fresco di rinnovo contrattuale con i Jazz (un quadriennale da 52 milioni di dollari), e il francese Rudy Gobert, ma anche e soprattutto Ricky Rubio, volato in California addirittura dalla Spagna, dove stava trascorrendo le sue vacanze. Rubio, acquisito dai Jazz pochi giorni fa, in arrivo dai Minnesota Timberwolves (in cambio di una prima scelta al prossimo Draft), viene considerato dal frontoffice di Utah come un elemento chiave per convincere Hayward a rimanere. Il suo arrivo a Salt Lake City è stato infatti avallato dallo stesso prodotto di Butler University, che avrebbe fatto sapere alla sua dirigenza di voler giocare con un playmaker dalle caratteristiche dell'uomo di Badalona. Un'altra carta da giocare per Utah si chiama Quin Snyder, l'allenatore con il quale Hayward è cresciuto fino a diventare un All-Star, in un processo che i Jazz vorrebbero portare avanti insieme all'assistant coach Johnny Bryant, per evolvere ulteriormente come squadra e provare ai raggiungere i livelli dei migliori team della Western Conference.
L'incontro tra Hayward e la nutrita delegazione dei Jazz sarebbe durato tre ore e mezza, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn, con il giocatore che si sarebbe preso una notte di tempo per riflettere sulla proposta contrattuale della franchigia di Salt Lake City, per poi comunicare la sua decisione nella mattinata di mercoledì (oggi, nel pomeriggio italiano). Su Hayward c'è stato negli ultimi giorni il feroce pressing di Miami Heat e Boston Celtics: a South Beach, Pat Riley ed Erik Spoelstra hanno garantito al fresco All-Star di essere il primo obiettivo della free agency, la pietra angolare su cui far ripartire il processo di ricostruzione della franchigia della Florida, tornata nell'anonimato NBA dopo l'addio di LeBron James, avvenuto nel 2014 (dopo le Finals, perse per 4-1, contro i San Antonio Spurs). A Boston Hayward ha invece ritrovato il suo allenatore ai tempi del college (Butler University), quel Brad Stevens ormai affermatosi anche nella lega professionistica di pallacanestro più importante al mondo. Insieme a Stevens (e ovviamente a Danny Ainge e al resto della dirigenza Celtics), si è speso in un'opera di reclutamento anche Isaiah Thomas, playmaker e stella della squadra: Boston è convinta di poter assicurare ad Hayward un futuro vincente, grazie alla politica dei piccoli passi praticata sinora, al gioco di Stevens, e alle scelte al Draft che stanno piovendo sulla città del Massachusetts. Una corsa a tre dunque, il cui esito verrà svelato nelle prossime ore. Boston, Miami o ancora i Jazz nel futuro di Gordon Hayward.