Dopo l'addio di Chris Paul, l'obiettivo principale dei Los Angeles Clippers era quello di trattenere Blake Griffin, altro elemento dei Big Three in scadenza di contratto. Operazione riuscita, perchè Doc Rivers e il resto del frontoffice della franchigia californiana (a cui recentemente si è aggiunto anche Mr. Logo, Jerry West, nelle vesti di consulente), hanno convinto Griffin a firmare un quinquennale da 173 milioni di dollari, secondo quanto riportato da Ramona Shelburne di Espn.
Due ore di meeting negli uffici dello Staples Center, con il pressing asfissiante dei compagni di squadra, dai veterani Jamal Crawford, DeAndre Jordan e Wesley Johnson, passando per i nuovi arrivati Patrick Beverley e Sam Dekker. Un incontro a cui hanno partecipato il proprietario Steve Ballmer, lo stesso Rivers e appunto Jerry West. "Voglio rimanere ai Clippers", le parole di Griffin che hanno chiuso l'operazione e stoppato momentaneamente l'esodo da Lob City. Sul numero 32 dei Clips era forte l'interesse dei Phoenix Suns e dei Denver Nuggets, con i quali erano già in agenda degli incontri nella giornata odierna. Meeting cancellati, perchè Griffin non se l'è sentita di abbandonare la franchigia che l'ha selezionato alla numero uno dell'NBA Draft del 2009. "Avevamo già avuto recentemente degli incontri con i Clippers - ha rivelato un membro dell'entourage del giocatore a Royce Young di Espn - siamo soddisfatti della direzione che ha preso la franchigia, crediamo che qui ci siano le maggiori chances di competere per il titolo". Parole che fanno il paio con quelle pronunciate qualche giorno fa da Lawrence Frank, vicepresidente esecutivo dei Clippers: "La percezione che il mondo NBA aveva di questa franchigia è cambiata con l'arrivo di Griffin. Insieme abbiamo ottenuto grandi successi. Ovviamente Chris Paul è stato grandioso in questi anni, lo ringraziamo, ma ora guardiamo a Blake come a un simbolo della nostra organizzazione". Si riparte da Griffin dunque, con diverse operazioni ancora da compiere: i Clips sono infatti a caccia di un'ala piccola, di una guardia (probabile l'addio di J.J. Redick) e di un'altra point guard che possa alternarsi di Beverley.
Point guard che non sarà Jeff Teague. L'ex giocatore degli Atlanta Hawks, in scadenza di contratto con gli Indiana Pacers, ha deciso infatti di trasferirsi ai Minnesota Timberwolves, che nel giro di pochi giorni hanno stravolto il loro pacchetto di playmaker. Spediti Dunn e LaVine a Chicago in cambio di Jimmy Butler (oltre alla scelta numero sette all'ultimo Draft), i T'Wolves hanno nella notte perfezionato il passaggio dello spagnolo Ricky Rubio agli Utah Jazz, in cambio di una prima scelta alla Lottery del 2018. Il playmaker di Badalona sarà dunque sostituito proprio da Teague, che ha firmato un triennale con Minnesota, per 57 milioni di euro complessivi (player option per il terzo anno), secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski e Jeff Goodman di Espn. Su Teague era forte l'interesse dei New York Knicks, freschi di divorzio con Phil Jackson. Il general manager Steve Mills aveva in programma un incontro con il giocatore, poi cancellato una volta che Teague ha chiarito di voler abbracciare il progetto di Minnesota. Ecco perchè ora la franchigia della Grande Mela ha deciso di puntare deciso su George Hill, in uscita dagli Utah Jazz, come uomo grazie al quale far crescere il francese Frank Ntilikina, scelto al Draft con l'ottava moneta. Knicks che cercano ancora acquirenti per Carmelo Anthony (niente buyout, solo trade), e che sono dati da Ian Begley di Espn come vicini a Ben McLemore dei Sacramento Kings, dopo aver incentrato le loro attenzioni sul lungo Alan Williams, restricted free agent dei Phoenix Suns. Altre notizie dalla Grande Mela: tagliato Maurice Ndour e rinnovato il contratto a Ron Baker. Ancora in standbye la situazione Derrick Rose.