Ore frenetiche, come spesso accade, quelle che separano le franchigie NBA dal Draft che nella notte (ore 1.00) si terrà in quel di Brooklyn, al Barclays Center. Praticamente tutte le squadre sono al lavoro per rifinire gli ultimi movimenti di mercato in vista delle scelte della notte e, soprattutto, in vista della prossima Free Agency, che scatterà da inizio luglio. Non ultimi a muoversi in tal senso sono i San Antonio Spurs di Gregg Popovich, freschi di eliminazione in Finale di Conference contro i Golden State Warriors. Al venerabile maestro che siede sulla panchina dei texani dal 1996 non è andata giù la serie finale di LaMarcus Aldridge, il cui contratto pesa - o quantomeno potrebbe pesare - nelle future scelte della franchigia.
Arrivato nella Free Agency del 2015 firmando un contratto da 84 milioni di dollari - 21,4 nella prossima stagione, 22,3 nel 2018/19 - l'ex lungo dei Portland Trail Blazers non ha mai soddisfatto le richieste della dirigenza di spostare gli equilibri e di essere il vero erede tecnico e non solo di Tim Duncan, raggiungendo l'apice della delusione - cestisticamente parlando - in questi playoff, quando l'infortunio di Leonard lo ha caricato ulteriormente di pressioni che non è riuscito a gestire al meglio. Il minimo storico in carriera di produzione nei playoff - per punti e per rating di efficienza offensiva - ha portato la dirigenza degli Spurs ad una scelta, ovvero quella di cercare acquirenti per l'ala oramai trentunenne che avessero a disposizione una tra le prime dieci scelte del Draft.
Motivo? Liberare spazio nel proprio salary cap in vista della prossima Free Agency, affiancando a Leonard e Gasol - che si ridurrà lo stipendio firmando un rinnovo meno oneroso - oltre ad una giovane stella dal futuro quasi assicurato anche un top player in grado di prendere per mano la franchigia e farla restare una contender dei Warriors anche nella prossima stagione. L'idea principale di Gregg Popovich, viste anche le non perfette condizioni fisiche di Tony Parker, sarebbe quella di puntare tutto su Chris Paul, playmaker dei Los Angeles Clippers che per soddisfare la sua sete di titolo potrebbe accettare la destinazione texana ed unirsi agli Spurs per provare l'assalto al trono di Golden State. Difficile, ma non impossibile. Tutto parte dalla cessione di Aldridge: le trattative per il trasferimento sono in atto, resta da capire quale tra le franchigie in possesso di una delle prime scelte al Draft di stanotte possa scambiare il proprio gettone con un trentunenne apparentemente sul viale del tramonto e senza particolare personalità in casi di emergenza. Ma Aldridge non è l'unico giocatore degli Spurs che i neroargento sono disposti a sacrificare per arrivare a una delle prime dieci scelte al Draft: nelle ultime ore si è parlato di una trade anche per la guardia tiratrice Danny Green, trent'anni, in scadenza 2018 (con player option di 10 milioni di dollari prevista in suo favore).