Sono stati, insieme a DeAndre Jordan, il cuore pulsante di Lob City, la principale speranza della scalata ai vertici NBA dei Los Angeles Clippers. Ora Chris Paul e Blake Griffin hanno deciso di sondare il mercato, comunicando alla franchigia del presidente Steve Ballmer (di cui Doc Rivers allenatore e general manager) di non voler esercitare le rispettive player options previste in loro favore.
Paul e Griffin usciranno dal contratto dunque, per diventare free agents a partire dal prossimo primo luglio. Non è bastata la mossa dei Clips di assumere Jerry West come consulente tecnico per convincere i due ad accettare a scatola chiusa una nuova firma con la franchigia californiana. Troppe delusioni, troppi momenti chiave mancati, soprattutto ai playoffs, per uno dei miglior playmaker della NBA e per la prima scelta assoluta al Draft NBA del 2009. A riportare la notizia dell'imminente uscita dal contratto dei due giocatori più rappresentativi dei Clippers, Adrian Wojnarowski di The Vertical. Nessuna novità in realtà, perchè è dalla sconfitta in gara-7 di primo turno di playoffs contro gli Utah Jazz che il rischio di dover ricostruire il roster è diventato concreto per i californiani. Eppure, non è ancora certo che entrambi i giocatori non possano "tornare all'ovile", in quanto i contratti che i Clippers possono offrire loro sono attualmente economicamente più vantaggiosi di quelli che i due firmerebbero altrove. Griffin, 28 anni, un passato tormentato da infortuni più o meno gravi, potrebbe infatti ottenere dalla sua franchigia d'appartenenza un quinquennale da 172 milioni di dollari complessivi, mentre lontano da L.A. potrebbe firmare un quadriennale da 128 milioni. Ecco perchè non è impossibile una trattativa che vada a buon fine con i Clips, nonostante su Griffin stia montando l'interesse di squadre come i Boston Celtics di Danny Ainge, degli Houston Rockets di Daryl Morey e dei Miami Heat di Pat Riley.
Per certi versi ancor più intricata la situazione che vede protagonista Chris Paul. CP3, 32 e dal 2011 ai Clippers, è il principale obiettivo della offseason dei San Antonio Spurs del duo composto da R.C. Buford e Gregg Popovich. I neroargento stanno provando in tutti i modi a creare spazio salariale per Paul, che a Los Angeles riceverebbe un quinquennale da 205 milioni di dollari. La prima mossa del frontoffice dei texani è stata quella di indurre Pau Gasol ad uscire dal contratto, per poi rinegoziare i termini dell'accordo con il catalano. Subito dopo, nell'imminenza del Draft, gli Spurs hanno provato a "piazzare" il contratto da 10 milioni a stagione di Danny Green ai Cleveland Cavaliers, senza successo, per mancato accordo con i vicecampioni NBA. Infine, il tentativo di scambiare LaMarcus Aldridge proprio nella notte del Barclays Center, per ottenere una delle prime dieci scelte al Draft. Costanti i contatti con i Phoenix Suns (anche con i Portland Trail Blazers, secondo varie fonti), che però non hanno modificato la situazione in essere. Aldridge rimane ancora - in attesa dell'inizio ufficiale della free agency - un giocatore degli Spurs, come sottolineato anche da R.C. Buford ("Con lui in squadra abbiamo vinto 128 partite in due anni, giungendo anche in finale di Conference, siamo felici di lui", le parole del general manager). Non è un mistero che San Antonio intenda comunque puntare tutto su Paul, al quale potrebbe offrire al massimo un quadriennale da 152 milioni. Attualmente manca lo spazio salariale per effettuare un'operazione del genere, ma Doc Rivers e Steve Ballmer rimangono preoccupati per le sorti del loro playmaker, intenzionato a sondare il mercato e a verificare quali altre soluzioni dovessero profilarsi all'orizzonte. Due casi spinosi, che potrebbero cambiare il volto dei Clippers versione Lob City.