Il rinnovo di contratto più atteso di questa free agency è già agli archivi. Secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn, Steph Curry, due volte MVP della regular season (2015 e 2016), altrettante campione NBA (2015 e 2017), ha nella notte firmato un quinquennale da 201 milioni di dollari (circa 40 a stagione) con i Golden State Warriors, franchigia della sua vita, legandosi così ai californiani fino al 2022. 

Stephen Curry. Fonte: Tony Dejak/Associated Press

L'estensione di Curry segue un quadriennale, scaduto poche ore fa, che aveva fruttato al prodotto da Davidson 44 milioni complessivi, firmato ai tempi in cui Steph non era il giocatore che è adesso, quando c'erano ancora diversi dubbi sulla tenuta delle sue caviglie. Per Curry, ventinove anni, si tratta quindi dal contratto della carriera, che lo ha fatto diventare immediatamente il giocatore più pagato nella storia NBA, anche se accordi a cifre iperboliche saranno da considerarsi la norma d'ora in poi nella lega professionistica a stelle e strisce, in virtù dell'entrata in vigore del nuovo accordo collettivo e del conseguente aumento del salary cap di ogni franchigia. Riparte dunque dal numero trenta il tentativo di tenere insieme l'ossatura dei Golden State Warriors, squadra allenata da Steve Kerr e reduce dal trionfo alle ultime NBA Finals (4-1 ai Cleveland Cavaliers di LeBron James, 16-1 complessivo nella postseason). E la franchigia della Baia è vicinissima a trattenere anche un altro pezzo importante del roster degli ultimi anni. Si tratta di Shaun Livingston, 31 anni, backup proprio di Curry che, secondo quanto riportato da Chris Haynes di Espn, avrebbe raggiunto un accordo con il general manager Bob Myers per un triennale da 24 milioni. Soddisfatte dunque le richieste del giocatore, che aveva fatto trapelare di voler un rinnovo superiore ai due anni intorno agli otto milioni a stagione. Golden State è intanto in attesa della nuova firma di Kevin Durant, uscito dal contratto per accordarsi poi su cifre diverse, anche per agevolare la permanenza di Andre Iguodala, elemento imprescindibile per Steve Kerr, vero sesto uomo dei Warriors. 

Andre Iguodala. Fonte: Ben Margot/Associated Press

A differenza di Livingston, Iggy ha deciso di ascoltare altre offerte, prima di sedersi al tavolo con i dirigenti della franchigia californiana. Sull'MVP delle NBA Finals 2015 c'è l'interesse dei San Antonio Spurs di R.C. Buford, che con il giocatore hanno già in programma un incontro in queste ore, a Los Angeles. Sulle tracce di Iguodala anche gli Houston Rockets e i Sacramento Kings, secondo quanto riportato ancora da Chris Haynes di Espn. Nessun incontro ancora in agenda invece con i Golden State Warriors, che sarebbero pronti a varare un piano B in caso di addio del loro veterano più rappresentativo. L'alternativa risponde infatti al nome di Rudy Gay, in uscita proprio dai Kings, unrestricted free agent dopo aver declinato una player option da 14.2 milioni di dollari con la franchigia della città capitale della California. I Dubs si sono in realtà già parzialmente cautelati "acquisendo" al Draft, via Chicago Bulls, per 3.8 milioni, il prodotto da Oregon Jordan Bell, un all around player in grado di ricoprire diverse posizioni in campo, ma un eventuale addio di Iguodala sarebbe comunque una gravissima perdita per i campioni in carica, sia dal punto di vista difensivo che da quello della leadership. Ancora da stabilire anche il futuro di altri elementi della panchina di Golden State, da Ian Clark a JaVale McGee, da Zaza Pachulia a David West, da James Michael McAdoo a Matt Barnes. Tutti giocatori in scadenza con i quali il general manager Bob Myers proverà a trovare in accordo, per mantenere il più possibile intatto il nucleo vincente dei Dubs campioni NBA.