Una bomba proveniente dagli Stati Uniti ha scosso il mondo NBA. Chris Paul si è accasato a Houston, in seguito ad una mega trade imbastita con i Los Angeles Clippers che ha smosso una miriade di giocatori. Per un CP3 che si è incamminato in direzione della città della NASA, ce ne sono stati altri (molti) che hanno percorso il cammino inverso e raggiunto la California: Patrick Beverley, Sam Dekker, Montrezl Harrell, Lou Williams, la prima scelta dei texani al Draft NBA del 2018 e contratti non garantiti raccattati in giro per la lega per far quadrare i conti. Appena il 'rumor' è diventato notizia ufficiale, la prima reazione degli appassionati della palla a spicchi americana sarà stata la seguente: 'Riusciranno a coesistere insieme due giocatori che amano avere la palla in mano?' Domanda da un milioni di dollari. Bisognerà attendere le prime esibizioni dei Rockets per capire come i due esteti del gioco si muoveranno insieme sul parquet. In ogni caso, bisogna fare una premessa: entrambi hanno voluto congiungersi, unire le rispettive forze, e tentare di dare la caccia ai Golden State Warriors.

Seza ombra di dubbio Paul ed Harden andranno a comporre il backcourt più intrigante, affascinante dell'intera lega. Un motore che sarà in grado di deliziare il pubblico del Toyota Center, e non solo. Molti saranno gli occhi che si stropicceranno tra i tifosi presenti nei palazzetti USA il prossimo anno, ma la domanda sorge spontanea. D'accordo il talento, la classe cristallina e la spettacolarità dei due, ma riusciranno a convivere insieme in una squadra che lo scorso anno aveva trovato la giusta quadratura del cerchio con il Barba impiegato sempre nel ruolo di point guard, e con buonissimi profitti? Proviamo a snocciolare vari temi, esponendovi il perchè potrebbe funzionare ed il perchè potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata quella appena portata a termine dal general manager Daryl Morey.

Paul ed Harden lottano su di un pallone vagante. Fonte: Kirby Lee/USA TODAY Sports
Paul ed Harden lottano su di un pallone vagante. Fonte: Kirby Lee/USA TODAY Sports

PERCHE' PUO' FUNZIONARE - Perchè in qualunque momento della partita Houston potrà disporre di un playmaker di livello eccelso, in grado di dare ritmo alla squadra e gestire i possessi più 'caldi'. Inoltre, l'inserimento di Chris Paul, permette ai Rockets di diversificare il loro modo di attaccare. La cosiddetta Moreyball, unita al sistema prediletto di coach Mike D’Antoni, che spinge per attaccare una difesa non schierata e predilige solo i tiri ad altissima efficienza, come le triple, i tiri appoggiati al ferro o i liberi, potrà dal prossimo anno non essere più l'unica freccia nella faretra dei texani. Queste sono state le armi dei 'razzi' durante la passata stagione, che gli hanno garantito di chiudere la regular season con il terzo miglior record della lega (55 vittorie e 27 sconfitte). Con l'ex Clips, con la ribattezzata 'point God' della Carolina del Nord, l'attacco muterà, almeno in alcune circostanze, in quanto CP3 è maestro nel giocare con il cronometro, passare attraverso i blocchi con la palla in mano, fino a ritagliarsi il giusto spazio per poi poter esplodere il suo mortifero tiro dal mid range, un maestro in questo. Proprio il tiro dalla media è mancato clamorosamente a Houston nella passata stagione. L'attacco, inoltre, non graverà per gli interi 48' minuti sul Barba, e questo potrà favorire la gestione dei possessi chiave, in quanto Paul, da sempre, si è dimostrato essere un clutch man di primissimo livello, con un quoziente cestistico da far invidia. L'avere tra le altre cose due sublimi passatori, con i fiocchi, rende ancora più alta la minaccia di alley oop sotto canestro, con il pivot svizzero Clint Capela che nella passata stagione si è letteralmente cibato di passaggi lob da convertire a canestro.

PERCHE' NON PUO' FUNZIONARE - Perchè sia Harden che Paul sono due giocatori con caratteristiche piuttosto simili, ai quali piace gestire il pallone ed architettare le azioni offensive. Sono entrambi direttori d'orchestra, ed amano scegliere con estrema cura quando è il momento di attaccare il canestro, o viceversa scaricare il pallone verso il compagno più libero. Insomma, stiamo parlando di due atleti con caratteristiche alquanto simili. Inoltre, Paul potrebbe rallentare il gioco veloce e poco strutturato di Houston che nello scorso anno ha letteralmente fatto sfracelli. L'ex Clippers è un leader in campo, è lui che fino ad ora, nelle squadre in cui ha militato, ha dettato gli schemi, telecomandando gli altri quattro compagni di squadra, tendendo il più delle volte a riprenderli quando in qualche modo non applicano alla perfezione i suoi dettami. Avere al suo fianco il Barba, un altro primo violino, una stella, che gradisce davvero poco le critiche che gli vengono mosse sul suo conto, potrebbe in qualche modo inclinare il rapporto tra i due fuoriclasse dentro al campo, ma anche negli spogliatoi. Il carattere forte dei due potrebbe favorire conflitti interni in seno alla squadra (diatriba Harden vs Howard, ricordate?), dunque è importante che le due stelle trovino il giusto compromesso e riescano ad accettare i rispettivi pregi e i difetti l'uno dell'altro, per evitare che il progetto portato avanti da Leslie Alexandre e da Daryl Morey crolli come un castello di sabbia ai primi venti della stagione.

Alexandre e Morey a confronto. Foto: Barton Silverman/The New York Times
Alexandre e Morey a confronto. Foto: Barton Silverman/The New York Times

In ogni caso, la situazione in casa Rockets è ancora in divenire, in quanto il frontoffice è impegnato ancora nel cercare di imbastire ulteriori trade per tentare di far sbarcare nella città della NASA un terzo campionissimo, per arricchire ancor di più un roster che al momento già tracima di talento. Paul George e Carmelo Anthony i profili seguiti con attenzione da mago Morey. Da qui ai prossimi giorni potrebbe giungere dagli USA un'altra bomba di mercato, che possa definitivamente incoronare Houston come prima alternativa, nella Western Conference, alla macchina perfetta dei Golden State Warriors.